“La giornata”: il ritratto dello sfruttamento e del caporalato

Quando si parla di sfruttamento del lavoro, si pensa ai periodi storici segnati dalla schiavitù e si guarda a queste pratiche come qualcosa che non appartiene più alla società odierna. La cronaca continua però a ricordarci che non è così e che c’è ancora molta strada da fare. Non si parla soltanto di luoghi lontani: siamo in Italia, dove gli eventi hanno acceso solo recentemente l’attenzione sulla piaga del caporalato, termine che meglio descrive lo sfruttamento moderno. Sono spesso storie di donne e uomini comuni e anche il cinema ha deciso che non era più tempo di rimanere a guardare. Nel 2017 il regista Pippo Mezzapesa ha diretto La giornata, un cortometraggio che racconta la storia di Paola Clemente e che diventa una denuncia sociale per le condizioni lavorative disperate in cui molte persone si trovano ancora oggi.

Paola Clemente

Paola Clemente è una donna vittima del caporalato e dello sfruttamento nelle campagne pugliesi. Il 13 luglio 2015 Paola, all’età di 49 anni, morì in un vigneto, colta all’improvviso da un infarto mentre stava lavorando. Il cortometraggio riprende, in una sequenza di pochi minuti, gli ultimi momenti della vita di Paola e lo fa da un punto di vista inaspettato. Come viene detto nel finale, le parole utilizzate dai personaggi sono prese dagli atti registrati nel corso del processo aperto in seguito agli eventi di quel 13 luglio. Nonostante la morte di Paola Clemente venne registrata come “morte per cause naturali”, probabilmente si sarebbe potuto fare qualcosa per evitare che la sua vita si interrompesse così tragicamente.

Viaggio

La giornata, pur essendo molto vicino alla realtà, non mostra scene di lavoro o sfruttamento come ci si potrebbe normalmente aspettare da un lavoro cinematografico su questo tema. La storia di Paola è ricostruita attraverso le espressioni delle persone che furono con lei negli ultimi attimi della sua vita. Buona parte del cortometraggio si concentra sul viaggio che ogni mattina Paola e le sue colleghe facevano per raggiungere i campi. Il silenzio viene interrotto soltanto dalle parole dure delle altre donne, testimoni e vittime dirette di una delle più grande macchine di sfruttamento del mondo contemporaneo.

Le parole e gli sguardi dei personaggi comunicano la disperazione di una vita vissuta in quelle condizioni, dove “contare la giornata” sembra essere l’unica cosa importante. Pochi soldi, certamente non abbastanza, in cambio della salute, della sicurezza e della dignità che un lavoro tutelato potrebbe dare: Paola, però, ci ha rimesso anche la sua stessa vita.

Smuovere le acque

La storia raccontata nel cortometraggio è vera e ha lo scopo primario di lanciare un disperato grido di aiuto. Sono ancora moltissime le persone oggi che vivono nelle stesse condizioni di Paola e le sue colleghe. La tragedia narrata in questo lavoro cinematografico ha innescato però anche un meccanismo positivo. La storia di Paola è arrivata anche nella sede del Parlamento italiano ed è stata uno dei tasselli fondamentali per la creazione di una legge contro il caporalato e lo sfruttamento sul lavoro.

Inoltre, le indagini fatte in seguito al processo sulla sua morte hanno dimostrato che le informazioni dell’azienda agricola per cui lavorava non corrispondevano alla realtà dei fatti. Questo tipo di comportamenti provocarono ritardi e gravi conseguenze negative che portarono alla morte di Paola Clemente. Oggi, il processo per la sua morte e quello che coinvolge l’azienda in operazioni di sfruttamento e truffe sono ancora in corso, ma tutto ciò ha contribuito a portare all’attenzione di tutti l’urgenza di questo dramma sociale quotidiano.

Premiare l’impegno

I media hanno iniziato a interessarsi a queste vicende e anche il mondo del cinema ha deciso di premiare il lavoro di Pippo Mezzopesa. La giornata ha ricevuto infatti il Nastro d’Argento nel 2018 come miglior cortometraggio per l’impegno sociale e la candidatura ai David di Donatello dello stesso anno. Questo dimostra come anche il cinema cerchi, nel suo piccolo, di non voltare le spalle a temi sociali ingombranti, ma che fanno parte della quotidianità di molte persone e che vanno al più presto individuati e abbattuti per costruire ogni giorno una società equa e migliore per tutti. 

Dunque, La giornata rappresenta una diapositiva efficace della vita di quella parte della società più debole e vulnerabile, che soccombe sotto il potere dei forti per poter guadagnarsi qualcosa da vivere. Passano gli anni e i secoli, ma certe cose sembrano non cambiare mai. Anche in Italia ci sono zone dove la ruota della sicurezza di diritti e tutele rimane impantanata nel fango di truffe, corruzioni e sfruttamento, spesso nel silenzio più tragico. Cortometraggi come questo non sono solo denuncia, ma offrono la possibilità di aprire gli occhi e renderci consapevoli del fatto che la strada è lunga, ma vale la pena di essere percorsa, per Paola e per tutte le vittime dello sfruttamento.

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