I fiori sono espressione di delicatezza, leggerezza e arte, che insieme possono generare un vera e propria esplosione di sublime bellezza. Quest’unione è proprio quella che si manifesta nell’arte dell’Ikebana, molto celebre in Giappone. La scrittrice giapponese Erin Niimi Longhurst, appartenente al giapponismo, l’influenza dell’arte giapponese sull’Occidente, per descrivere al meglio l’Ikebana scrisse le seguenti parole:
Corolle e petali sontuosi si contrappongono a rami ossuti e contorti in irregolari vasi d’argilla, e questo gioco di chiaroscuri non fa che accrescere la bellezza del tutto.
L’Ikebana è un’arte pressoché perfetta per gli amanti dei fiori e delle piante, ma purtroppo ancora poco conosciuta in Italia. Proprio per questo, conosciamola meglio!
Origine del termine
Il termine Ikebana è un parola giapponese che si riferisce all’arte di realizzare composizioni floreali all’interno di appositi vasi. Il suo significato è quindi quello di “fiori viventi“. E tale caratteristica si rispecchia nell’etimologia del termine, come unione di due parole, cioè Ike “lasciare in vita” e bana “fiore”.
Un po’ di storia
La disciplina artistica dell’Ikebana si avviò nel VI secolo d.C. in India e in Cina. Soltanto più tardi raggiunse il Giappone, dove ebbe maggiore successo e divenne una delle tecniche artistiche più diffuse nel mondo. Inizialmente era un tipo di arte praticata solo da nobili e da monaci buddisti, in quanto, per le classi più elevate del Giappone, venivano spesso utilizzati rami molto alti per rappresentare la spiritualità. In seguito iniziò a diffondersi in tutti gli altri ceti, diventando conosciuta con il nome odierno.
La scuola Ikenobo
Il primo monaco che sponsorizzò l’arte floreale dell’Ikebana fu Ono-no-Minoko. Questo cercò di creare delle piante che durassero più a lungo, con l’utilizzo dell’acqua, e che allo stesso tempo rappresentassero l’universo. Ma egli pose soltanto le basi per la nascita della prima vera scuola dedicata a questo nuovo tipo di arte, la scuola Ikenobo, fondata nel 1470 da Senkei Ikenobo. Da quel momento, le Ikebane, che inizialmente erano utilizzate per adornare i templi, furono nel fulcro principale di tutte le abitazioni giapponesi. Così, da essere una tecnica artistica con una finalità religiosa, diventò un’arte praticata per purificare la mente.
Gli elementi principali
L’Ikebana, nella sua estrema bellezza, è in realtà un’arte molto semplice. Si compone di tre elementi, strutturati in una composizione a triangolo.
• Shin: il fiore o il ramo più alto, che simboleggia il Cielo;
• Soe: il fiore intermedio, più vistoso rispetto agli altri, che rappresenta l’Uomo come intermezzo tra la totalità del Cielo e la sicurezza della Terra salda sotto i suoi piedi;
• Tai (o Hikae): i rami più bassi che alludono alla sensazione di equilibrio connessa alla Terra.
I diversi stili dell’Ikebana
La creazione di questo tipo di composizione è molto vasta, dato che gli elementi principali possono mescolarsi, creando vari stili e differenti modi di realizzazione dell’Ikebana.
• Rikka: si tratta dello stile più complesso, dove oltreai tre rami principali vengono inseriti altri quattro rami, per un totale di sette elementi. Il termine significa letteralmente “fiori in piedi”.
• Shoka: nato subito dopo lo stile Rikka, aveva l’esigenza di semplificare l’arte, così la pianta poteva emergere pur essendo molto semplice.
• Nageire: lo stile minimalista che ha come base vasi molto alti.
• Moribana: contrariamente al Nageire, si basa su un v
aso molto basso ed è composto da una grande quantità di fiori. Molto famoso in Occidente, per aver dato avvio alla modernità.
• Chabana: lo stile più comune, realizzato con i fiori da thè.
• Stile libero: dopo la prima guerra mondiale si iniziò a lasciare un maggiore spazio alla creatività, avviando una composizione libera.
Il suo profondo significato filosofico
Questa tecnica artistica ha naturalmente un senso prettamente filosofico. Si tratta di una sorta di dedizione alla natura, una devozione che l’uomo dimostra per recuperare il rapporto più intimo con sé stesso e con ciò che lo circonda. La natura è quindi una sorta di risorsa che genera benessere per l’essere umano. Nella disciplina giapponese, infatti, viene evidenziato un senso di armonia ed equilibrio in accordo con l’ambiente circostante. I colori e le forme creano così una danza capace di suscitare sensazioni e sentimenti.
Come ricreare l’Ikebana
Per ricreare questa composizione orientale bisogna seguire delle precise regole e accortezze. Si parte sempre dal vaso, che è solitamente in ceramica, anche se sono molto diffusi elementi naturali come un tronco d’albero, un pezzo di legno o una pietra non trasparente. La tradizione giapponese, poi, permette di utilizzare rami, fiori, foglie ed erba, purché sia tutto naturale. I rami possono essere sostituiti da fogli di vario tipo e forma, che la singola persona compone come vuole. Tra questi, i tre principali, cioè quello più alto, quello intermedio e quello più basso, nascono da un unico tronco, sistemati dunque su un supporto saldo. Si deve tener conto principalmente di tre parametri: profondità, spazio e asimmetria.
Il messaggio dei fiori
Solitamente ciascuna pianta ha un messaggio ben preciso da trasmettere. Ad esempio, l’utilizzo del bambù indica prosperità, mentre i fiori di pesco onorano la femminilità. Per le foglie e i fiori vengono preferiti i boccioli appena schiusi, in modo tale che chiunque cerchi di ricreare l’Ikebana possa ammirare il processo di nascita della pianta, sicuramente simbolo di vitalità e buon auspicio. Al contrario un fiore già maturo si avvia verso una fase di decomposizione, rievocando indubbiamente la morte.
L’Ikebana e la sua scalata verso la popolarità
Dal 1930 iniziarono a comparire numerose scuole. Furono le mogli dei soldati, durante l’occupazione degli americani, a scoprire questo nuovo panorama artistico, cercando di esportarlo in patria. Da quel momento in poi l’Ikebana iniziò a prendere piede in tutto il mondo, persino nel nostro Paese. In Italia esistono infatti molteplici corsi e scuole dedicati a questa nuova arte, con lo scopo di far conoscere a tutti le varie tecniche per cercare di riprodurla. Le principali sono: Oriente Acquaviva a Livorno, La via dei fiori a Milano, Doozo a Roma, Ikebana Do a Roma e a Livorno, Studio arti floreali a Roma e Ikebana Ohara a Venezia. Attualmente, uno dei maggiori esponenti della tecnica artistica dell’Ikebana è il giapponese Makoto Azuma, artista di fiori e scultore botanico, celebre anche al di fuori del Giappone.
FONTI