Smettere di fumare, per chi ne è davvero dipendente, è sempre qualcosa di arduo e complesso. Non si tratta solo di un’azione fisica, bensì psicologica e meditata, frutto di un complesso percorso fisico e mentale. Diversi sono poi i metodi a disposizione, tra cui anche la sempre più comune opzione delle e-cig, le sigarette elettroniche. Seppur vendute come la soluzione al problema, le e-cig non sono più efficaci di altri metodi per smettere di fumare, e molto spesso generano un’altra tipologia di dipendenza.
Fumo e numeri, cosa c’è da sapere
Il tabacco, secondo dati presenti sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è responsabile di un numero di vittime altissimo, maggiore di quelle provocate da alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi. Ogni anno nel mondo il fumo uccide circa 7 milioni di persone, di cui 6 milioni per consumo diretto. Se spostiamo il focus sulla nostra nazione, osserviamo che in Italia il fumo uccide circa dalle 70.000 alle 80.000 persone ogni anno, con età tra 35 e 65 anni.
Secondo i dati ISTAT del 2017, i fumatori in Italia sono 10,4 milioni, quasi il 20% della popolazione oltre i 14 anni di età. Sono invece 11,8 milioni (il 22,6%) le persone che possono fregiarsi del titolo di ex-fumatore, perché sono riuscite a smettere di fumare da almeno un anno. Un tempo questa era un’abitudine tipicamente maschile, ma il divario tra i due generi da questo punto di vista continua a diminuire: gli uomini fumano sempre meno, mentre cresce la quota delle fumatrici, soprattutto in giovane età.
Il dato positivo, se consideriamo gli anni appena passati, è che in Italia comunque un calo del consumo di tabacco c’è stato: il numero di fumatori è sceso dal 20,9% del 2013 al 19,8% del 2016. Inoltre, rispetto al 2011, nel 2014 le vendite di sigarette si sono ridotte del 5,7%, il che corrisponde a quasi due pacchetti in meno al mese acquistati da ciascun fumatore; tra il 2015 e il 2016 vi è stato un ulteriore calo del 2%.
Smettere di fumare e gli studi sulle e-cig
Per smettere di fumare esistono tanti metodi. Forse quello dell’utilizzo delle sigarette elettroniche è il più conosciuto e popolare. Due studi però mettono in discussione diverse credenze sulle e-cig. Per prima cosa revisionano il mito secondo il quale faciliterebbero una persona a smettere di fumare. In più smentiscono il fatto che non generino dipendenza dalla nicotina.
Le due analisi
Entrambe le analisi sono state condotte dagli scienziati della Scuola di Medicina dell’Università della California a San Diego. I numeri analizzati sono stati quelli del Population Assessment of Tobacco and Health (PATH) Study, una ricerca che include i dati di 46.000 fumatori seguiti con questionari annuali.
Nella prima ricerca sono state seguite 2.770 persone che fumavano quotidianamente e che avevano tentato di smettere nel corso del primo periodo di osservazione dello studio, tra il 2014 e il 2015. Un quarto degli intervistati aveva provato a smette di fumare ricorrendo alle sigarette elettroniche. Al momento del secondo questionario però, a distanza di 12 mesi, meno del 10% degli utilizzatori di e-cig era riuscito a tagliare i ponti col fumo. Una percentuale comunque di successo, se paragonata a quella ottenuta con altri metodi comuni, come le cicche, i cerotti e gli spray nasali a base di nicotina. Le probabilità di riuscita non erano comunque più alte in chi svapava quotidianamente.
Nella seconda analisi, riportata a fine luglio sull’American Journal of Epidemiology, sono stati seguiti invece 2.535 fumatori quotidiani od occasionali, alle prese con il tentativo di smettere di fumare. Il 17% aveva usato le sigarette elettroniche come via d’uscita. Nel questionario di verifica il 13% degli intervistati ha dichiarato di non aver toccato una sigaretta nei dodici mesi precedenti. Una percentuale che risulta maggiore rispetto allo studio precedente poiché sono stati inclusi anche i fumatori occasionali, per i quali smettere di fumare è più facile. Ma anche in questo caso, la percentuale di successo non risultava più elevata rispetto a quella di chi non aveva impiegato le e-cig.
Smettere di fumare si può (anche senza e-cig)
Dall’analisi delle due ricerche è emerso quindi che era meno probabile che gli svapatori intervistati fossero “liberi” dalla nicotina al momento della valutazione. Molti di coloro che avevano smesso di fumare utilizzavano infatti sigarette elettroniche, fumando comunque prodotti a base di nicotina.
Karen Messer, direttore di Biostatistica presso l’UC San Diego Moores Cancer Center, dichiara che le analisi sono la dimostrazione di un successo, poiché sono in grado di sfatare diversi miti legati alla correlazione smettere di fumare e le sigarette elettroniche. In conclusione, afferma infatti: “I nostri risultati suggeriscono che questi fumatori sarebbero riusciti a smettere di fumare anche senza le e-cig. Se non avessero usato le e-cig avrebbero avuto più successo nel liberarsi dalla dipendenza da nicotina”.