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Badify your life: intervista a Maria Lagona

Maria Lagona innanzitutto è una gemelli. Le piacciono il dialogo, le gaffe catastrofiche e gli approcci a stati d’animo che generino terreni fertili per la positività. Intraprendente e sognatrice, lei è soprattutto Badi, un’artista dal linguaggio significativo, ma semplice anche solo per la bellezza che ama disegnare. La curiosità certo non le manca: “Ma lo Sbuffo per cosa sta? Voglio farti io l’intervista!” ci ha detto. E sicuramente neanche l’entusiasmo: “Allora andiamo a percorrere questo binario!”. Quindi che stiamo aspettando, conosciamola meglio?

Maria Lagona-Badi

Per cosa sta Badi?

Io sono Badi da sempre, o almeno fin da quando la più piccola delle sorelle era solita chiamarmi Badi o Badia anziché Mari. Aveva solo due anni! E da lì è rimasto fin ad ora, che ne ho 43. Tutti tendono a chiamare la bambola che disegno “la Badi”, ma in realtà Badi sono io, lei è Maja.

Nel tuo sito, Badi-Badify your life, ti descrivi con una miriade di contraddizioni: “Odio la matematica e infatti ho fatto lo scientifico, sono siciliana e infatti sono nata a Torino”. Ma tra di esse se ne nasconde una che effettivamente non lo è: “Volevo disegnare e ho sempre disegnato”. Parlaci un po’ di te e di come sei arrivata a creare Badi Official.

Fin da bambina ho sempre avuto questo diletto. Disegnavo su richiesta per i miei compagni, realizzavo fumetti, tutto all’interno della mia piccola cucina. Il passatempo poi si è trasformato in un lavoro, o quasi, perché, ad ora, non posso vivere solo di arte. Mi piacerebbe…Nel 2003 poi, fresca di laurea in Accademia, ma senza alcuna intenzione di intraprendere la carriera di insegnante, ho deciso di aprire una bottega artigianale, in cui esporre i miei manufatti e tele. Ed è lì che ho iniziato a disegnare la coppia fumettata di Mjlo e Maja, a partire da un taccuino per le comande.

Sì, perché in quel periodo facevo anche la cameriera in un Pub! Il progetto è durato circa tre anni e mezzo, poi sono subentrati i progetti matrimoniali e le bambine che mi hanno fatta assentare per quasi un decennio. Ma la vena artistica non mi ha mai lasciato, d’altronde sono nata con la penna in mano! Fortunatamente per le mie creazioni non ho mai dovuto chiedere, semplicemente mi affacciavo e dicevo: “Che vuoi?” E da lì ho accettato collaborazioni come quella con Toro & Moro, per cui ho disegnato delle grafiche per T-shirt nel 2017, anno in cui, tra l’altro, ho realizzato la mia pagina Instagram Badi Official.

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Eve & Adam- MjloyMaja

Ti rifai a qualche stile in particolare?

Non ho uno stile a cui mi rifaccio. Posso dire di essere partita dalle vignette di Mordillo, che avevo nel mio diario scolastico. Per il resto apprezzo molto la pittrice turca Hülya Özdemir e le sue donne dai colori febbrili e i capelli meravigliosi. L’ho scoperta da poco, ma appena l’ho vista mi sono detta: “Qua c’è un’altra che la pensa come me! La donna è la protagonista e deve avere dei capelli che volano in cielo”.

Ho attraversato molte fasi, dalla Boteriana, risalente all’Accademia di Belle Arti, in cui disegnavo donne belle formose, poi mi sono buttata a capofitto nel fumetto, creando figure femminili che esprimessero appieno i miei pensieri. E qualche volta, in mezzo a questa schiera di personaggi, spunto io, Badi, facilmente riconoscibile dal neo vicino alla boccuccia.

Mi ricordo l’ultimo quadro con la donna incinta. Eri tu?

Sì, quella sono io. Sono venuta bionda perché, sperimentando con un nuovo tubetto di colore acrilico oro che avevo, ho sfumato talmente tanto da cambiarmi colore di capelli, ma sono io, confermo! Non ho due figlie gemelle, ma ho deciso comunque di metterle entrambe in grembo perché è stata quella la loro prima stanza vitale. Mi sono cimentata in una tecnica che non sempre utilizzo, completamente diversa dalla piattezza del fumetto. Ho adoperato materiali più gessosi, così da stratificare il colore e creare delle trasparenze.

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Mas Tierno

Ti va di descriverci il processo di realizzazione di un tuo disegno?

A volte parto dal bozzetto a matita per avere subito un’idea di quello che voglio realizzare. Altrimenti vado anche diretta sulla tela o sull’ Ipad con la penna grafica. Ai capelli mi dedico nella parte finale e faccio in modo che, ogni volta lo ritenga necessario, i capelli di Maja siano spaziali, privi di forza di gravità così che possano andare in alto, dove vogliono. I capelli sono un’espressione del mio femminile, non a caso piango se il parrucchiere taglia più del dovuto!

Prima non disegnavo così, i capelli erano sempre tanti e voluminosi, ma non delineati come adesso, con quelle particolari e catartiche evoluzioni che mi diverte e mi rilassa realizzare. Mi sono resa conto, però, che il disegno a matita, l’acquarellato o il pittorico mi gratificano maggiormente rispetto alla creazione su Ipad. Poiché si tratta di un contatto diretto con la materia, che all’artista non deve mai mancare. Ne ho avuto la conferma ieri, mentre stavo disegnando su un foglio di carta e mi è venuto di ingrandire il viso di Maja come se stessi lavorando sull’ Ipad. E mi sono detta: “No! Non va bene!”

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Ready to start

C’è qualche rito scaramantico che fai prima di iniziare un tuo lavoro?

Direi di no. Sicuramente voglio essere sempre sistemata. Nel senso che, prima che io mi sieda e mi chiuda nel mio limbo, devo avere sotto controllo quello che ho lasciato da fare, così che nessuno mi disturbi più. Una cosa che faccio sempre, però, è ascoltare la musica. Non riesco a disegnare in silenzio, devo avere una musica, che magari in quel momento mi ispira. Se poi sto disegnando per una canzone in particolare, la ascolto in loop fino allo sfinimento.

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Maria Lagona- Badi

Le tue vignette mostrano donne sensuali, sicure di sé e molte volte nude. Cosa ne pensi della violenza di genere? Dovremmo parlarne di più?

Sicuramente in tema di violenza di genere, l’Italia sta facendo dei progressi, purtroppo però, l’attuale situazione pandemica è andata ad acuire realtà già drammatiche. Quello che non si fa mai abbastanza, secondo me, è parlarne, parlarne e parlarne. Non solo nelle scadenze prestabilite come il 25 novembre! Chiedo a coloro che subiscono violenze di non alzare mai la soglia di sopportazione e chiedo a chi invece, vive al di fuori di quegli ambiti, di non farsi mai mancare la volontà di cogliere i segnali d’aiuto e di intervenire qualora ci fossero. Poiché, molte volte, nei gesti più silenziosi, si nascondono dei gridi assurdi.

Mi ricordo la reazione che ho avuto dopo aver letto un articolo in cui l’artista Özdemir denunciava la proposta di legge nel suo paese d’origine, per cui lo stupratore poteva avere il diritto di sposare la sua vittima. Turbamento. Mai avere paura o vergogna, perché altrimenti diventi tu l’accusata. Soltanto con un forte empowerment femminile possiamo venirne fuori.

Hai disegnato donne di ogni età, ricordiamo il progetto Senza età per Tena. Razza, rapporti bi ed etero, cosa ne pensi della situazione attuale delle lotte femministe?

I progressi delle femministe di un tempo ci hanno portato ad essere quello che siamo noi oggi. Anche in questo caso, ripeto, è giusto parlarne, parlarne e parlarne, solo così è possibile evitare la crescita del gender gap, e creare più opportunità a livello sociale e lavorativo. Ammetto che a volte queste lotte possano sfociare in esagerazione o rischiare di banalizzare il problema, soprattutto sui social. Io me ne occupo, perché come te sono coinvolta in primis essendo donna. Tuttavia lo faccio dal mio punto di vista, seguendo il mio linguaggio artistico, laddove voglio focalizzare l’attenzione sull’importanza che ha la donna nella società.

La polemica, secondo me, scaturisce nel momento in cui non si trovano dei punti in comune con le altre donne ed è subito rivalità. Purtroppo a noi manca il cameratismo. Inoltre, il linguaggio, così come il rapporto ed i messaggi, devono essere aperti e mantenere sempre un equilibrio. Io come donna mi reputo fortunata, perché sono circondata da persone che hanno sempre cercato di far emergere i miei valori. E io, come madre e artista, vorrei rappresentare la libertà massima che una donna è capace di esprimere, senza dover nuocere nessuno. Secondo me, l’amore verso una donna è un rapporto di dare e avere, poiché è lo stesso amore che la donna manifesta per sé stessa.

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#senzaetà

Ho notato che la famiglia Lagona è alla stragrande maggioranza formata da donne forti, indipendenti e artiste, tu hai anche due figlie. Come vivi questa grande famiglia di donne?

Sì, siamo tante, soprattutto da parte di madre e quando ci riuniamo è come un bel film! Sono la mia sorgente, il mio primo tessuto sociale da cui traggo forza, ispirazione e in cui mi rivedo tuttora. Siamo tutte diverse, ognuna con una propria particolare esperienza, ma l’energia che ci unisce è unica. Le mie figlie crescono con gli stessi principi di unione che ho ricevuto e spero che la cosa si trasmetta ancora poi nei secoli dei secoli…se vorranno!

Ho notato, però, che non tutti si rivedono nella famiglia. Rispetto molto, infatti, quelle donne con un forte attaccamento all’amicizia, poiché magari non hanno vissuto in famiglie così unite. Questo argomento l’ho trattato anche nel graphic novel per Tena, dove ho disegnato sia una nonna, una figlia e una nipote, ma anche delle persone esterne, delle amiche, da cui poter trarre supporto e affetto. È stato un lavoro meraviglioso, in cui ho conosciuto bellissime donne con cui mi sono potuta confrontare.

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Fimmini

Posso azzardare, quindi, nel vedere ogni donna che disegni come un connubio delle donne Lagona?

Certe volte sì, soprattutto quando ci sono battute di spirito in dialetto siciliano, che si rifanno alla tradizione della mia famiglia. Per cui, quando in casa c’è qualcosa da dire per bene, la si dice in dialetto.

La Sicilia, tua terra di origine, è molto presente nei tuoi disegni con modi di dire, trinacrie o anche semplicemente con una donna bellissima, formosa e dai capelli lunghi e neri. Parlaci di questo rapporto, molto stretto direi. Come si è inserito nei tuoi lavori?

Io sono siciliana, ma sono nata a Torino. È stato uno strano giro, lo ammetto. Entrambi i miei genitori sono siciliani e mio padre, studiando e lavorando a Torino, decise di fare una fuga romantica con mia madre in Sicilia. Per questo i primi tre figli sono nati a Torino, mentre l’ultima, la più piccola, è nata a Caltagirone. Ho vissuto in provincia di Catania per la maggior parte della mia vita e venivo a Torino solo per le vacanze a trovare i nonni. È per questo che quando penso lo faccio in dialetto. Nella mia ironia rimango sempre siciliana. Vivo a Torino oramai da 3 anni, ed è una città meravigliosa. Ma la Sicilia è il mio cuore, la mia terra.

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Trinacria

Le donne di Badi sono riprese in situazioni quotidiane: in bagno, mentre fanno yoga o mentre prendono il sole al mare. Ecco volevo chiederti cosa fa, invece, Badi nella vita quotidiana, come è un “Day by Badi”?

Sono una persona mattiniera, quindi la giornata inizia veramente molto presto, verso le 4.30/5.00. La mia routine prevede tutta una serie di procedure, molto simili, comunque, a qualunque donna che debba gestire un management familiare e lavorativo al contempo. Mi sistemo, mi trucco e poi veramente, la normalità più totale. In questo periodo, purtroppo, le mie giornate sono diventate un disastro. Chiusa in casa cerco di trovarmi delle cose da fare e non solo dal punto di vista artistico, perché non sempre sono attiva creativamente.

Mi prendo cura delle piante, mi dedico ad un film o ad un libro, detesto lo shopping online, ma mi adeguo per necessità e quando è possibile mi dedico a lunghe passeggiate per Torino, a piedi o in bicicletta, osservando le sue zone verdi. Ultimamente sono pure caduta dalla bici, dopo aver preso in pieno un binario del tram! A parte gli scherzi, mi piace soprattutto rimanere negli ambiti casalinghi con le mie ragazze. Te l’ho detto, la normalità più totale. L’importante, per me, è stare sereni nell’animo, che non significa non avere problemi, bensì mantenere la forza per gestirli.

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Mani e piedi sporchi di terra

Se ti dovessi descrivere in una vignetta alla Badi Official cosa disegneresti o scriveresti?

Ce ne sono tante! Ci vorrebbe una raccolta di disegni per me, perché sono variabile e volubile. Ma ultimamente la figura che disegno più spesso, anche solo per esercizio, è quella di una me seduta sul water. Luogo dove già in passato avevo posto Maja, sia sul water da regina, che su uno normale, con una gamba sul bidet, mentre si depila con la lametta. Questo è il luogo: la stanza da bagno, Perché ti chiederai? Beh è fin da adolescente che ci passo le ore, da quando mia madre mi gridava: “Mari esci dal bagno, sembra il tuo loculo!”

Ci cantavo, ci litigavo con il mio fidanzato, mi truccavo, facevo esperimenti con i capelli. Il bagno è diventato il mio camerino sociale, dove mi espongo, dove piango, ma è al contempo un luogo molto intimo, più della camera da letto, soprattutto se la casa è piccola come la mia. E non dimentichiamo che nel bagno siamo tutti uguali! Per questo se mi dovessi disegnare, mi riprenderei in qualsiasi azione quotidiana ma, in bagno!

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Le tue trasformazioni in Strani Amori appaiono come una Chimera di affetti. Ci ho visto un amore talmente puro da superare anche le razze. E quindi mi viene da chiederti, che cosa è per te l’amore ed esiste secondo te l’anima gemella?

Nel caso specifico di Strani Amori tutto è nato dal Capriccio, ovvero l’unione della capra con il riccio. Sostanzialmente, parte da un gioco di parole basato, o sulla semplice unione di due parole o sulla nascita di una parola attraverso l’unione di altre due. Nel caso di Strani Amori ho usato gli animali, che comprendono una sfera d’amore in cui prede e predatori si amano, annientando la diversità. Questo diventa anche un gioco che vede nascere dall’amore un bel prodotto di dubbia realtà, come: armadillo + furetto=armadietto. Alle volte sembrano forzature e altre lo sono veramente.

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Solo un capriccio

Il risultato è comunque stupendo! Loro si amano e tu non potrai fare nulla. Questo è il messaggio. L’ultima vignetta intitolata Colcasso l’ho dedicata all’episodio di bullismo e violenza nei confronti di quei due ragazzi gay aggrediti alla stazione della metro. Mi ricordo che in quell’occasione mi sono chiesta: “Si troverà mai la libertà di amarsi? e la risposta è stata più che chiara: Colcasso.

Mi piace Stranamori! Per questo e perché sono effettivamente dei disegnini fatti male, in cui non curo l’estetica delle cose, ma l’incontro tra le due creature che, nonostante siano rivali in natura, si innamorano l’una dell’altra. Semplice, diretto e libero come se fosse disegnato da un bambino! Per quanto riguarda il concetto di anima gemella è difficile da definire. Ma posso dire che, secondo me, per trovarla, innanzitutto è necessario amare sé stesse, ma tanto, così da voler poi scoprire una propria estensione. La cosiddetta anima gemella. Ciò che assomiglia di più all’amore che provi per te stessa. E intanto io mi chiedo, ma sarò l’anima gemella di qualcuno? Boh…

I social media si sono dimostrati molto utili in questi momenti di pandemia, ci hanno aiutato a rimanere connessi con persone lontane e ad alcuni hanno permesso addirittura di fare carriera. Tu che rapporto hai con i social? Ti hanno aiutato in questo ultimo periodo?

Non sono molto brava con i social, o meglio, non so gestire o architettare strategie di marketing e soprattutto non sono costante. Fortunatamente, però, ho i miei followers, a cui rispondo volentieri sempre, perché in loro non vedo dei potenziali clienti, ma semplicemente delle persone con cui scambiare messaggi e che provano apprezzamento per la mia arte, riuscendo molte volte a cogliere quello che realmente volevo trasmettere.

Difficile questo, perché non sempre sono esplicita, aprendomi con didascalie sotto i disegni. Spesso si tratta anche di un rapporto di reciproca ispirazione perché non sono soltanto loro ad ispirarsi a me, ma anche io osservo e traggo idee da loro. Soprattutto nel primo lockdown, i social mi hanno aiutato molto a convogliare le energie e gli stati d’animo nelle illustrazioni. Ho trascorso giornate ammazzando la noia con la creatività, unica maniera che conosco, poiché non riesco ad oziare in nessun modo. Una delle grafiche che mi piacque tantissimo realizzare fu quella dei corpi tutti ammassati con la scritta Rimarremo aderenti ai nostri sentimenti.

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Aderenti

Si mi faccio pure le rime da sola! Mi sono data anche alla scultura, ho sperimentato con la plastilina e la resina. Ed è stato proprio in quel periodo che la mia pagina ha spiccato il volo! Con richieste, dirette con altri artisti, dirette mentre disegnavo. Addirittura una diretta con il parrucchiere! Questa era l’attenzione che volevo da tempo, e raggiungerla mi ha gratificato molto. Ho potuto, quindi, trarre beneficio dal quel momento di forzata clausura, facendo divertire le persone nel modo in cui lo so fare meglio: disegnando! Ed è questo che cerco di insegnare alle mie figlie, trovare il modo migliore per approcciarsi ai drammi.

Facciamo un gioco. Se ti dicessi:

Un altro addio

Cadere nell’oblio

Cercarsi per un po’ nel whisky di un bistrot

Dove si va senza un’idea,

Dove si va domenica…

Cosa ti viene da disegnare, così al momento?

Ecco io ogni tanto la canto dicendo “Dove si va senza un bidet”!! Claudia (La cantautrice Levante nda) è una delle mie donne, del mio empowerment personale, del mio tessuto sociale e, nonostante ci distacchino dieci anni, lei mi dà molto, fin dall’età adolescenziale. Ho tratto da lei tante forze e supporto, soprattutto perché mi capisce nel linguaggio creativo. Ammiro molto i suoi progressi, sono orgogliosa dei suoi discorsi e sono veramente fiera di quello che lei pensa e canta. Questa canzone, Pezzo di me, la raffigurerei semplicemente con una donna seduta sul water con un bicchiere di whisky in mano, in cui annegare i suoi dispiaceri. Si va a parare sempre lì, lo so, ma questa è l’immagine che creerei!

Non so se hai presente la pagina Instagram: Poi Vorrei. Ecco cosa consiglierebbe Badi alle sue “Badine”?

Consiglierei semplicemente di attraversare gli stadi della vita con coraggio, senza fossilizzarsi nella stessa comfort zone, ma fiondandosi su cose che ci fanno paura e batterle, così che pian piano diventi sempre più facile porsi nuovi obiettivi. Come un’autocura. Auguro, quindi, alle mie “Badine”, che possano sempre ambire a nuovi traguardi raggiungendoli saltando in avanti, sempre!

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Amunì

Per quanto riguarda i tuoi salti in avanti, progetti futuri?

Ne ho tanti! Più che progetti, sono sogni! Mi piacerebbe incontrare una collaborazione editoriale e poter pubblicare un librone con le mie illustrazioni, come un album fotografico che tracci il mio percorso fino a dove arriverò.


FONTI

Intervista da parte dell’autrice

 

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