Martedì 18 Dicembre 2020 il gruppo milanese Reynolds ha pubblicato i propri due singoli di debutto: Vivi per finta e Veleno. Chiaramente ispirati alle sonorità rock degli anni Novanta, la band ha voluto esordire con due pezzi nello stesso giorno, che fanno da preludio a un EP composto da dieci tracce. Rigorosamente con un lato A e B – un po’ come ai vecchi tempi, potremmo dire –, l’EP contenente i due singoli sembra davvero voler riportare gli ascoltatori indietro nel tempo. È proprio l’intento di questi cinque ragazzi milanesi: ricordare i tempi in cui si andava nei pub a sentire le band locali, i centri sociali e quelle serate trascorse a urlare a squarciagola qualche pezzo dei Verdena.
Chi sono i Reynolds?
La band del palloncino nero nasce nel 2017 davanti ad un bancone di un bar e da due anni si esibisce per locali con spettacoli molto teatrali. Questo curioso appellativo è dovuto al desiderio di esplorare il proprio io – rappresentato, per l’appunto, da un palloncino nero – come protesta nei confronti di chi predica il totale disimpegno emotivo, come se la musica non fosse proprio questo: mettere se stessi in una canzone. Un po’ come si faceva spesso con il rock cantautorale degli anni Novanta e dei primi anni Duemila, da cui la band prende non a caso ispirazione.
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Anche il nome del gruppo, “Reynolds”, segue il pensiero artistico del complesso, essendo un termine legato al mistero che avvolge la scomparsa del celebre Edgar Allan Poe. Prima di esalare il suo ultimo respiro, pronunciò diverse volte questo nome, di cui però non si è mai scoperto nulla. Chi era Reynolds? E perché Poe lo ha nominato tanto insistentemente nei suoi ultimi istanti di vita? Grandi misteri che, forse, non avranno mai risposta, e per questo sono tali. Leggenda vuole, invece, che Reynolds sia semplicemente il volto di tutte le paure dello scrittore, descritte minuziosamente nelle sue opere. Da qui, dunque, verrebbe l’idea della band di descrivere la paura in ogni sua sfumatura, e dell’incessante tentativo di vincerla cercando un senso all’esistenza. Sicuramente noi de «Lo Sbuffo» non possiamo sapere la verità riguardo questo misterioso appellativo, ma riconosciamo che la scelta di questo nome si abbina perfettamente all’estetica della band milanese.
I primi due singoli
L’EP di debutto dei Reynolds è anticipato dai due singoli Veleno e Vivi per finta, che denotano lo stile alternative rock intrapreso. È un tipo di rock nostalgico ma innovativo, tra Marlene Kuntz e Foo Fighters conditi da un’immensa grinta e l’utilizzo della lingua italiana. Dei due, Vivi per finta è sicuramente la più energica, con sonorità che strizzano volentieri l’occhio a del sano metal; Veleno, definita dalla band come uno “spleen alcolico di fine serata”, è più dolce, quasi psichedelica, molto più vicina al panorama musicale italiano. Due gioielli davvero rari.
In merito a Vivi per finta, il gruppo si è espresso con tali parole:
La paura, il tema che più affascina e accomuna da sempre e lo fa in modo tanto diversificato quanto eterogeneo. Pone l’uomo nel mezzo di una costante scelta, lasciarsi affogare dal suo peso o reagirvi nel bisogno primordiale di sopravvivenza. Il bambino che di notte teme l’armadio e lo fissa prima di cedere al sonno. Il ragazzo che lotta per accrescere i propri consensi nella spietata società adolescenziale e infine l’uomo, quello che non ha più scuse e che vede davanti a sé due sole strade. Avere ancora paura o essere egli stesso la paura. “Vivi Per Finta” è il titolo della vita, il percorso di quel del bimbo che da un giorno in poi non teme più l’armadio, di quel ragazzo incosciente che sfida la vita per poter un giorno diventare finalmente uomo e avere a disposizione ancora una scelta.
Non ci resta che aspettare l’uscita dell’intera opera per poter capire a pieno la visione artistica della band milanese.
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Copertina gentilmente offerta da Conza Press