A duecento anni dalla morte del grande condottiero, fondatore del Primo Impero Francese, Napoleone Bonaparte viene celebrato a Roma presso i Mercati di Traiano con una mostra dal titolo: Napoleone e il Mito Roma.
Napoleone Bonaparte
Nato a Ajaccio, in Corsica, il 15 Agosto del 1769 da una piccola famiglia della nobiltà italiana, Napoleone Buonaparte studiò prima alla Scuola reale di Brienne-le-Château e poi, per migliorare il suo francese, al collegio Autun, dove conobbe Louis-Antoine Fauvelet de Bourrienne, suo futuro biografo. Desideroso di intraprendere la cariera militare, Napoleone fu ammesso alla Regia Scuola Militare di Parigi, dove poi passò nel reparto di artiglieria. Nel 1794, poco più che ventenne, divenne tenente di artiglieria e nel 1796 sposò sua moglie, futura Imperatrice, Giuseppina di Beauharnais, donna più grande di lui di sei anni e già madre di due figli.
La carriera Militare
La svolta nella sua vita militare e successivamente politica avvenne all’età di ventisei anni, quando gli fu affidato il comando dell’armata francese impegnata nella Campagna d’Italia contro gli Austriaci; colonizzatori dell’Italia del Nord dal Settecento, facevano parte di una coalizione di potenze unite con l’intento di sconfiggere la Francia Rivoluzionaria.
Napoleone attaccò la Repubblica di Genova e il Piemonte e nel maggio 1796 ottenne la Savoia e la contea di Nizza, prima di mettere in fuga l’esercito austriaco e di entrare nelle vesti di liberatore a Milano. Grazie a questa impresa militare, riscosse un grande successo oltre che in Francia anche in Italia, tanto che poeti ed intellettuali come Ugo Foscolo (che gli dedicò l’Ode a Bonaparte Liberatore) lo videro come colui che poteva liberare i territori italiani dagli austriaci.
Tuttavia, tali aspirazioni furono del tutto deluse a seguito del Trattato di Campoformio, firmato il 17 Ottobre del 1797 da Bonaparte e gli Austriaci ai quali si cedeva Venezia con i suoi domini all’Austria; in cambio del riconoscimento dell’assetto dato da Napoleone alle regioni conquistate in Italia.
Da questo momento Napoleone fu protagonista di tanti altri fatti storici come la nascita delle Repubbliche sorelle delle quali ne assunse il direttorio; intraprese la Campagna di Egitto nel 1798 nella quale, grazie al suo entourage di archeologi riscoprì la Stele di Rosetta, una tavoletta con la quale gli studiosi negli anni successivi riuscirono a decifrare il geroglifico egizio.
Console e Imperatore
Rientrato in Francia nel 1799, in una Francia protagonista di forti instabilità politiche, assunse la carica di Console all’interno del Direttorio formato da Bonaparte e altri due Membri: Charles-Maurice de Talleyrand, ex vescovo, e Joseph Fouché, ex Giacobino. Nel 1802, attraverso un plebiscito, divenne Console a vita e nel 1804 il popolo lo nominò Imperatore e fu incoronato da Papa Pio VII. Promulgatore di varie riforme, il suo Impero tuttavia si distinse per il grande desiderio espansionistico: dal 1804 al 1809 Napoleone Bonaparte fu protagonista indiscusso di cinque anni di guerre che sconvolsero profondamente la carta geografica d’Europa.
Annette al suo Regno l’Istria, la Dalmazia, Il Veneto e gran parte del Regno di Napoli, gran parte della Prussia e ancora Parma, la Toscana, l’Umbria e il Lazio; dando inizio a quelle che poi saranno chiamate le depredazioni napoleoniche (per saperne di più, leggi l’articolo dedicato). In seguito, ci fu un breve periodo di pace, concluso nel 1812, considerato il periodo d’oro dell’Impero. Egli diede grande impulso anche alle arti e più in generale al Neoclassicismo Imperiale.
In seguito, Napoleone decise di intraprendere la famosa Campagna di Russia, la quale segna il declino del grande sogno. La campagna in Russia cominciata in estate, si protrasse fino al rigido inverno russo, uno dei fattori principali che videro la conclusione della spedizione con ben quattrocentomila morti.
La morte
Esiliato dalla coalizione anti-francese all’Isola D’Elba, Napoleone Bonaparte riuscì a fuggire. Accolto dalla folla parigina, riassunse il potere, riorganizzò l’esercito e intraprese quella che poi si rivelò la grande disfatta del suo dominio, nel 1815 a Waterloo, dalle potenze della coalizione. Il suo ultimo sogno, durato cento giorni, fu definitivamente sconfitto. Mandato in Esilio nell’Isola di Sant’Elena, morì il 5 Maggio del 1821. Per l’occasione il grande poeta e letterato Alessandro Manzoni scrisse l’ode: Il 5 Maggio.
La mostra
La mostra, adesso sospesa a causa dell’emergenza sanitaria da Coivd-19, è stata organizzata e allestita dai soprintendenti Claudio Parisi Presicce, Massimiliano Munzi, Nicoletta Bernacchio e Simone Pastor, nei Mercati Traianei perché vuole essere una mostra che mette in risalto un Napoleone allo specchio dell’antichità. Un Napoleone visto e interpretato attraverso i modelli che hanno ispirato il suo Impero, come Alessandro Magno, Giulio Cesare, Augusto: una visione attraverso la storia.
Nonostante il grande condottiero non venne mai a Roma durante il corso della sua vita, possiamo vedere il suo passaggio e la sua impronta attraverso grandi opere urbanistiche, come gli sventramenti dell’area a ridosso della Colonna Traiana che portarono poi alla scoperta di alcuni oggetti che oggi fanno parte della collezione del Museo Mercati di Traiano.
Il percorso
Il percorso è organizzato in tre macro-sezioni con oltre 100 opere, tra cui sculture, dipinti, stampe, medaglie, gemme e oggetti di arte cosiddetta minore provenienti dalle Collezioni Capitoline nonché da importanti musei italiani ed esteri.
Napoleone e i modelli antichi
La prima area è dedicata al rapporto che Napoleone Bonaparte ebbe con i modelli antichi: dagli anni della sua rivoluzionaria giovinezza fino alla nomina di Console e poi Imperatore. In quest’area emergono i modelli che egli scelse per la sua carriera militare. Annibale quando valica il San Bernardo, Cesare, Alessandro Magno ed Augusto, dal quale riprende sia la volontà di essere patrono e mecenate delle arti, sia il fatto di essere come lui un Imperatore eletto dal popolo. Fino ad arrivare alla personificazione del mondo classico e antico al fine di enfatizzare e divinizzare la sua figura sullo stesso piano di questi miti della storia.
Tra le varie opere esposte in questa prima area troviamo: il gesso di Louis Rochet per la statua di Napoleone cadetto a Brienne; il bronzo raffigurante Alessandro Magno a cavallo conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli; il grande bronzo di Lorenzo Bartolini raffigurante Napoleone I Imperatore, conservato al Louvre, in cui Bonaparte è ritratto come un Imperatore romano: con la corona d’alloro e le fattezze di un imperatore romano.
Napoleone e Roma
La seconda macro-sezione è dedicata al rapporto che Napoleone ebbe con Roma: Iniziando con il gruppo scultoreo di Pacetti, Napoleone ispira l’Italia e la fa risorgere a più grandi destini, dal Castello di Fontainebleau e due ritratti di Napoleone da Milano (Galleria d’Arte Moderna e Palazzo Moriggia-Museo del Risorgimento), si va poi a trattare in particolare degli scavi archeologici dell’area della Basilica Ulpia: un proto-scavo dal quale si ritrovarono i Daci oggi conservati al museo, tra il 1812 e il 1814.
I modelli antichi nell’epopea napoleonica
Infine una terza macroarea si concentra sulla ripresa dei modelli antichi nell’arte e nell’epopea napoleonica. Ovviamente non manca di certo il confronto tra la Colonna Traiana e la Colonna Vendôme a Parigi, con la quale Napoleone decise di celebrare la grande armata. La colonna copide infatti, riprende come modello quella Traianea. In principio in quella di Verdome doveva essere messo Carlo Magno, ma successivamente fu messo appunto Bonaparte.
La mostra nel complesso si chiude con l’eccezionale olio su tela: Napoleone con gli abiti dell’incoronazione. Dipinto da François Gérard nel 1805 e conservato ad Ajaccio, nel Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts. Nel dipinto abbiamo la sintesi di tutti i modelli antichi che egli utilizzò nel corso del suo Impero: la corona, il globo, lo scettro, l’acquila, l’ape.
Non solo un grande condottiero…
Ciò che si può scorgere nell’insieme è un recupero di immagini del potere classico, che fungono da modello e stile di vita. Una classicità che penetra all’interno di ogni situazione e contesto sociale quotidiano come se fosse un’archeologia sempre nuova e al passo con i tempi. Ciò che ne emerge è dunque non solo la visione di un grande condottiero, ma anche quella di un raffinatissimo intellettuale che mette al servizio della sua politica la sua cultura e mentalità prettamente classica.