L’ansia da scelta è un problema contemporaneo che colpisce principalmente la società occidentale e industrializzata. Lo psicologo Barry Schwartz definisce la sensazione di ansia e frustrazione data dalle troppe scelte presenti “Il paradosso della scelta”.
Il concetto di F.O.B.O.
L’indecisione quando la decisione è semplice o le opzioni sono tutte accettabili ha un nome ed è Fear of Better Options, conosciuta anche con l’acronimo di F.O.B.O. Il termine è stato coniato da Patrick McGinnis, un venture capitalist statunitense, che in precedenza aveva inventato il termine F.O.M.O. (Fear of Missing Out), la paura compulsiva di perdere le interazioni sociali. I due fenomeni sociali sono spesso trattati insieme.
McGinnis sostiene che la Fobo non è necessariamente un comportamento umano nuovo.
Questi sentimenti sono biologicamente parte di ciò che siamo. La chiamo la biologia del volere il meglio. I nostri antenati un milione di anni fa erano programmati per aspettare il meglio perché significava che avevano più probabilità di successo.
L’utilizzo sistematico della tecnologia ha intensificato la Fobo, poiché all’interno di Internet ci confrontiamo con gli altri e ci immergiamo nel mondo delle scelte.
“Si stava meglio quando si stava peggio”
La Fobo è un sentimento che colpisce nella maggior parte dei casi il mondo occidentale industrializzato. Sempre secondo McGinnis, per soffrire di Fobo bisogna avere opzioni di scelta: le scelte aumentano con l’aumentare del benessere e con esse aumenta anche l’ansia. L’ansia da scelta è un problema contemporaneo che colpisce principalmente le generazioni native digitali, come i Millennials e la Generazione Z. La Deloitte Global Millennial Survey ha infatti riportato che verso la fine del 2019 quasi la metà (48%) dei Gen-Z e il 44% dei Millennials sosteneva di sentirsi continuamente sotto stress.
Si è vista una curiosa inversione del trend durante la pandemia da Covid-19: la diminuzione generale della quantità di impegni ha determinato un’inusuale dilatazione del tempo e la posticipazione delle scadenze, dandoci l’occasione di valutare e ristabilire con calma le proprie priorità.
Il paradosso della scelta
L’ansia da scelta come problema contemporaneo è stata spiegata anche dallo psicologo Barry Schwartz, in un suo celebre intervento chiamato “Il paradosso della scelta”. Schwartz esponeva come l’ansia da scelta delle nuove generazioni si mostri sia in situazioni semplici, fino a scelte di vita essenziali ma complesse. Prima, il ciclo di vita sembrava seguire sempre lo stesso schema: si terminava gli studi, si incontrava l’anima gemella, si trovava casa insieme, ci si sposava, si facevano figli. I giovani d’oggi passano il tempo a porsi domande logoranti sulla loro vita, se devono sposarsi o avere figli piuttosto che pensare alla carriera, levando il focus in quello che stanno facendo in quel momento.
Grandi aspettative portano grandi delusioni
Barry Schwartz ha raccontato che dava il 20% del lavoro in meno ai suoi studenti, non perché li ritenesse meno intelligenti o diligenti, ma perché sapeva che passavano la maggior parte del loro tempo a impensiersi sulle scelte di vita da intraprendere.
Il paradosso della scelta crea paralisi, perché tra tante opzioni le persone si bloccano perché non sanno cosa scegliere. Quando non si sa cosa scegliere, molto spesso la decisione viene procrastinata.
In più, si aggiunge il problema della delusione delle aspettative. L’aggiungere opzioni alla vita delle persone non fa che aumentare le aspettative che queste hanno rispetto all’eccellenza delle opzioni stesse. Questo produrrà meno soddisfazione anche con buoni risultati. L’avere delle aspettative ingigantite ci porta a non avere mai delle sorprese piacevoli. La depressione è così esplosa nel mondo industrializzato, a causa proprio dei risultati deludenti delle aspettative; le persone si addossano la colpa dei loro insuccessi.
Si può combattere la F.O.B.O.?
Secondo sempre McGinnis, la Fobo è sempre presente nella nostra società, ma si può provare a girarci intorno. Egli usa personalmente due metodi. Il primo lo definisce il metodo “Chiedi all’orologio”, usato per le attività di tutti i giorni: riduce qualcosa a due opzioni e poi assegna ogni elemento a un lato del suo orologio; poi guarda giù e vede dove si trova la lancetta dei secondi in quel momento, prendendo così la sua decisione. Per le occasioni speciali, cerca di pensare come un venture capitalist: scrive tutto sull’argomento – pro, contro, ecc. – e lo legge ad alta voce, in modo da avere chiara davanti a sé la situazione.
Secondo Schwartz, invece, il metodo migliore per non essere delusi delle proprie scelte è tenere più basse le proprie aspettative, crearsi in ogni circostanza una sfera limite da considerare in caso di paralisi.