Il tabacco è sempre stato considerato un fidato passatempo: utile per decomprimere i momenti di stress, aiuta la socializzazione e se si rimane senza, il tabacco diventa un’ottima occasione o una buona scusa per uscire di casa.
Questi fattori, analizzati da un punto di vista di un fumatore, risultano essere molto validi per continuare a fumare e quindi poter godere di quel momento di libertà-riposo. Fumare fa sentire normali.
Non la pensa però così l’Unione Europea che ha dichiarato guerra alla distribuzione e al consumo del tabacco.
L’idea è quella di creare, entro il 2040, una società futura libera dal consumo di sigarette, ovvero di ridurne il consumo almeno del 20%. Questo obiettivo è stato inserito all’inizio di Febbraio 2021 nello Europe’s Beating Cancer Plan, ovvero nel piano da attuare per ridurre sistematicamente la diffusione del cancro in Europa.
Ricerche sul tabacco
Secondo studi molto approfonditi, condotti dalla commissione Europea, il fumo di sigaretta è dannoso per quasi ogni nostro organo interno ed è responsabile di molte patologie, oltre che dell’abbassamento del nostro sistema immunitario con la conseguente necessità di avere più assistenza medica.
Le malattie maggiormente collegate al fumo sono le patologie tumorali, respiratorie e cardio-cerebrovascolari.
Gli organi degli apparati respiratori sono però i maggiormente colpiti. I dati stimano che per una persona che fuma abbia 25 volte in più la probabilità di sviluppare un tumore al polmone e circa 13 volte in più quella di morire a causa di bronchite cronica
Oltre a danneggiare irreparabilmente i nostri polmoni il fumo rilascia tossine nell’aria e contamina quindi l’ossigeno, con le sue particelle inquinanti, contribuendo al deterioramento non solo dell’aria che respiriamo, ma anche dell’ ambiente in cui viviamo.
I risultati dello studio
Secondo molti ricercatori, il fumo di sigaretta è dotato di oltre quattromila sostanze chimiche nocive alla salute del nostro ambiente.
Sebbene le sigarette non siano la sola causa di inquinamento ambientale e urbano, è stato provato che diminuire il consumo di tabacco può migliorare in maniera significativa la qualità del nostro ossigeno, in quanto una sigaretta può arrivare ad inquinare dieci volte di più di un motore diesel.
Tuttavia, anche se l’obiettivo dell’Unione Europea è quello di diminuire il consumo di sigarette del 20% entro il 2040, il danno ambientale che i mozziconi hanno causato è quasi irreversibile. Il 90% dei filtri di sigarette è prodotto infatti da acetato di cellulosa, un materiale plastico altamente inquinante che disperso nell’ambiente può impiegare più di un decennio a dissolversi. Sempre secondo studi europei ogni anno vengono dispersi quasi 4 miliardi e 500 milioni di mozziconi di cui la maggior parte finisce nei nostri mari e fiumi. Per questa ragione secondo l’Unione Europea le “cicche” di sigaretta dovrebbero essere classificate come uno dei fattori più nocivi per l’eco-sistema ambientale.
Nuove politiche sul tabacco
Bruxelles non solo attuerà la strategia dell’incremento della tassazione sui prodotti da fumo, compresi quelli innovativi come la sigaretta elettronica, ma il piano dell’UE prevede anche il divieto di commercializzare aromi e quello di fumare in zone ad alto rischio di inquinamento, con multe molto salate, destinate anche ai fumatori delle “e-cigarette”.
Molti ricercatori contro il fumo, come il Dott. Fabio Beatrice (fondatore del centro anti-fumo dell’ospedale San Giovanni di Torino), sostengono che questo obiettivo risulta essere troppo ambizioso e persino utopistico e che non avrebbe senso tassare eccessivamente anche la sigaretta elettronica, spesso indispensabile per chi ha abbandonato il fumo con nicotina per avviarsi verso una strada più “equilibrata”. Sanzionare in modo eccessivo risulterebbe secondo lui controproducente.
È d’accordo anche Andrea Fontanella, direttore del dipartimento di medicina dell’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli, che propone come soluzione quella della riduzione della tossicità dei prodotti più innovativi. Indica infatti come strada migliore per far diminuire il consumo di tabacco, non l’attuazione di una politica semi-proibizionista, ma l’offerta di un’alternativa per chi non riesce a smettere di fumare, alternativa che conduca più facilmente alla cessazione totale o che per lo meno permetta di preservare il più possibile la salute del consumatore.
Un’altra proposta è quella di applicare all’Unione Europea la tassazione di sigarette come in Australia, ovvero venderle a circa il 45 % in più lasciando invariata la tassazione delle sigarette elettroniche.
I dati
I dati riportano un grande aumento di decessi dovuti al consumo di tabacco e l’Unione Europea sottolinea come il fumo sia la prima causa di morte evitabile al mondo. Si parla di circa sei milioni di decessi all’anno, di cui un milione per fumo passivo secondo i dati dell’OMS 2020.
Uno dei dati più rilevanti che spinge Bruxelles a voler creare entro il 2040 un’Unione Europea più responsabile è l’aumento del numero di fumatori giovanissimi, ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 15 anni. Si tratta di dati molto preoccupanti, che porterebbero a un ulteriore e significativo incremento dei decessi entro il 2040. A confermare questi dati è la ricerca della rivista «Plos one», che segnala un aumento di circa il 50% nella fascia tra gli 11 e i 17 anni.
Forse l’idea di creare un’Unione Europea completamente libera dal tabacco è un po’ visionaria, ma le problematiche che il fumo causa agli individui e all’ambiente non possono più essere ignorate. La battaglia contro il fumo dev’essere combattuta da tutti, affinché ognuno di noi possa vivere al più a lungo possibile con le persone che ama e in un ambiente sano.
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