L’armonia con il nostro pianeta sembra essersi dissolta: nessuna comunicazione, nessuna comprensione, solo battaglie e inquinamento. Ad oggi sembra impossibile ricordare il mondo prima, negli anni ’70 ad esempio, dove ogni cosa sembrava in accordo, soprattutto il dialogo tra uomo e mondo.
Cos’è successo? Perché non riusciamo a ricordare? I motivi possono essere molteplici, però, ogni tanto qualcuno ci rinfresca la memoria proiettandoci l’immagine di un pianeta sano e in primis rispettato; stiamo parlando niente di meno che di Gucci e The North Face, insomma, Alessandro Michele e il suo team ci stupiscono sempre con i loro lavori e collaborazioni. I temi affrontati da questo incredibile duo sono: ecosostenibilità, esplorazione e nostalgia per gli anni ’70, tutti parte del DNA di entrambi i marchi. Da una parte troviamo la dimensione della realtà rappresentata da The North Face che con il suo contributo ha fornito gli strumenti adeguati agli amanti dell’avventura e del viaggio, accompagnandoli nella scoperta degli angoli del mondo. Dall’altra parte troviamo il lato introspettivo di Gucci che si impegna ad abolire i limiti dell’espressione dell’individuo, attraverso una moda libera.
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Ecosostenibilità
Questo tema è sempre più vivo e centrale nel panorama internazionale contemporaneo nonché importantissimo per l’industria della moda nel futuro. Nella collezione The North Face x Gucci, gli articoli sono realizzati in tessuto Econyl, ovvero un tessuto in nylon ricavato da diversi materiali rigenerati come reti da pesca, tappeti, tovaglie e altri scarti di lavorazione. É un’impresa unica in quanto questi materiali sono riciclati e ricostruiti riducendo notevolmente l’impatto ambientale. Per quanto riguarda i tessuti, molti degli inserti tessili presenti negli abiti sono parte della maison Gucci che dà nuova vita ai materiali usati. Anche il packaging, ovviamente, non trascura l’approccio a un mondo più “green”; le scatole e i sacchetti infatti sono prodotti utilizzando carta e cartone ottenuti con tecniche sostenibili, la carta è riciclabile al 100% e per ridurre gli sprechi le scatole sono comprese di maniglie, mentre gli articoli e acquisti più impegnativi e abbondanti sono imballati in borse e in custodie di cotone, in questo modo si evita l’utilizzo di scatole o di sacchetti.
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Esplorazione e nostalgia per gli anni ’70
La Collezione The North Face x Gucci rappresenta il riporto nostalgico degli anni ’70, il tema è stato scelto da Alessandro Michele per la campagna pubblicitaria creata e realizzata da Daniel Shea, l’ambientazione coinvolge le Alpi e include fotografie, video e contenuti a tema creati per Tik Tok. Le montagne e le Alpi riportano alla mente i viaggi in gruppo con gli amici e il sogno di una natura incontaminata, cosa che ad oggi per via del Covid-19 e l’inquinamento ci siamo tutti un po’ dimenticati. Quegli amici che negli anni ’70 si preoccupavano di munirsi di abiti e attrezzi da campeggio nel negozietto di The North Face in California per avventurarsi tra la natura e le montagne. Il messaggio della collezione “The North Face x Gucci” è chiaro: non fermarsi davanti agli ostacoli, cadere e rialzarsi, compiere e buttarsi in più avventure possibili, non avere paura di fallire; solo in questo modo si potrà arrivare sulle vette più alte e assaporare la libertà, la soddisfazione di avercela fatta, e comprendere le nostre infinite possibilità nel cambiare le cose.
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Insomma, il mondo del fashion ancora una volta si mostra al passo con i tempi, la sua capacità di coniugare stile, passione, natura e società non ha eguali; questo è importante per comprendere che l’industria della moda non è solo vestiti, scarpe, apparire e così via, ma è un modo di pensare, un’etica, una morale. Il nostro sguardo oggi è proiettato verso un pianeta più pulito, ecosostenibile e a una moda con ritmi più lenti. A tal proposito ricordiamo alcune parole di Alessandro Michele nei suoi “appunti del silenzio”:
Roma- 27 Aprile, 2020
Il cambiamento che immagino passa innanzitutto attraverso la capacità di ricontattare le ragioni più profonde che mi hanno spinto ad entrare nel mondo della moda. Sento in bisogno di rinnovare un patto, depurando l’essenziale dal superfluo. Avverto la necessità di raccontarmi, in maniera autentica al movente di una scelta. A quell’insieme di motivi che hanno costruito il mio andare. Ho capito, nel tempo, che questi motivi hanno nomi e intensità diverse, ma si addensano tutti fatalmente intorno ad una stessa urgenza: la possibilità di raccontare. È questa possibilità. Così ancestrale e potente che mi ha sempre permesso di costruire varchi espressivi, di dare spazio a quel nucleo di inesprimibile che agita i miei sogni, di celebrare la nostalgia dell’imperfezione, di omaggiare la bellezza che fiorisce di forma in forma. È questa possibilità che mi consente di afferrare, con morsi d’infinito, il quotidiano innamoramento dell’esistenza.
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