Un’artista caleidoscopica, classe 1984, che incanta lo sguardo con disegni dai colori funamboleschi e morbide forme in continua trasformazione. Semplicemente così si potrebbe descrivere il profilo di Olimpia Zagnoli, ma sicuramente questo non basterebbe a delineare una figura pregna d’arte come la sua. Perché Olimpia nasce a Reggio Emilia da una famiglia di artisti. E questo, sin da subito, le ha permesso di intraprendere una ricerca positiva e proficua attraverso l’arte e le sue sfaccettature:
Ho sempre disegnato in maniera quasi compulsiva, fin da quando ero piccola. […]. Mi piaceva che l’illustrazione avesse una finalità definita, che fosse mirata ad un prodotto, che non fosse arte astratta, anche se all’inizio si fa molta fatica e capire come ci si vuole esprimere, a trovare la propria lingua.
Una combinazione intimista di idee e colori
Le idee chiare, a quanto pare, hanno sempre fatto parte della sua persona. Grazie a questo nasce dunque la sua passione per l’illustrazione. Interesse che presto la porterà a lavorare con riviste e giornali di prestigio, come il New York Times e il New Yorker. È lei stessa ad affermare:
È stato più semplice di quanto non possa sembrare. Nel caso del New York Times, il primo quotidiano americano al quale mi sono rivolta, ho mandato una mail chiedendo di avere un appuntamento per mostrare il mio portfolio in occasione di un viaggio a New York. L’appuntamento mi è stato accordato e dopo qualche settimana è arrivata la mia prima commissione.
È evidente come tutto, ai suoi occhi, appaia semplice, proprio come i suoi disegni. Questi sono sempre concisi, ma mai banali e si avvalgono in primis della forza espressiva del colore. L’utilizzo di una sfaccettata scala cromatica – sempre accesa – e il suo rapporto con le forme scelte crea, ogni volta, una composizione differente. Che, se da una parte, sembra legarsi alla precedente, in realtà se ne discosta completamente. La connessione tra i disegni è quindi palpabile anche se non ne esistono di molto simili tra loro. La creatività, infatti, prende il sopravvento, e il punto di vista dell’artista è continuamente messo in discussione.
Cosa si intende per eclettismo?
Lo stile di Olimpia Zagnoli potrebbe essere descritto come eclettico. Anche se, in realtà, questa non è la definizione più corretta. L’eclettismo, infatti, in ambito artistico, definisce uno stile nato dalla mescolanza di più elementi, spesso eterogenei tra di loro. Olimpia, al contrario, è creatrice di opere sempre diverse, ma al contempo fortemente centrate tra di loro. Lo dimostrano le sue parole:
Più che cercare uno stile, cerco ogni giorno di trovare un linguaggio visivo che mi somigli, che non mi faccia sentire scomoda mentre lo guardo prendere forma.
Quel tocco Made in Milan
Olimpia Zagnoli è poi ormai un’artista nota, soprattutto a Milano, città in cui vive e lavora. La città meneghina, infatti, le ha permesso di farsi strada entro un mondo spesso ostile, ma molto affascinante. Collabora quotidianamente con grandi aziende di comunicazione, oltre che con brand che cercano di farsi conoscere grazie al contributo dei suoi disegni, sempre capaci di regalare nuove prospettive.
Di recente realizzazione è la collaborazione con Uniqlo, colosso di abbigliamento giapponese, fondato a Hiroshima nel 1984 e attivo oggi in 22 paesi nel mondo. Poco più di un anno fa è stata poi aperta l’enorme filiale in Piazza Cordusio a Milano. Su tale realtà non poteva mancare l’intervento estroso della Zagnoli, che per l’occasione ha decorato le sue vetrine. Al centro riposa la quotidianità messa in evidenza come pretesto per sollecitare tutto ciò che normalmente punterebbe al secondo piano.
L’opera è una composizione di finestre colorate ispirate all’architettura dei palazzi milanesi che si estenderà dal piano terra fino al secondo piano del negozio. […]. Affacciati alle finestre ci sono i veri protagonisti della città; i milanesi. Residenti, acquisiti, di passaggio o in partenza sono loro che animano questa metropoli e la trasformano ogni giorno.
Una collezione di collaborazioni inedite
Risale, invece, ad un paio di anni fa, l’evento annuale Pasta World Championship, nel quale l’illustratrice emiliana ha creato un’inedita confezione di Spaghetti Barilla N°5, omaggiando il rispetto per gli orientamenti sessuali. Nell’opera appaiono due figure di profilo, poste una di fronte all’altra, che condividono un ondulato spaghetto, soggetto ripreso dalla fantomatica scena del cartone d’animazione Lilli e Vagabondo. Si accompagna poi una frase che racchiude tutto: “Cooking is an art” (“Cucinare è un’arte”). Ancora una volta, un’azione quotidiana viene trasposta e ri-contestualizzata.
Passiamo dunque all’aprile 2019 quando Illy Caffè lancia una nuova collezione, firmata Olimpia Zagnoli. Una serie di sei tazzine, decorate con il volto di altrettante donne, tutte diverse ma complici di un’inevitabile unione. Il rito del caffè, poi, non fa che accentuare ulteriormente questo legame. Tutti questi esempi dimostrano come Olimpia sia sinonimo di versatilità, capace di dominare la scena artistica grazie a forme e colori giusti. Questi limitati elementi, spesso elementari, che ne fanno un’artista capace di imporsi ed eccellere a livello internazionale.