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“Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche)”: lo sfruttato che Caparezza ha reso nobile

Siamo nell’aprile del 2008 quando Caparezza pubblica Le dimensioni del mio caos, il suo quarto album in studio. Il rapper-cantante pugliese vive un momento florido della propria carriera, essendo salito alla ribalta due anni prima con Habemus Capa. Il fortunato album era riuscito ad ottenere il disco d’oro, certificazione che al tempo aveva una valenza sicuramente diversa. A maggior ragione per un rapper. Il Sogno Eretico del 2011 riceverà addirittura il riconoscimento di disco di platino. Fermandoci al 2008, Caparezza confeziona un disco maturo, definendolo “fono-romanzo” per via delle storie trattate all’interno dello stesso. Anche il concept gioca una parte importante: il filo narrativo che permea l’intero prodotto mostra la capacità del rapper pugliese di destreggiarsi all’interno di un genere che definire “rap” risulta riduttivo. Le dimensioni del mio caos è un vero e proprio racconto e i protagonisti sono stati concepiti per rappresentare un modello di vita reale.

L’eroe di Caparezza

All’interno dell’album sono diversi i capolavori che sono rimasti negli anni. Il brano che, però, più di tutti riesce nell’intento di coniugare tematiche politiche e sociali, attualità e concetti in rime è la Storia di Luigi delle Bicocche. Eroe, vero titolo del brano, racconta di Luigi delle Bicocche, operaio precario italiano che incarna l’essenza del lavoratore sfruttato e dalla difficile situazione economica. Luigi affronta una vita dura, segnata dalla propria condizione lavorativa.

Nonostante questo è un buon padre di famiglia, si occupa delle persone a lui care. È, per l’appunto, quello che potrebbe essere definito un eroe contemporaneo.

Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere
Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere
Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere.

Caparezza è chiarissimo: il suo eroe non salva il mondo, non è neanche la rappresentazione di colui che ce l’ha fatta. Luigi è invece un uomo semplice, di quelli che portano il pane a casa e che simboleggia quei valori che nel mondo di allora richiamavano piuttosto l’immagine di uno sconfitto. In dodici anni non sembra essere cambiato molto.

Un’evidente critica sociale

Luigi non cede alle facili tentazioni, rinunciando a soldi immediati e tirando dritto con quel poco che racimola con la sua occupazione. La critica sociale è fortissima: Luigi rappresenta quelle migliaia di lavoratori italiani che vivono la sua stessa condizione. Soprattutto nel Sud Italia non è raro neanche oggi sentir parlare di storie come quelle dell’eroe di Caparezza. Un brano che commuove, fa riflettere sulla difficoltà ma anche e soprattutto sulla bellezza di Luigi, della sua persona, dell’onestà di un uomo che naviga in un mercato ottuso, saturo e totalmente privo di sentimenti.

Nel pezzo Caparezza tira in ballo la politica tutta, i poteri forti che oggi non possono quasi essere nominati se non si vuole essere tacciati di retorica e inutile moralismo. Dal negazionismo dovuto alla sempre più crescente mancanza di interesse e di curiosità, al tema dell’inquinamento, della TAV e della società dell’immagine, dell’apparire a tutti i costi. Che il pezzo sia contemporaneo anche dieci anni dopo l’uscita non è di certo una buona novella. Sicuramente rende ancor più importante l’intuizione di Caparezza, che nel corso degli anni ha abituato il pubblico a veri e propri saggi politici, trattati di un’attualità malata e di una società corrotta.

La realtà sociale e l’ironia 

Per far denaro ci sono più modi
Potrei darmi alle frodi e fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi.

Anche nella terza strofa Luigi rimane fedele ai propri ideali. È incorruttibile, è l’esatto opposto dell’uomo del suo tempo, costantemente pronto a tutto pur di guadagnare due soldi in più. E quindi piegarsi alla società che vuole esattamente questo. Il consumismo prima e l’assoluta mercificazione di qualsiasi tipo di rapporto poi hanno fatto dell’Occidente il luogo meno florido in assoluto per professare ideali di onestà, solidarietà, rettitudine morale.

Lo sfruttato di Caparezza è però vivo, è reale, esiste ed è tra di noi. È presente alle manifestazioni di sciopero per una retribuzione più equa. È in prima linea per proteggere i propri cari. Si tiene lontano da certi ambienti marci. È il capovolgimento del suo stesso errore: è un supereroe a tutti gli effetti, che non ha bisogno di mostrare agli altri ma solo di dimostrare a se stesso e a quelli che ama.

Le dimensioni del mio caos contengono un altro brano iconico di Caparezza, Vieni a Ballare in Puglia. Anche qui vengono trattate tematiche sociali come ad esempio l’Ilva, che oggi si spera possa subire a breve una conversione “verde”. La canzone è palesemente ironica e, ad oggi, rimane ancora attualissima per quelle che sono le problematiche di un meridione che ha ancora bisogno di sostegno. Tuttavia, è stato scelto l’eroe per parlare di queste tematiche perché Luigi è un uomo come noi, un padre, un operaio, un alacre lavoratore e una persona perbene. Un vero e proprio supereroe.

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