Valeria Fusarri, in arte Ciao sono Vale, nasce a Lovere (BG) nel 1998. Si avvicina alla musica a 16 anni e, durante gli anni dell’adolescenza, inizia a imparare tante cose da autodidatta. Nel 2018 è finalista della gara per artisti emergenti Deejay On Stage a Riccione, e nell’ottobre dello stesso anno vince le audizioni ufficiali dell’etichetta Honiro Ent.
Successivamente, nel 2019, canta in apertura del ‘Festival Primo Maggio’ di Roma del 2019 e poi di una data del live tour di Mostro, che consacra l’inizio della sua carriera. Il 24 gennaio 2020 è uscito il suo album d’esordio SOS, realizzato insieme al producer Matteo Costanzo. La sua carriera continua nell’estate 2020 con l’uscita di Kill Bill, primo pezzo in collaborazione Diego Calvetti (produttore).
Il 16 dicembre è uscito Xanax, il suo nuovo singolo. Sicuramente è un pezzo difficile da scrivere e da sentire perché personale quanto forte. La dipendenza da psicofarmaci è un tema spesso affrontato da molti rapper, soprattutto giovani. Xanax è infatti uno sfogo, sono parole urlate per esorcizzarle, lacrime di liberazione da una morsa stretta e dolorosa.
Noi de «Lo Sbuffo» abbiamo avuto l’occasione di farle qualche domanda.
L’intervista a Ciao Sono Vale
Quando hai scritto Xanax, la tua ultima uscita? Com’è nata? Raccontaci tutto.
Ciao! Ho scritto le strofe di Xanax un anno fa in studio a Roma durante una crisi di panico, riesco a sentire ancora tutte le sensazioni che ho provato scrivendo: la rabbia, la delusione, la tristezza ma alla fine lo sfogo nel liberarmi completamente. Il ritornello l’ho lavorato insieme al mio produttore, Calvetti, un paio di mesi fa in studio da lui.
Per te la musica sembra proprio una necessità, un modo per sfogarti, ma anche una luce di speranza nel buio dei momenti no. Ti trovi d’accordo con questa percezione che abbiamo di te? Pensi che la musica possa aiutare, in qualche modo?
Assolutamente sì, avete descritto al meglio ciò che la musica è per me. Diciamo che non sono una musicista, né tantomeno una cantante professionista, né una rapper, non mi identifico in niente di ciò. La mia è arte, è pura passione, è aver bisogno di sfogarmi e di comunicare al mondo i miei punti di vista, che siano felici o tristi, complicati o leggeri poco importa, l’importante per me è comunicare. La musica salva, in ogni caso. La musica è casa, è non sentirsi soli mai.
Chi ti ha ispirato a fare musica? È una cosa che hai sempre avuto dentro o ti sei fatta accompagnare su questa strada da qualche artista o dalla famiglia?
Diciamo che chi mi ha dato la spinta all’età di 16 anni è stato proprio un artista, Ed Sheeran. Ho iniziato ad appassionarmi tanto alla musica grazie a lui, mi colpì nel profondo il suo modo di fare, la sua storia e la sua vita. Poi, piano piano, mi sono staccata un po’ da tutto e ho iniziato a lavorare su me stessa, sul mio percorso e sui miei testi. Mio padre era un deejay e sicuramente mi ha donato il senso del ritmo, mia sorella è una grande artista, anche lei scrive e quando rappa mi fa volare. La musica ce l’abbiamo nel sangue!
Nelle tue canzoni si percepisce anche della sofferenza, oltre all’indifferenza agli eventi della vita. Quale tra le due cose è la peggiore, secondo te?
Nessuna delle due è un male secondo il mio punto di vista. Se proprio devo scegliere dico l’indifferenza. Anche se spesso è importante e serve per riuscire a vivere più tranquillamente ciò che nella vita può ferirti. La sofferenza è un’emozione ed ogni emozione va vissuta in maniera “sana”, è giusto essere tristi nei momenti in cui qualcosa non va, anche per apprezzare al meglio la felicità quando tutto si sistema.
Che sensazioni ti ha dato il tuo album SOS? Qual è il brano a cui sei più legata?
SOS per me resterà l’album a cui sono e sarò più legata a livello affettivo per sempre. Sono contenta di averlo condiviso con tutti, perché è una parte di me in tutto e per tutto e sono davvero emozioni che avevo bisogno di esternare. Delay, è la mia rivincita quel brano.
Hai collaborato con qualcuno, nella creazione del disco? Qual è invece il tuo featuring dei sogni – che speriamo di vedere in futuro?
Allora, per quanto riguarda SOS, il disco è stato prodotto interamente da Matteo Costanzo, eccetto Delay che è stata creata da lui insieme ai Prod By Enemies. I testi li ho scritti io insieme a Federico Maccaferri e per un paio di brani ho avuto l’onore di ricevere l’aiuto di Marco Masini. Kill Bill e Xanax invece segnano l’inizio della mia collaborazione che in seguito vedrà un nuovo album insieme a Diego Calvetti. Per quanto riguarda il feat al momento mi piacerebbero Fasma, Nayt e Axos. Ma in realtà ce ne sono tanti.
Cos’ha significato per te aprire un live di un artista così importante come Mostro?
Ha significato tantissimo, Mostro è uno dei miei artisti preferiti da sempre, molto prima che iniziassi a lavorare con Honiro.
È stato veramente bello e molto emozionante.
Dove ti vedi tra vent’anni? Sei soddisfatta di dove sei arrivata finora?
Mi vedo sempre a fare arte, però girando il mondo con la mia musica. Certo, però non mi accontento mai, ho sempre voglia di fare molto di più di quello che faccio.
“Ed è triste pensare che un artista per piacere debba cambiare” (Superficiale). Quanto ti senti influenzata dal tuo pubblico? Pensi che anche tu sarai costretta a cambiare?
Dal mio pubblico non mi sento influenzata, ho un piccolo fandom di persone che mi capiscono e condividono tutto ciò che faccio sempre.
Dal pubblico in generale vedo come funzionano le cose ed ogni tanto mi capita di pensare che tanti artisti ottengono molto più successo facendo ciò che il pubblico vuole sentire. Io non sono così, non riesco ad essere così e no, non sarò costretta a cambiare, al massimo a migliorare sempre di più ciò che porto avanti ora.
“Ciao sono Vale” più che un nome è un piccolo inizio di conversazione, sembra che tu voglia dire “benvenuti nel mio mondo”. Cosa volevi tramettere scegliendo questo pseudonimo?
Esattamente questo, insieme al mio vecchio team di lavoro stavamo pensando ad un nome d’arte carino che potesse presentare al meglio il mio progetto. Ciao sono Vale, io sono questa, nel bene o nel male. (Ho fatto anche la rima).
Se dovessi descriverti con tre parole, quali sarebbero?
Sensibile, determinata e diversa.
In conclusione, Ciao sono Vale è un progetto a cui hanno già preso parte mani autorevoli – quali quelle di Masini, ad esempio. Valeria è, dall’altra parte, un’artista completa, con racconta la sua vita con una crudezza credibile, sincera, vera. Secondo lei, infatti, non bisogna tenere lontane le emozioni considerate negative, perché anche queste possono portare a risultati brillanti, e Xanax ne è una prova.
Materiale gentilmente offerto da Honiro
Copertina gentilmente offerta da Honiro