Magra, alta, longilinea, bionda e dalla carnagione delicata. Così è come siamo stati sempre abituati a vedere la fashion doll Barbie. Dal 1959 è stata fonte di ispirazione pe le bambine di tutto il mondo, alcune delle quali attraverso le sue innumerevoli versioni hanno sperato un giorno di diventare come lei.
Icona del femminismo
Icona perfetta, sempre alla moda e senza mai un capello fuori posto, Barbie, è probabilmente una delle icone pop più fraintese del secolo. E’ stata spesso accusata, in maniera del tutto erronea, di essere un simbolo sessista. Essa invece ha rappresentato un evidente e marcato esempio femminista, sia come prodotto che ha reinventato il mondo dei giocattoli per bambine sia per la storia che Mattel, sua casa produttrice, ha costruito attorno al suo personaggio. Barbie è stata babysitter, fotomodella, hostess, imprenditrice, pilota, medico, rock star e molto altro. La Mattel ha sempre combattuto affinché il suo prodotto più venduto incarnasse l’immagine di una donna emancipata, indipendente e lavoratrice.
Iniziativa ‘Sheroes’
Nel 2018, in occasione della Festa della donna, la casa produttrice statunitense realizza una campagna promozionale per rendere omaggio alla figura femminile. Con questa iniziativa, che prende il nome di Sheroes (she+ heroes), sono stati creati nuovi modelli di Barbie ispirati ai diversi ruoli che la donna contemporanea può assumere, oppure a personaggi del passato che hanno fatto da colonna portante nel processo di emancipazione femminile. In questi nuovi modelli ritroviamo numerose personalità da Frida Kahlo fino a Katherine Johnson. E’ presente anche un omaggio all’Italia con il capitano della Nazionale Italiana femminile e presidente della Commissione per lo sviluppo della figura femminile nel calcio Sara Gama.
Incompatibilità con la realtà di tutti i giorni
Nonostante la bambola statunitense sia stata definita come un simbolo dell’emancipazione femminile, sembra poco rappresentare effettivamente la realtà di tutti i giorni. Essa è stata infatti spesso soggetto di attacchi rivolti all’immagine della bambola stessa. L’aspetto fisico di Barbie è considerato irraggiungibile per qualunque donna in carne e ossa. Sono stati instillati per anni stereotipi di eccessiva magrezza e forma fisica difficilmente raggiungibili nella realtà. Questo sicuramente ha avuto delle ripercussioni sul piano sociale e psico-pedagogico.
Product Liability
Sebbene la Mattel non sia direttamente accusabile della promozione di uno stile di vita applicabile ai giorni nostri, questa deve rispondere di product liability: responsabilità di prodotto. Non si fa riferimento a danni che il prodotto potrebbe produrre, bensì alle numerose interpretazioni che potrebbero scaturire dal solo aspetto esteriore del giocattolo. D’altronde la casa produttrice statunitense può contare sul fatto che è responsabilità dei genitori spiegare ai propri figli che Barbie riproduce fattezze umane, ma che un umano non potrà mai prendere le sembianze di una bambola. Specie se con delle caratteristiche che si avvicinano alla perfezione fisica.
La svolta: arriva Barbie curvy
Nel 2016, la maggior parte dei genitori che si ritrova a comprare la famosa bambola è riconducibile alla generazione dei Millennial. Questa generazione è di fatto più attenta alle tematiche sociali e arriva a trovare il modello proposto da Barbie obsoleto. Ci sono nuove forme di bellezza e perfezione da rappresentare. Per questo motivo la Mattel ha deciso di mettere sul mercato un nuovo modello di Barbie: Barbie curvy. Per sopravvivere, la fashion doll americana, ha dovuto reinventarsi e stare al passo con i tempi.
Rispetto per la diversità fisica
La società tutta chiede più rispetto e maggiore considerazione della diversità fisica. E’ un diritto delle nuove generazioni avere un nuovo modello al quale ispirarsi. Perché questo modello non può essere una bambola? Come è stato detto all’inizio, Barbie è stata, e forse lo è ancora oggi, fonte di ispirazione per tante bambine (e non). Per una società più giusta, al passo con i tempi e rispettosa delle diversità è bene che si parta anche da modelli come questo.
Barbie non è più ‘taglia unica’. Nasce una finalmente una Barbie curvy in grado di rappresentare le forme della società contemporanea.
Barbie curvy, petite and tall
Sempre nel 2016, Mattel ha deciso di rinnovare la linea Barbie Fashionistas aggiungendo alla bambola curvy altri due modelli. Parliamo di Barbie versione petite più piccola rispetto al modello classico, e Barbie versione tall più alta e longilinea. E’ arrivato il momento di proporre al mercato dei toys una versione più ampia e meno stereotipata della Barbie che invece è sempre stata simbolo di perfezione. Il grande successo ottenuto ha spinto la casa produttrice statunitense di aprirsi ancora di più sul fronte delle problematiche sociali. Ed è così che nel 2019 viene ampliata la gamma di toni della pelle, colore dei capelli e acconciature. Una pratica di inclusione non indifferente che, nonostante le considerazione dei più nostalgici fedeli alla versione targata 1959, era più che mai necessaria.
Tutto il mondo dei giocattoli si è aperto al tema dell’inclusione. Ma la vera e propria rivoluzione nasce con Barbie curvy. Un passo molto difficile da compiere inizialmente, perché si doveva rimanere ancorati ad un modello di perfezione assoluta ed eterna. Chi ha detto che la perfezione non può essere curvy? Chi ha detto che non si può essere perfetti anche avendo qualche forma in più? Se è riuscita ad accettarlo la fashion doll più famosa al mondo dovemmo riuscirci anche noi.
In conclusione possiamo affermare con certezza che la Mattel nel corso degli ultimi anni ha rivoluzionato il mercato delle Barbie.
Non esiste un solo tipo di bellezza
Con l’aggiunta di nuovi modelli non solo ha aumentato il suo raggio di potenziali clienti, ma ha lanciato un messaggio inequivocabile: non esiste un solo tipo di bellezza. Esistono numerose sfumature, che qualcuno chiama erroneamente imperfezioni, che ci rendono uniche e speciali.
Il modello di bellezza rappresentato da una sola prima Barbie è, finalmente, superato.