Un Ribera o un Caravaggio?
Un olio su tela da 11×86 cm comparso durante un’asta a Madrid sta mandando in estasi il mondo dell’arte e più nello specifico gli amanti dell’artista Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio.
Pochi giorni fa infatti, a Madrid, il dipinto Ecce homo, attribuito a un pittore della cerchia di José de Ribera (artista del XVII secolo conosciuto come lo Spagnoletto) era stato messo all’asta dalla piccola casa d’aste Ansorena con una stima di appena 1500 euro. Tuttavia il dipinto è stato bloccato grazie all’attenta osservazione di due importanti mercanti d’arte: Marco Voena e Fabrizio Moretti.
Chi è Caravaggio
Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, nasce a Milano nel 1571. Formatosi nella bottega Lombarda di Simone Peterzano, ben presto si trasferisce a Roma, dove realizza Bacchino Malato, Giovane con cesto di frutta e Bacco, oggi agli Uffizi di Firenze. La sua poetica si caratterizza per la predilezione verso soggetti popolari caricati di un concreto realismo. E’ soprattutto apprezzato per il sapiente uso del colore che, attraverso i passaggi tonali, conferisce alle sue opere una dirompente luminosità.
Un romanzo vivente
La vita di Caravaggio potrebbe essere un romanzo: composta da numerosi viaggi, intrighi, duelli, uccisioni, e incorniciata da un rapporto particolarissimo con la morte: cercata e allontanata allo stesso tempo, in ogni sua opera d’arte. Caravaggio era solito ritrarre una carica emotiva atemporale, ricercata nelle bettole e nei luoghi più malfamati delle città dove alloggiava e dove le vite umane erano segnate da grande povertà. Al suo genio venivano commissionate opere dalle più importanti autorità dell’epoca. Le numerose biografie a lui dedicate lo ritraggono come un uomo vestito con abiti logori e assiduo frequentatore di bordelli, delle case da gioco dove era solito recarsi sempre con una spada, nonostante fosse severamente vietato portare armi con sé.
La vita di Caravaggio venne segnata dall’arresto nel 1606, quando uccise in una rissa Rinuccio Tommasoni, per una banale partita alla pallacorda. Condannato per decapitazione dallo Stato Pontificio, Caravaggio si rifugiò prima a Napoli, poi a Malta ed infine in Sicilia, dove morì nel 1610, a soli 38 anni, mentre stava raggiungendo Roma per invocare la grazia del Papa.
La Coronacìon de espinas o Ecce Homo?
In questi giorni importanti aspetti sono stati messi alla luce dalla Professoressa Cristina Terzaghi, docente presso l’Università di Roma 3. Secondo la Terzaghi, un particolare importante che svelerebbe il nome di Michelangelo Merisi nel dipinto messo all’asta a Madrid, sono le mani di Pilato, disegnate con lo stesso utilizzo dei gesti e del modo di gesticolare presente anche nella Madonna del Rosario di Vienna del Caravaggio. Anche la sovrapposizione di piani in una sorta di gioco prospettico tra Pilato, Cristo e lo Scarano che posa il mantello sulle spalle del figlio di Dio, lasciano pochi dubbi alla storica dell’arte. A sostegno di questa ipotesi inoltre, sono le fonti che sostengono di un trasferimento di un Ecce Homo di Caravaggio in Spagna nel 1659 da parte del Vice Re di Napoli Conte di Castriglio.
Della stessa opinione sembra essere anche il noto Critico d’Arte Vittorio Sgarbi che ha sostenuto che l’opera è senza dubbio un Caravaggio:
L’impronta di Caravaggio, si vede dallo sguardo brutale dell’uomo a sinistra e dalla mano che trattiene il panneggio rosso della stola: questo motivo è la firma indiscutibile del Merisi.
Di teoria opposta è invece l’esperto Nicola Spinosa, che sostiene:
Caravaggesco di alta qualità, più che Ribera […] perché la figura in primo piano replica l’Ecce homo del Museo di Prato attribuito a Caravaggio da Mina Gregori e di cui esiste una copia. Non si possono fare nomi di questa importanza; se fosse di Ribera la sua quotazione partirebbe da 200 mila euro.
In Spagna, il Ministero della Cultura ha bloccato l’asta così da evitare che il quado venga venduto e portato all’estero. Inoltre ha avviato con urgenza le ricerche per definire meglio l’attribuzione dell’opera.