Il buio fa paura e bisogna uscirne. Quando affrontiamo un dolore, ci ritroviamo a pensare anche a una via d’uscita, una luce in fondo al tunnel che troppo spesso viene invocata. Il più delle volte, però, ci si dimentica che prima di afferrare quella luce, bisogna passare attraverso il dolore in cui si è immersi. Michele Bravi questo lo sa bene. In un momento in cui nessuna ragione sembrava poter esistere, il suo obiettivo non era arrivare alla luce, ma camminare in mezzo alla sofferenza e al silenzio. La musica non gli ha salvato la vita, ma gli ha dato le coordinate per ricominciare gradualmente a sentire i suoni. È così che nasce La Geografia Del Buio, l’album studio donato al pubblico il 29 gennaio 2021, come un grandissimo regalo. Questa volta qualcuno ci insegna a disegnare una geografia del buio.
Uno sguardo alle radici
Michele Bravi nasce nel dicembre del ‘94 in una località umbra vicino a Perugia, e si appassiona di musica sin da bambino. Canta nel coro, studia chitarra e pianoforte. Avido lettore e appassionato di cultura, si iscrive al liceo classico, continuando a coltivare la sua attitudine canora che lo porta sul palco della settima edizione di X Factor, nella categoria degli Under Uomini – capitanata da Morgan in quell’anno.
Il talento paga: Michele vince. Disco d’oro al suo primo singolo, un EP l’anno successivo e voce del brano principale nella colonna sonora di Sotto una buona stella di Carlo Verdone gli aprono la strada al suo primo album in studio: A piccoli passi.
La parentesi social
Nel 2015, Michele si fa investire dall’onda social che dilaga fra i più giovani che, un po’ per noia, un po’ per passione, trascorrono il loro tempo su YouTube, chiacchierando con un pubblico che, nei casi più fortunati, si fa più ampio. Così il cantante, tramite i suoi video Viaggio in costruzione, si diverte, facendosi conoscere dai suoi fan e collaborando con altri ragazzi che condividono la sua stessa iniziativa.
Non smette mai di lavorare alla nuova musica: arriva così il secondo EP, I Hate Music, interamente in inglese.
Sanremo e il successo di Anime di carta
Il febbraio 2017 marca un importante traguardo per il giovane cantante che, subito dopo essersi esibito sull’ambito palco dell’Ariston nella categoria dei “Big”, condivide sui social la sua emozione. Il suo brano in gara, Il diario degli errori, si classifica quarto e apre la strada al suo nuovo lavoro, Anime di carta.
I successi non tardano ad arrivare, tra nuove esperienze sui celebri palcoscenici italiani e collaborazioni come quella della radiofonica Nero Bali, insieme a Elodie.
Il buio: ritiro dalle scene
Chiunque abbia detto che guidare un’auto è come possedere un’arma carica, aveva ragione. Nel novembre 2018 Michele è coinvolto in un incidente stradale, in cui rimane vittima una donna. Da questo momento in avanti, la vita del giovane cambia irreversibilmente. Nel rispetto del dolore della famiglia della vittima e del suo, decide di annullare tutti gli eventi in programma. Da lì, il silenzio.
La terapia dei suoni
Solo negli ultimi mesi Michele si è sentito pronto a mostrarsi di nuovo sugli schermi. E quello che preme far notare è il suo modo di tornare. A differenza di quello che cercano di fare inesorabilmente i mass media, non strumentalizza il dolore. Ha deciso però di parlarne con molto poco pudore, perché ritiene importante la conoscenza e la condivisione del buio che troppo spesso viene soffocato, come se fosse un tabù da nascondere e non una parte costituente della realtà.
La Geografia Del Buio è affiancato a una campagna di presa di coscienza per questa vita, che ci porta a domandare il perché di ogni dolore che viviamo, allontanandoci però dalla risposta. Risposta che non esiste, perché il dolore non ha una motivazione. Una cosa è però certa: il dolore, da qualsiasi ragione nasca, è universale. E qualsiasi sia il tipo di dolore che si sta affrontando, ciò che si sente è condiviso e sempre comprensibile da qualcun altro. Michele condivide senza censure il suo percorso di terapia, che si è rivelato indispensabile per attraversare il buio da cui era altrimenti inghiottito. Il dolore è una malattia e come tale va trattato e medicato.
Muoversi nel buio
Michele diffonde l’importanza della terapia e non si propone certo di sostituirla con la sua musica. Come lui stesso ha ripetuto in più occasioni, la musica non salva ma è un grande strumento d’aiuto, quando si è immersi in un silenzio così ingombrante.
La Geografia Del Buio conta dieci pezzi, che vanno attraversati nella precisa sequenza in cui ci vengono presentati perché sono un percorso, un viaggio nel buio. Il brano in chiusura, A Sette Passi Di Distanza, infatti, è solo musica. In realtà, il cantautore ha dichiarato che è presente la sua voce, ma ovattata, quasi sommersa dal silenzio, spezzato dalle note di un pianoforte. Il disco si apre con una promessa, La promessa dell’alba, che si fa più vicina scambiando il buio con la luce della mattina. La promessa di quella luce che però non si sta proponendo di mostrare con forza, perché sarà visibile e percepibile solo dopo un percorso in mezzo a quel buio che costella tutti i brani.
L’oscurità è un riferimento costante nel lavoro di Michele e si trova infatti anche in apertura di Mantieni il bacio, una delle perle più preziose dell’intero lavoro. Un inno alla condivisione e all’amore, il raggiungimento della piena consapevolezza di come queste sensazioni esistono e salvano.
Perché alla fine ogni volta
È l’amore che ci salva dalla ferita del mondoE senti solo il cuore e il male non esiste più
E non c’è più dolore, soltanto io soltanto tu
Questo silenzio sa di mille parole.
L’inno alla gentilezza continua con Maneggiami con cura, la richiesta delicata di attenzione verso il prossimo. Discorso che prosegue con Storia del mio corpo, che merita un riguardo maggiore: la difficoltà nell’aprirsi in maniera così netta, cruda e sincera è percepibile quando la si ascolta con la giusta sensibilità, escludendo per quei minuti ciò di cui siamo circondati.
Il messaggio de La Geografia Del Buio
I traumi non possono essere superati solo aspirando a quella luce che il più delle volte non si crede possa esistere. La sofferenza è comune e condivisa e va attraversata con la terapia, con un percorso medico specifico. La musica, certo, può aiutare a riconoscere i singoli pezzi spaiati, ma non a ricostruire l’intero. È però una buona alleata, e questo Michele lo ha espresso magistralmente.
Le raccomandazioni che spingono ad ascoltare La Geografia Del Buio non saranno mai abbastanza, è sicuramente uno degli album più meritevoli nel panorama musicale recente. È un album che richiede la giusta atmosfera attorno a sé, perché è impegnativo se lo si sente e comprende profondamente. Alla fine però lo ringrazierete.