Tempi eccitanti è il romanzo d’esordio di Naoise Dolan (istruzioni su come pronunciare il suo nome nei Reels del suo profilo Instagram), una giovane scrittrice di Dublino che si è laureata nel 2016 al Trinity College e da allora ha vissuto a Singapore, Hong Kong, a Londra e anche in Italia per poi tornare a Dublino. Tempi eccitanti è stato pubblicato a giugno 2020 da Ecco e portato in Italia a ottobre dalla casa editrice Blu Atlantide con la traduzione di Claudia Durastanti.
La trama del libro è piuttosto semplice e organizzata ordinatamente in tre parti. Ava, la protagonista e voce narrante, subito dopo aver finito l’università si è trasferita da Dublino a Hong Kong per fare l’insegnante di inglese pur con l’unico prerequisito di essere bianca. Nella prima parte del libro Ava incontra un banchiere inglese di nome Julian con cui inizia una relazione fisica più che amorosa. Julian è ricco e Ava decide ben presto di approfittarsene lasciando che lui la porti fuori a mangiare, le compri oggetti costosi e, infine, la faccia vivere nel suo appartamento senza dover pagare l’affitto. Il rapporto con Julian però è in realtà una relazione di distanze, entrambi sono ben attenti a tenere l’altro lontano e a non ammettere nessun tipo di sentimento.
Le cose si complicano quando nella seconda parte Julian è costretto a restare sei mesi a Londra: Ava allora si lascia stregare da Mei Ling (Edith) Zhang, una giovane avvocata originaria di Hong Kong che ha studiato a Cambridge, di cui Ava inizia a innamorarsi. Ava si trova quindi in una situazione spinosa: deve scegliere tra Edith, la donna di cui si sta innamorando, e Julian con il suo appartamento a cui in fondo non vuole rinunciare.
Ava inizialmente cerca di portare avanti entrambe le relazioni senza dire niente né all’uno né all’altra approfittando della lontananza di Julian, ma, a un certo punto è costretta a confessare l’accaduto e a fronteggiare non solo i suoi sentimenti verso i due, ma anche la persona che è quando sta con l’uno o con l’altra.
La trama del romanzo di Naoise Dolan potrebbe sembrare quella di un banale triangolo amoroso, ma dentro questa storia c’è molto di più. Le relazioni vengono analizzate con occhio critico da Ava, che si dimostra una voce narrante divertente da seguire con la sua ironia e il suo umorismo pungente. Ava in particolare è il punto focale della storia, è un personaggio da cui il lettore si sente allo stesso tempo attratto e respinto perché, come tutti, è essenzialmente contraddittoria, spesso non fa quello che dice di voler fare o agisce andando contro i suoi stessi principi, pur essendone quasi sempre consapevole. Ava essenzialmente vuole convincersi che tutti la odino perché in fondo odia se stessa, anche per questo cerca di essere distaccata in tutte le sue relazioni, rimane fredda, usa l’ironia, non si crea aspettative e non ne dà, in questo modo nessuno le si può avvicinare troppo. Ha paura che qualcuno possa conoscere la vera lei e che, vedendo esattamente ciò che lei vede, la disprezzi. Questo è anche il motivo per cui si ritrova a sabotare la sua relazione con Edith che è perfettamente consapevole di questi suoi meccanismi di difesa e vuole di più, vuole conoscerla fino in fondo, vuole che Ava le si mostri veramente per quello che è. Ma lei non può, anche perché questo significherebbe perdere potere nella relazione.
Per Ava ogni rapporto ha a che fare con il potere e chi domina è molto importante perché ha una leva sull’altro. Ad esempio, Ava vuole che Julian ammetta i propri sentimenti, non tanto perché lei provi qualcosa di particolare per lui, ma in quanto sa che questo le darebbe un vantaggio nella loro relazione. Ava arriva a rompere con Edith perché sa che quello che lei vuole comporterebbe una vulnerabilità, un esporsi al potere altrui, che la spaventa. Questo è anche il motivo per cui non riesce a liberarsi di Julian: lui è veramente cinico e distaccato e permette ad Ava di rimanere a debita distanza totalmente indisturbata.
Per mostrare questi complessi equilibri, al di là della voce narrante della protagonista, Naoise Dolan utilizza un mezzo interessante: lo smartphone. Questo libro non è estraneo alle nuove tecnologie, ma non si limita a menzionarle come parte dell’ambiente intorno ai personaggi, anzi le usa per darci informazioni cruciali su chi sia la protagonista. Ava controlla ossessivamente i social di Edith: prima che inizi la loro relazione cerca tra i follower le sue ex, dopo che la loro relazione finisce tenta di guardare le sue storie senza che Edith sappia che le ha viste, durante la loro storia cerca di interpretare i sentimenti che Edith ha per lei osservando la propria presenza nel suo feed di Instagram.
Oltre ai social è molto importante anche la messaggistica: Ava crea in continuazione bozze di messaggi in cui spiega i suoi sentimenti a Edith e a Julian, salvo poi cancellare tutto. Queste bozze ci mostrano quello che Ava prova, quello che potrebbe dire, ma decide di nascondere o quello che vorrebbe scrivere, ma che non ha il coraggio di inviare. Attraverso i messaggi ci viene rivelato qualcosa su Ava che la sua voce narrante non potrebbe mai dirci. Naoisa Dolan, quindi, mostra quanto sia importante ormai la nostra esistenza online, anche nelle nostre relazioni. Nonostante la convinzione che la nostra vera identità si possa manifestare solo quando siamo soli, non lo siamo mai veramente, anche nei momenti più intimi il nostro smartphone è a portata di mano e, grazie a sofisticati algoritmi, ci conosce molto bene.
Dei personaggi che circondano Ava sappiamo poco o niente, in questo Julian, freddo e asettico, è in parte giustificato, mentre ben poco sappiamo di Edith se non quello che possiamo interpretare dal modo in cui ordina la sua borsa e da un incontro di Ava con la sua famiglia. Un’altra cosa che non viene ben definita è l’ambientazione: Hong Kong emerge da qualche commento qui e là e come sfondo scenico di alcune storie di Instagram, ma il romanzo avrebbe potuto essere ambientato in qualunque altra città. Tutto questo rafforza ancora di più la centralità di Ava, quello che vediamo è infatti la sua prospettiva sul mondo, una prospettiva che emerge come parziale e limitata. La voce narrante di Ava propone spesso riflessioni sul razzismo e sulla lotta di classe, che però lasciano il tempo che trovano considerato che, come emerge più volte nelle sue conversazioni con Julian ed Edith, Ava è incapace di riconoscere i propri privilegi.
Tempi eccitanti di Naoise Dolan si può avvicinare a quella narrativa che viene definita “millennial fiction“, un ombrello che comprende autori come Ling Ma, Ottessa Moshfegh, Catherine Lacey, Luke Kennard e Sally Rooney, a cui Naoise Dolan è stata più volte paragonata. Come questi autori la Dolan racconta di un personaggio caratterizzato da un certo disprezzo verso se stessa, dal disincanto verso il mondo tardo-capitalistico e dalla noia verso le attività di tutti i giorni, il tutto condito da un umorismo ironico e da una autocritica consapevolezza di sé. Queste storie tracciano le difficoltà delle nuove generazioni di crescere nel nostro mondo dominato dalla tecnologia e da logiche di mercato che si conoscono anche troppo bene, ma lo fanno quasi con un sorriso.
CREDITS