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Il racconto dei Possible Feelings di Prada

Io personalmente non ho cambiato nessun atteggiamento nei confronti del modo di vestire, perché probabilmente quello che penso è più importante della consolazione del comfort.

La pandemia in corso ha portato le persone più influenti dell’universo moda a porsi nuove domande, riflettere su possibili rivoluzioni, mettere in discussione ruoli da sempre ritenuti intoccabili. Non c’è più posto per egoismi e idolatrie tipiche del settore, ma nasce la necessità di pensare a un piano concreto per un futuro imprevedibile. Le costruzioni di nuovi legami e le collaborazioni inaspettate si sono rilevate colonne portanti di questi cambiamenti. Miuccia Prada e Raf Simons ne sono il più roseo esempio.

Dal 2 aprile 2020, il designer belga Raf Simons ha affiancato Miuccia Prada nella direzione creativa della maison, generando le più trepidanti aspettative tra appassionati e addetti ai lavori. La matrona dell’high fashion non ha fatto molta fatica a condividere il trono con una delle menti più creative del sistema. Se la loro prima prova durante la PE21 aveva creato più domande che risposte, la sfilata AI2021 è la più solida conferma di una sinergia pronta a scrivere una pagina indelebile nella storia della moda.

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I modelli si muovono in stanze realizzate dall’architetto Rem Koolhas – uno tra i più influenti teorici dell’architettura – in collaborazione con la divisione del suo studio AMO. Questa collaborazione non è nuova per Prada, che coopera con l’artista dal 2007 con il progetto Real Fantasies.

La modalità in differita del fashion show sembra mettere perfettamente a loro agio i due direttori creativi, che creano un universo quasi claustrofobico, un luogo che non ha bisogno di essere definito, con pareti ricoperte di moquette, resina e marmo. Una casa che sfugge al suo significato più emotivo, ma si trasforma piuttosto in una dimensione poco rassicurante, dove i modelli alternano le loro falcate a balli coreografici sulla colonna sonora di Riche Hawtin, in arte Plastikman. La scenografia è sempre stata un elemento chiave delle sfilate di Miuccia Prada e Raf Simons: basti pensare alle pareti coperte di fiori della Couture Dior o agli spazi espositivi di Fondazione Prada.

https://www.instagram.com/p/CKPhbFMs4Tk/

L’intera collezione è strutturata intorno ad un capo, il long-john, una calzamaglia maschile realizzata in diverse sfaccettature e declinata in modi diversi in tutta la sfilata. È un capo per la stagione fredda, si adatta perfettamente al corpo, ma viene anche stratificato; si nasconde nei pantaloni, si intravede nelle maniche dei giubbotti. Diventa un possibile inno al loungewear, terreno di esplorazione per molti brand durante la pandemia, i quali hanno ricercato modalità per renderlo accattivante per uno storytelling adeguato all’alta moda. I cappotti sono estremamente geometrici, grazie alle linee semplici, e sono accompagnati da giochi di layering: il look a strati diventa il sigillo identitario della sfilata. Emerge l’iconico bomber rosa di Raf Simons, stavolta riadattato in stile Prada, accompagnato da vistosi guanti arancioni in pelle.

https://www.instagram.com/p/CKRj5m9D5R8/

Questa collezione, come hanno dichiarato i due creatori, è dettata da un romanticismo ancestrale, pieno di emozioni – non a caso è intitolata Possibile Feelings – che non hanno paura di essere sperimentate e rivoluzionate. Simons ha dichiarato che “il tempo della rinascita è ancora lontano”; in un momento particolarmente critico diventa essenziale che gli abiti si focalizzino sul loro essere confortevoli e non necessariamente esuberanti. In un mondo che cerca a fatica di tenere incollati i suoi fragili pezzi, è consentito sognare. Non possiamo riempire le discoteche, ma possiamo ballare ad occhi chiusi su una techno romanticamente decadente, senza limiti.

La collaborazione tra Miuccia e Simons non smette di interrogarsi. Se la campagna SS21 ha posto domande a cui chiunque può rispondere attraverso il sito di Prada, adesso la conversazione è riservata a giovani studenti di scuole selezionate da ogni parte del mondo, i quali conversano con i due designer su quesiti concettuali, a tratti filosofici, riguardanti la moda. Designer famosi per lavorare nell’ombra ed essere schivi con la stampa aprono il loro processo creativo al mondo intero. Prada ha intercettato la necessità del pubblico di indagare argomenti fondamentali ed esistenziali di un settore in continua trasformazione. La sua storia è pronta a scrivere un nuovo capitolo.

Alla base di tutto c’è l’individuo, con il suo corpo e la sua libertà. Cercavamo qualcosa che fosse intimo, tattile, che abbracciasse il corpo ma che non lo nascondesse.


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