Milano: città di gioie e dolori, c’è chi la ama perdutamente e chi invece la disprezza. Milano dà e toglie, ma quello che è sicuro è che permette di arricchirsi con esperienze davvero varie. Milano è maestosa e offre da ogni punto di vista spunti di riflessione. Racchiude nella sua eterogeneità persone completamente diverse tra di loro, provenienti da realtà profondamente distinte e a volte addirittura inconciliabili. Oggi le abbiamo dedicato una playlist.
“Milano di luci e ombre”
Partiamo con il grande Lucio Dalla, che descrive perfettamente la dicotomia che può scaturire nelle persone il capoluogo lombardo.
Milano ogni volta
Che mi tocca di venire
Mi prendi allo stomaco
Mi fai morire
Milano senza fortuna
Mi porti con te
Sotto terra o sulla luna.
Lucio Dalla descrive perfettamente le due facce di Milano: quella che accoglie tutti, che dà possibilità a chi non ne ha, che ti prende la mano se hai paura. Dall’altra però, è la città che ti soffoca, che non ti fa sentire abbastanza, che ti assale se non sei in grado di sgomitare per emergere. Del resto, l’artista arriva da Bologna, che sicuramente è un’altra realtà: più piccola e per molti versi sicuramente più accogliente e meno asfissiante.
Sulla stessa concezione, o forse con un pizzico di ironia in più, c’è Dargen D’Amico, che scherza sull’idea comune che chi arriva a Milano lo fa per fare fortuna: lo scetticismo è un sentimento comune e spesso le persone si sentono quasi obbligate a trasferirsi lasciando famiglie, amicizie e affetti per inseguire i propri sogni.
Amo Milano perché ha solo difetti
Siamo venuti tutti a viverci difatti.
Dargen a Milano soffre l’indifferenza delle persone, il poco calore umano e si sente perso in una città che è talmente grande e varia da non accorgersi dei cambiamenti. Eppure, si rende conto della sua ricchezza e del suo fascino.
Forse non ci conosciamo
Ma cara Milano oggi ti amo.
“Milano è un ospedale”
Milano per Calcutta ha invece più lati scuri che positivi, infatti nella sua Milano l’artista si mostra insofferente e non vede l’ora di “tornare giù per tornare a respirare“.
C’è chi, invece, al contrario di Calcutta, ha un bel ricordo di Milano e le ha dedicato una canzone. M12ano di Tha Supreme feat. Mara Sattei è un esempio. L’artista romano si ricorda di una passeggiata per il capoluogo milanese, e racconta l’esperienza con una voce morbida e un ritornello tenerissimo a metà tra la malinconia e spensieratezza.
Ye, e giravo Milano con, con te
Stavamo girando due storie
Distratto, di scatto, qui piove
C’è la Luna.
Milano, come tutte le grandi città, è piena di personaggi strani. Anche i GIALLORENZO hanno dedicato un intero album alle macchiette del capoluogo lombardo. Raccontano di questi incontri con una sorta di meraviglia, come qualcosa di nuovo da cui si è incuriositi, e ovviamente lo fanno con la loro inconfondibile ironia. In questa playlist abbiamo aggiunto un esempio.
“La provincia”
Milano però non è costituita solo dal centro e dal movimento spasmodico. Come tutte le metropoli, ha una provincia che ha una propria identità. Un esempio è dato da Paky: originario di Secondigliano, è cresciuto a Rozzano, che considera la sua città. Lì inizia la sua carriera come rapper, e con la sua Rozzi si fa notare in tutta Italia. La traccia è esplosiva, aggressiva e profuma di verità.
A Rozzano ci chiamiamo ammò
Whoa yah
Perché amore è quello che ci lega.
Sfera Ebbasta è, invece, cresciuto a Cinisello Balsamo, e da lì è volato per poi atterrare all’altro capo del mondo. Di strada ne ha fatta tanta, e sicuramente ha reso fiera la sua gente che lo ha accompagnato in un sogno. Tutto è partito da quei quartieri dove girava con gli amici. Inutile ricordare che BRNBQ ha fatto la storia della trap italiana, chi l’avrebbe mai detto?
Anche Massimo Pericolo parla di provincia, anche se non è propriamente quella milanese. Tuttavia, nella sua totoro ci racconta dell’ambiente provinciale che lo fa sentire da una parte isolato dal mondo ma, dall’altra, privilegiato.
Uei bro, tu vieni da Milano, io no
Resto troppo fuori mano per giocare all’hip hop
[…]
Sono scappato di casa, mica di qua
Potrei abitare in città, è che non mi va.
Massimo si sente isolato, ma protetto nei boschi coi broschi, gli amici di una vita. Il tutto ci porta via con l’artista in un’atmosfera quasi onirica, dove si cammina con lui in mezzo agli alberi sotto le stelle.
“Lamezia-Milano-Brescia”
Lasciando Varese prendiamo il treno con Frah Quintale, che ci racconta con il suo solito piglio i suoi spostamenti Milano-Brescia, e non perde occasione per lamentarsi di se stesso e della sua vita sregolata. Nella playlist è presente anche una registrazione di note audio che Frah ha inserito nel disco. Le sue parole sono intrise della confusione della linea 91.
Brunori Sas invece compie una tratta decisamente più impegnativa: parte da Lamezia, città calabrese e arriva nel capoluogo lombardo.
Con la metropoli che ancora incanta
E la provincia ferma agli anni Ottanta
L’Italia sventola bandiera bianca
E canta, e canta.
“Milano che ti cresce e ti accompagna”
Diversa è la sensazione per chi a Milano ci è nato e cresciuto. In questo gruppo c’è sicuramente una grande quantità di rapper. La maggior parte di loro ci parla di quartieri, che diventano delle piccole realtà a sé stanti. Rkomi, per esempio, ripete come un mantra zona 4 gang nella sua Oh Mama, quartiere da dove proviene. Ernia ci porta con la sua linea (la 68) nel suo quartiere, Bonola.
In zona mia ci passava soltanto un mezzo
La 68 portava fuori e portava in centro
C’era la metro, ma così non pagavo il biglietto
E non sapevo dove sarei finito, un po’ come adesso.
Chiudiamo ballando con la regina indiscussa di Milano. Myss Keta, infatti, ci fa un quadretto di Milano che ci mostra il lato festaiolo (e un po’ proibito) del capoluogo lombardo; ci viene mostrata con dei cliché la frivolezza delle sue abitudini. E intanto facciamo un tour dei luoghi cult della vita mondana: Parco Forlanini, Tocqueville e Corso Como sono solo alcune delle perle citate dalla Myss.
Pensiamo di avervi mostrato tutti i lati di Milano, ora non vi resta che scoprirla con questa playlist. Buon ascolto!
Articolo e playlist di Matilde Pasqualin