Il mondo della moda è sempre più attento al tema della sostenibilità. Solo di recente però i jeans sostenibili si sono affacciati sul mercato, grazie a un cambio d’azione e di direzione dell’industria del fashion verso l’utilizzo del cotone bio e di nuove produzioni più vicine all’ambiente.
Il jeans è uno dei capi d’abbigliamento più diffusi in assoluto, soprattutto se si considerano le produzioni in denim, da sempre ritenute lontano dal mondo green. Perché questo? È utile tenere in considerazione che i processi di produzione del jeans sono molto complicati e inquinanti, poiché richiedono l’utilizzo di tantissima acqua, tinture composte da metalli pesanti e solventi chimici.
Quali sono le procedure per creare un paio di jeans?
La fabbricazione di questo capo assorbe circa il 35% della produzione di cotone a livello mondiale. Questo comporta l’aumento della domanda e, quindi, una crescita del bisogno di produrre filato, nonché l’utilizzo massiccio di acqua, coloranti e pesticidi. A tal proposito, bisogna ricordare che per ottenere un chilo di fibre di cotone sono necessari 10.000 litri di acqua, circa. Oggi, però, molte cose stanno cambiando, in meglio! In che modo? Molti brand hanno usufruito dell’utilizzo della tecnologia e di varie attrezzature per cercare di risparmiare acqua e utilizzare materiali più sostenibili nei processi di produzione del capo. Questo consente alle grandi aziende di produrre jeans con un basso impatto da un punto di vista etico e, soprattutto, ambientale.
Una moda green è possibile
Pensiamo, per esempio, ai jeans ecosostenibili realizzati con il filato rigenerato, che non inquinano. Molti brand hanno pensato di riciclare il denim per realizzare splendide borse, pochette e così via. Acquistare un paio di questi jeans potrebbe sembrare un atto privo di significato, ma può fare una grande differenza.
A proposito di jeans sostenibili, abbiamo avuto il piacere di intervistare DannyRu Vintage: un e-commerce, ma anche un negozio situato a Bergamo. Da un po’ di tempo seleziona capi con cura e attenzione per il dettaglio, con lo scopo di offrire prodotti di qualità a basso prezzo.
Raccontateci com’è nata l’idea di DannyRu Vintage
L’idea è nata dalla passione per le moto d’epoca e per vecchi juke box e se hai una moto d’epoca e ascolti i vinili non puoi far altro che metterti un paio di Levi’s vintage e un chiodo anni ‘70.
I pezzi anni ‘70/‘80 recuperati nei vari mercatini delle pulci stavano cominciando a essere incastrati in quel povero armadio di casa mia, quindi decisi di partecipare al primo Eastmarket (nel lontano 2015) per vendere ciò che indossavo meno. Quel mercatino mi diede delle vibes incredibili; l’emozione che provai a vendere i miei vecchi 501 grigi acquistati a Camden Town fu indescrivibile; il ragazzo più magro di me era fiero di dare loro una nuova vita.
Incominciai così a esporre ad altri mercatini e a vendere il surplus dell’armadio e le chicche che compravo giorno prima in altri mercatini.
Una volta laureato, un bel giorno mi domandai: “E se aprissi un negozio Vintage a Bergamo?”. Dopo due mesi, nel febbraio 2017, inaugurai DannyRu Vintage: un piccolo store di soli 25 metri quadrati nel cuore di Bergamo.
Qual è il vostro punto di vista riguardo la moda sostenibile?
La moda sostenibile è una delle chiavi per un futuro vivibile. Basta indossare plastica, basta comprare a basso prezzo vagonate di capi che dopo qualche mese di utilizzo vanno gettati; concentriamoci sulla qualità al giusto prezzo, concentriamoci sul vintage!
In che modo inserite il concetto di sostenibilità all’interno del vostro brand?
Il nostro brand è basato sul riciclo e sulla sostenibilità; realizziamo zaini, borse e borsoni in vera pelle, utilizzando vecchie giacche rovinate e inutilizzabili… realizziamo sottopiedi in vera pelliccia da vecchie pellicce tagliate che andrebbero buttate.
Dallo scarto di pelle delle nostre lavorazioni ritagliamo portachiavi, su cui stampiamo il nostro logo.
Qual è il vostro obiettivo? Sia a breve sia a lungo termine.
Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le persone al riciclo e al riutilizzo, vendendo loro dei capi di alta qualità al giusto prezzo.
Come vedete il futuro della moda in tal senso? Credete sarà all’insegna della sostenibilità?
Siamo sicuri che il green diventerà il centro della moda: la maggior parte dei più famosi stilisti si sta già muovendo nel mondo del riciclo e del patchwork. Rimesse a modello di vecchie collezioni circolano già nelle sfilate.
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