L’arte a quattro zampe: il senso estetico del mondo animale

A volte, l’espressione “questo artista è proprio un cane” potrebbe non risultare così metaforica. Si può parlare infatti di arte a quattro zampe per connotare il peculiare senso estetico del mondo animale. Lo sa bene Desmond Morris, zoologo, biologo e artista, che all’arte creata dagli scimpanzé ha dedicato un libro: The Biology of Art. È lui, infatti, il mentore di Congo che, si dice, abbia perfino incantato con le sue opere il grande Picasso. Si narra che Morris sia addirittura arrivato a morsicare un giornalista, che aveva espresso le proprie perplessità nel definire artistiche le opere di Congo.

Una mostra dedicata a Congo

Non si tratta di una tendenza modaiola per letture da spiaggia, ma di una vera e propria consacrazione artistica. A dimostrazione della rilevanza di questo stile, la Major Gallery di Londra ha allestito una personale dei dipinti di Congo. Circa una cinquantina di opere -in totale ne ha prodotte più o meno quattromila– non solo esposte, ma anche messe in vendita, con valutazioni che si assestano tra le millecinquecento e le seimila sterline. Cifre non così eccessive per un artista apprezzato da Picasso, Mirò e Dalì.

Dammi una matita e ti disegnerò il mondo

Si potrebbe riassumere così, parafrasando Galilei, l’inizio della produzione artistica di Congo. Lo riporta in prima persona Morris, ricordando come abbia scoperto il senso pittorico dello scimpanzé.

Gli ho messo in mano una matita. L’ha presa e gli ho messo un pezzo di carta davanti. Vagò per un breve tratto e poi si fermò. Sarebbe successo di nuovo? Sì, è successo, e ancora e ancora .

Congo si è anche calato anche nelle fattezze di Giotto, disegnando un cerchio. E, pur non arrivando a riprodurre tendenzialmente figure riconoscibili, lo scimpanzé ha dimostrato di avere un tema personale ricorrente: la forma a ventaglio. Nel vederlo all’opera, concentrato e profondamente immerso, si può ricordare ciò che fa un bambino con il mezzo grafico. Così, dallo stupore e dalla meraviglia, al chiedersi se il senso estetico non sia esclusivo appannaggio del genere Homo Sapiens Sapiens, il passo è breve. Ci si potrebbe interrogare sull’utilità della domanda, considerato che non tutti gli uomini diventano artisti. Sempre secondo la testimonianza di Morris, che ha lavorato anche con altri scimpanzé, “Congo è un caso a parte”.

Congo
Rimane quindi un caso isolato?

Sembrerebbe di no. A far compagnia a Congo, morto nel lontano 1964, e al conspecifico Bubbles, scimpanzé di Micheal Jackson, affiorano anche animali di differenti specie. Per esempio maialino ribattezzato Pigcasso, che alla tenera età di quattro anni è già un artista molto quotato e richiesto per collaborazioni. Anche gli equini hanno la loro quota artistica con Cholla, magnifico esemplare del Nevada. Infine, Koopa – questa volta per il nome trae ispirazione Super Mario –  è una tartaruga che ha le sue opere in vendita sulle piattaforme e-commerce.

Pig-casso: salvata da un triste destino

Partiamo da una storia degna di una celebrità. Si tratta di Pigcasso, una suina nonostante lo pseudonimo maschile lo celi.  Salvata quando aveva solamente due mesi dal triste destino del macello, in un paesino del Sud Africa, raggiunge una casa accoglienza per animali. Come racconta Joanne Lefson, la sua salvatrice, proprietaria e collaboratrice, Pig-casso ha dimostrato precocemente la sua propensione artistica. Il suo passatempo era infatti giocare con i pennelli, così, da buon genitore, Joanne ha provato ad assecondare questa sua passione, anteponendole  una tela.

Pigcasso

Da quel primo incontro con il foglio bianco sono trascorsi quattro anni, quaranta dipinti, molte vendite ed una mostra personale al Victoria and Albert Waterfront di Cape Town. Nonostante la notorietà, l’iconica suina non si è montata la testa e, nel tempo libero, continua a fare ciò che più ama: sgranocchiare il suo spuntino di popcorn al caramello. Per chi fosse interessato a seguirla, Pigcasso è presente su Instagram (@pigcassohogero)

Cholla: l’arte come gioco

Quest’espressione sembra essere invece il motto di Cholla, cavallo del Nevada che, un po’ per caso, ha scoperto il piacere di lasciare tracce con un pennello in bocca. La sua quotidianità è incorniciata da lunghe corse sui prati, dopo le quali si ferma spontaneamente davanti alla sua tela, per esprimere col colore ciò che ha vissuto nel galoppo. Cholla è per natura un’anima selvaggia, essendo un mustang mezzosangue. Nonostante, o forse proprio grazie a ciò, può trascorrere diversi minuti, senza essere stata ammaestrata, a intingere nel colore il suo strumento di gioco.

Koopa: la tartaruga su Ebay

Proprio nella terra dei canguri abita la tartaruga Koopa, quasi tanto celebre quanto il corrispettivo personaggio dei videogiochi, Koopa Troopa. Questa creatura che si diletta a produrre le sue creazioni artistiche, che poi vengono messe in vendita su Ebay per qualche centinaio di dollari. Al momento, nonostante la sua eccezionalità, sembra essere meno famosa dei suoi colleghi sopracitati, ma non dimentichiamo che dalla sua potrebbe avere la longevità a farle sbaragliare un po’ di concorrenza. Tuttavia, tra tele, colori e piccoli premi del successo, anche la vita degli artisti animali non deve essere proprio semplice. Ben lo sanno gli elefanti thailandesi.

Fake news o incompresa vis artistica?

La questione sui pachidermi artisti è tuttora aperta. C’è chi perora la causa dell’autenticità delle loro opere, chi invece lo ritiene uno sfruttamento alla stessa stregua degli animali circensi. Per questo sono sotto osservazione i campi turistici che offrono, come attrazione, la possibilità di vedere all’opera gli artisti elefanti. In questo specifico caso, rispetto agli altri animali, si ritiene sia più difficile parlare di creazione artistica. Dietro alla maestria nel disegnare foglie sui rami su tela non vi sarebbe, secondo alcuni, una dote, quindi un dono. Sarebbe piuttosto inscrivibile al frutto di un duro addestramento.

In questo modo verrebbe meno la natura spontanea del gesto creativo che traspare in Congo, Pigcasso, Koopa e Cholla. Questi, in effetti, non giungono mai a compiere figure precise e riconoscibili. Un’ulteriore riprova della dubbia natura della loro arte risiede nel fatto che il pennello non viene tenuto in modo naturale per l’animale. È, infatti, inserito nella proboscide con conseguenze spesso anche dolorose. Il risultato di cotanto sforzo viene poi venduto ai turisti per una sessantina di dollari. Potrebbe comunque nascondersi un’anima artistica incompresa?

Arte o non-arte: deve essere ancora un problema?

In realtà, l’annosa questione non riguarda esclusivamente la produzione animale. L’arte contemporanea ammirata a mostre, biennali o in altre forme più moderne, ha il potere di suscitare ancora, con una certa frequenza, la canonica e dubbia domanda. Un classico esempio è l’italianissimo Lucio Fontana che, con i suoi tagli su tela, divide i ancora i critici. Questa la versione di Vittorio Sgarbi:

Arte è la creazione dell’uomo in competizione con Dio. Chiedere cosa sia l’arte, è come chiedere cosa siano la montagna, il mare… sono domande che, secondo me, non hanno un senso. L’arte, come il mare e la montagna, esiste. Ripeto è la creazione dell’uomo in concorrenza con Dio. È la capacità di creare vita nelle immagini, di creare vita con le immagini.

In questi termini sembrerebbe difficile inquadrare gli artisti non-umani come creatori di vita, attraverso la trasposizione di un pensiero per immagini . Tuttavia, se si prende in considerazione la definizione ulteriore di opera d’arte come “manufatto con caratteristiche estetiche in grado di stimolare alla visione, suscitare emozioni e sentimenti” sembra riaprirsi una breccia di possibile inclusione.

Cosa ci dice la psicologia dell’arte?

Alberto Argenton, esperto in psicologia dell’arte, definisce le peculiarità del fenomeno artistico nella relazione fra tre variabili. Da un lato l’artista e il suo comportamento artistico, dall’altro l’opera, il fruitore e il suo comportamento estetico. L’Arte è quindi intesa come evento comunicativo e sociale. Nasce quindi dal bisogno di mettere ordine nel mondo percepito, che a sua volta necessita, per la sua completezza, un fruitore.

E, di appassionati estimatori, a quanto pare, anche gli artisti quadrupedi ne hanno parecchi. Fra i pittori animali, probabilmente Congo sembra meglio corrispondere a questa teorizzazione di artista, con le sue forme ripetute che non sanno di casuale. Se è successo una volta, può accadere ancora e ancora. Basta avere gli occhi per guardare oltre i nostri confini umani sulla percezione dell’arte.


FONTI

Alberto Argenton

Libreriamo

Petsblog

Wikipedia

Youtube

Chollathepaintinghorse

Il Fatto q

Il Fatto Quotidiano

Notizie.yahoo

Mediasetplay

Corriere.it

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