“Io paragono l’Italia con il resto dell’universo, come un magnifico quadro con un muro imbiancato a calce.”
Marija Konstantinovna Baškirceva
Nonostante parole tanto lusinghiere non siano state né le prime né le ultime ad essere dette riguardo al Bel Paese, sembra che nel presente siano pochi coloro che considerano ancora l’Italia la terra dalle mille sfaccettature che ha saputo imporsi nella storia come un caposaldo della cultura.
I colpevoli di così poca fede sembrano essere soprattutto coloro che questa terra la abitano. Tuttavia, che sia una reazione prevedibile da parte delle persone che hanno l’abitudine di vedere lo stesso panorama tutti i giorni, o che sia un paradosso pensare che proprio gli italiani rifuggano così la loro bella terra, il Covid-19 ha saputo, o almeno tentato di, rimettere tutti in riga.
Proprio così. Se in passato il turismo costituiva una delle maggiori entrate economiche in Italia sin dal periodo di marzo con l’occasione delle feste di Pasqua, nel 2020 il virus ha provocato l’assenza di circa 81 milioni di presenze, pari al 18% del totale annuale. Che sia stato l’ennesimo colpo è indiscutibile, ma, forse, non tutto vien per nuocere. Infatti, prima si accetterà l’evidente impossibilità di raggiungere i luoghi esotici, le città metropolitane d’oltreoceano e le capitali del turismo estero tanto desiderati, prima ci si renderà conto che questo piccolo stivale di terra può già offrirci molte di queste cose.
Nell’articolo precedente, facente parte di questo breve, ma, si spera, rassicurante percorso, si è parlato dell’arte ai tempi del Covid-19: un’arte vissuta a distanza, da lontano, magari da soli o in compagnia di pochi, un’arte che, come tutti noi, si è dovuta piegare e adattare alle circostanze, ma ha saputo, nonostante tutto, trovare il proprio spazio all’interno di una società dalle caratteristiche ancora vacillanti.
Rowling direbbe che ce n’è per tutti i gusti+1, ed effettivamente non avrebbe tutti i torti: che si tratti di visite in città storiche, di itinerari progettati per gli appassionati di arte o per i più avventurosi che non temono un po’ di fatica, l’Italia, da Nord a Sud, può accontentare in moltissimi modi.
L’Italia e l’arte
Un classico. Forse il binomio per cui siamo tanto famosi e il motivo principale per cui innumerevoli gruppi di turisti stranieri costellano ogni anno le stradine acciottolate che percorrono questi tesori di storia. Dalle città più tradizionali come Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo, fino ai borghi più nascosti e dimenticati, che sono forse per questa ragione i più sorprendenti, con botteghe e viuzze tutte da scoprire.
Altrettanto interessanti, soprattutto per chi desideri saperne un po’ di più, sono i musei. Tra questi sono numerosi quelli che, anche durante la prima ondata della pandemia, hanno deciso di garantire un’alternativa sicura alle decisamente più sensazionali ma rischiose aperture dal vivo: gli Uffizi di Firenze, il Museo Egizio di Torino, il Museo d’arte moderna di Bologna, la Pinacoteca di Brera, il Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci e così tanti altri. Per quanto riduttiva possa essere l’esperienza di un museo vissuta da lontano, non bisogna disdegnare un po’ di intrattenimento intellettuale.
L’Italia all’aria aperta
Chi ha detto che l’Italia è solo per accademici? Le infinite opportunità di viaggio che il territorio nazionale garantisce prevedono anche paesaggi naturali mozzafiato per chi trovasse più stimolante entrare in contatto con il paesaggio. Da Rocca d’Orcia alle rive del lago di Garda, dalle Terme di Saturnia alla Grotta dello Smeraldo, dalla Scala dei Turchi alle Dolomiti e chi più ne ha più ne metta. Che si tratti di mare, lago, montagna o collina, molti italiani saranno sorpresi di scoprire qualche bellezza “a portata di auto” che fino a quel momento avevano ignorato, giusto perché l’erba del vicino sembra sempre più verde. Per chi fosse poi un appassionato di trekking, il CAI (ossia il Club Alpino Italiano) ha provveduto ad aggiornare tutte le indicazioni necessarie a svolgere l’attività escursionistica senza correre alcun rischio (naturale o virtuale che sia)… perché non approfittarne in un momento in cui l’aria pulita è così salutare?
L’Italia a tavola
Cliché, sempre e comunque, ma a ragion veduta. La cucina italiana, spesso motivo di orgoglio e, altrettanto spesso, di rivendicazioni polemiche contro quei “vichinghi” (per dirla con Checco) che cercano di imitarla con scarsi risultati, sta diventando un patrimonio da tenere d’occhio, soprattutto in un’epoca in cui le generazioni più giovani perdono l’abitudine di imparare i cosiddetti segreti della nonna.
Una soluzione a questo problema potrebbe essere un itinerario che abbia come mete le città famose per i loro piatti e i loro vini. Che sia per il gusto di farsi una vacanza godereccia lontana dalle preoccupazioni abituali o semplicemente per orgoglio personale, scegliere il ramo del turismo enogastronomico è un’alternativa piuttosto allettante. A Gallipoli con la scapece, a Sorrento con i limoni, ad Alghero con la paella algherese, in Sicilia con i cannoli, a Matera con il pane e via via ripercorrendo le coste e le valli fino ad arrivare al fresco Trentino dei canederli e al Piemonte del Barolo. Inoltre, il bello di un’impresa simile è che richiede solamente un grande appetito.
L’Italia on low budget
Quando la cifra a disposizione deve rimanere contenuta, giovani avventurieri e adulti a cui piacciono i viaggi improvvisati possono optare per gite fuori porta in macchina o, per i tragitti più lunghi, in treno. L’itinerario delle ville del Veneto, per esempio, è accessibile a chiunque voglia godersi un po’ di verde e grandiose ville secolari. O, ancora, un itinerario dei castelli del trentino, dalla Val di Sole alla Val di Non, con l’appoggio di qualche bed and breakfast lungo la strada. Se si ha voglia di fare una (lunghissima) passeggiata allora il Cammino dei Briganti è un’opzione da considerare, così come la salita verso la Sacra di San Michele in Piemonte. Agli amanti della bicicletta si offre invece il paesaggio del Lago di Garda che assicura per una notevole lunghezza una ciclabile ben collegata.
L’Italia e lo spirito
L’Italia ha anche un profondo legame con la spiritualità. Senza indagare meriti e colpe di una delle più grandi istituzioni ecclesiastiche del mondo, questa terra ha da offrire moltissimi siti di interesse religioso la cui bellezza non teme confronti. Partendo dalle più pittoresche situate nella roccia come quelle di Santa Rosalia a Palermo o l’Eremo di San Colombano in Trentino, per giungere alle più mastodontiche come il Duomo di Milano o la cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze.
Di estrema importanza per i cattolici di tutto il mondo è ovviamente il Vaticano, che con il suo museo, l’architettura eccezionale e i capolavori barocchi diventa meta obbligatoria per chiunque si interessi di beni culturali. Altrettanto incantevole è la Basilica di Sant’Andrea a Mantova, che porta ancora le tracce evidenti del suo ideatore Leon Battista Alberti.
L’Italia, la flora e la fauna
Una scena da film, di quelle che suscitano pace e serenità. L’Italia affascina sì per la sua storia, ma anche per la varietà di colori che il suo paesaggio offre. Una gita adatta anche ai più piccoli non troppo allettati dall’idea di una visita al museo. Un giro per i parchi e gli zoo della penisola permette di vedere panorami curati e allestiti appositamente per accogliere diversi tipi di fiori, piante e via dicendo. Le isole Borromee, il parco di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin, Parco Sigurtà, la Villa Medicea di Castello o ancora il Giardino della Ninfa.
Se invece si vuole optare per qualcosa di più “animalesco” basterà scegliere una riserva o uno zoo. Tenendo presente che sono numerose le aree in cui gli animali vengono lasciati liberi nel loro habitat naturale (con chiaro controllo delle autorità) come per esempio il Parco Naturale Adamello Brenta, si trovano anche varie oasi del Wwf, il Parco Safari delle Langhe, il Bioparco Zoom di Torino, il Parco faunistico la Torbiera o ancora quello di Spormaggiore. Scoprire quelle che sono le specie di animali che abitano il territorio italiano può rivelarsi un’esperienza curiosa per chi non ha mai messo piede fuori dalla città.
In definitiva, è innegabile che le attività, così come le mete, ci siano e siano anche numerose. Quello che di positivo il Covid-19 potrebbe aver portato è quindi una maggiore consapevolezza delle possibilità offerte dal Paese in cui si ha la fortuna di vivere. Pensare all’estero è cosa naturale e giusta, soprattutto oggi che la globalizzazione si è fatta così massiccia e insistente, ma d’altro canto dimenticare ciò che si ha due passi da casa è quasi una colpa se il Paese in questione è proprio dell’Italia. L’orgoglio di poter usufruire di un simile territorio deve essere il motore della conoscenza di esso. Essere italiano ai tempi del Covid-19 vuol dire questo: fare propria una storia che è “nostra” da sempre ma dimenticata da troppo, godersi il paesaggio dal vivo pensando a chi, per sua sfortuna, può vederlo soltanto in fotografia, non limitarsi ad abitare nel proprio paese, ma viverlo fino in fondo, scoprendo ogni sua peculiarità. Chissà se non sarà proprio l’isolamento dentro i confini nazionali a farceli riscoprire.
La storia del paradosso ha una lunga tradizione che inizia nell’antichità, con Zenone di Elea nel V secolo a.C., coi suoi paradossi contro la molteplicità e contro il movimento (il paradosso di Achille e la tartaruga o della freccia). Nel corso dei secoli molti filosofi e pensatori hanno utilizzato i paradossi nelle loro argomentazioni fino al pensiero moderno con il filosofo Bertrand Russel e il suo paradosso del barbiere sopra citato e da lui usato nello studio della teoria degli insiemi e della gerarchia dei diversi tipi. Lo studio di Russell, infatti, mise in luce alcune contraddizioni della matematica racchiuse nella sua antinomia che: “l’insieme di tuti gli insiemi che non appartengono a sé stessi appartiene a sé stesso se e solo se non appartiene a sé stesso”, come appunto lui esemplifica nel paradosso del barbiere.
In conclusione, estremizzare la realtà nel paradosso ci può aiutare ad intraprendere delle strade di risoluzione o perlomeno di ricerca di risposte e di validazione di alcune teorie di cui è costellata la nostra storia del pensiero. Attraverso la tensione tra ragione ed esperienza, che trova la sua applicazione nella contraddizione come condizione ineliminabile dell’esistenza, il paradosso, senza trascinarci in un buco nero concettuale può diventare un’affascinante terreno d’esplorazione filosofica.
FONTI:
Piergiorgio Odifreddi, C’era una volta un paradosso, Einaudi, Torino, 2004.
Nicholas Falletta, Il libro dei paradossi, Longanesi, Milano, 2005.
Franca D’agostini, Paradossi, Carocci editore, Roma, 2009.
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Il paradosso come stimolo e provocazione per uscire dalla logica dell’opinione comune e per argomentare su verità apparenti e finzioni. Immerso nella realtà quotidiana, il paradosso ci circonda e ci investe non solo nella sua dimensione percettiva e sensoriale ma soprattutto in quella dell’immaginazione concettual