benedetta Raina

Benedetta Raina: tra dolcezza e malinconia

Benedetta Raina è una cantautrice diciannovenne proveniente da Alessandria. La passione per la musica è presente in lei fin da piccola, poi nei primi anni della scuola superiore inizia a scrivere le prime canzoni, prima in inglese e poi decide di abbracciare l’italiano, sul quale è intenzionata a rimanere.

benedetta rainaAlla fine del 2018 inizia a collaborare con l’etichetta Noize Hills Records, con la quale nel 2019 farà uscire Basta e Davvero, i suoi primi singoli. Esce invece nel 2020 il suo primo EP, FRAMMENTI, definibile come una collezione di ricordi e di immagini tipiche dell’adolescenza. Il primo pezzo che ha presentato quest’anno è invece Canzoni d’amore; nonostante il titolo, Benedetta afferma che lei l’amore non riesce a metterlo in musica, per paura di creare un pezzo scontato – o forse semplicemente per paura di tale sentimento. Sicuramente, però, Canzoni d’amore tanto scontato non è.

Noi de «Lo Sbuffo» abbiamo avuto l’occasione di intervistare questa giovane e promettente artista.

L’intervista a Benedetta Raina

In Canzoni d’amore trasmetti la paura di omologarti alle solite canzoni d’amore. Quello che ne esce è di una delicatezza rara, sei riuscita a rendere l’ascoltatore partecipe di questa tuo timore. Come è nata questa canzone? 

Canzoni D’Amore nasce cantando sotto la doccia e poi si sviluppa a fatica nel corso di un anno e mezzo, nel quale ho tentato di trovare e scegliere le parole giuste. La mia paura era quella di dare la solita visione sdolcinata e banale dell’amore, qualcosa di già sentito, ma non so se sono riuscita nel mio intento. In ogni caso, non penso di essere capace a scrivere canzoni d’amore.

Quest’anno compi vent’anni, età che divide il periodo teenager dall’età adulta. Come hai vissuto tu l’adolescenza?

Male, non posso dire il contrario, mentirei. Male per le mie insicurezze e vari problemi anche non dipendenti direttamente da me. All’alba dei venti mi trovo un po’ con l’amaro in bocca, forse avrei voluto avere un’adolescenza un po’ più spensierata, ma non è nella mia indole. Credo che sarò sempre una persona un po’ melodrammatica.

Quali sono i tuoi artisti preferiti? Se potessi fare un featuring con chiunque, chi sceglieresti?

Al momento le mie icone sono Taylor Swift, Lorde e Phoebe Bridgers, e purtroppo è utopico pensare anche solo di conoscere una di loro. Morirei al solo pensiero, le ammiro tantissimo.

Secondo te qual è il modo per distinguersi? Che caratteristica bisogna avere per fare davvero la differenza in un mondo dove ormai tutti possono fare musica?

Bisogna fare qualcosa che parli a una generazione, che faccia ritrovare gli ascoltatori in degli emblemi. Almeno, questo è quello che mi sento di dire, essendo prima di tutto un’ascoltatrice, quando mi ritrovo nella musica di qualcuno è sempre il massimo.

Che rapporto hai con Alessandria, la tua città?

Una sorta di amore/odio. Stare ad Alessandria vuol dire sentire da lontano il brivido di grandi città come Milano e Torino, ma vivere in una realtà provinciale, quasi un paesone. Qua si conoscono tutti, sparlano tutti e spettegolano che neanche le vecchiette dei paesini di montagna possono competere. Forse c’è anche del magico in questo.

La tua estetica è molto accattivante. Le foto che hai suoi tuoi profili social sono molto mood primi anni 2000. Cosa ti ha portato verso questa strada?

Sono contentissima che si veda questa cosa dei primi anni 2000, principalmente è derivata da una forte nostalgia per la mia infanzia. Ultimamente si vede sempre di più e come accade con il ciclo delle mode, essendo ormai passati vent’anni, i 2000 si fanno sentire.

 In Stata Mai affermi:

Tu vedi l’amicizia comequesta cosa strana

Fatta di portare fuori il tuo cane

E parlare dei tuoi problemi per strada

Fatta di duecento messaggi vocali ogni settimana

Di cui ho capito non mi frega più un ca**o

E che durano ciascuno qualche minuto.

Quindi, per te, cosa è davvero importante in un’amicizia? Cosa ti rende legata a una persona?

Amicizia per me significa complicità, esserci l’uno per l’altra senza doverselo ricordare mai. Una consapevolezza continua di avere qualcuno che condivide tutte le tue passioni, capirsi con solo uno sguardo. Capita raramente.

Cosa ti è mancato di più in questo anno di quarantena?

Sicuramente viaggiare, e in particolare Parigi. Per motivi familiari vedevo Parigi almeno un paio di volte all’anno, e ora è dal 2019 che non ci metto piede. Mi manca troppo, è il mio posto preferito in assoluto.

Sogni? Progetti futuri?

Distinguermi in qualche modo in questo mare di gente che fa musica. È la cosa più difficile ed è fondamentale ormai.

FRAMMENTI è il tuo primo EP. Cosa rappresenta per te? Se potessi tornare indietro, cambieresti qualcosa di quel progetto?

Forse cambierei molte frasi di molte canzoni, ma è stupido da dire. Sono momenti intrappolati di una me del passato ed è normale che non li condivida più.

Voglia di distinguersi, delicatezza e la passione per i primi anni 2000 sono le componenti principali di Benedetta Raina. In lei convergono i classici aspetti dell’adolescenza: la fuga dalla normalità e quella malinconia che sembra essere intrinseca nella Generazione Z. Buona fortuna per la tua carriera, siamo certi che andrai lontano!

FONTI

Materiale gentilmente offerto da Red&Blue Music Relations

CREDITS

Copertina e immagine gentilmente offerte da Red&Blue Music Relations

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.