La letteratura genera mostri: creature soprannaturali e freak sono la concretizzazione della tendenza a stabilire ciò che è altro da sé, che non si riesce a spiegare o che è troppo spaventoso da considerare parte della natura umana. Monstrumana è un podcast letterario che analizza proprio questo tipo di personaggio: le voci degli anglisti Gaetano Pagano e Francesca Giro conducono l’ascoltatore in un viaggio alla scoperta di ciò che c’è di mostruoso e, al tempo stesso, di profondamente umano, in capisaldi letterari dell’epoca gotica e vittoriana, ma non solo.
Lo Sbuffo ha intervistato la co-host di Monstrumana Francesca Giro per una chiacchierata sulla tematica del podcast e sull’utilizzo di questo medium come forma di divulgazione umanistica.
Nel nome del podcast è rilevante la parola “mostro”, che deriva dal verbo latino “monere”. Il monstrum è un prodigio ma anche monito: che rilevanza ha questo termine al giorno d’oggi, ora che il termine ha assunto una connotazione del tutto diversa?
F: A noi interessava il monito come campanello d’allarme, il confine tra ciò che è ritenuto accettabile e cosa non lo è. Il mostro è una creatura liminale che simboleggia ciò che non è accettato, una creatura altra da qualunque punto di vista, al momento non esistente nella realtà. L’unica eccezione finora fatta è Quasimodo, reso “mostruoso” dalla disabilità e dalle sue deformità fisiche.
Nei romanzi che avete trattato finora c’è una netta prevalenza della letteratura gotica e vittoriana: a cosa è dovuta?
F: A un paio di ragioni. Innanzitutto, sia io che Gaetano siamo anglisti, quindi è innanzitutto una questione di formazione. Poi il genere gotico non solo genera mostri in continuazione, ma è il periodo che ha stabilito il canone stesso della mostruosità con creature come Dracula e il mostro di Frankenstein. Questi mostri così popolari attirano persone che già li conoscono, o almeno credono di conoscere: è un’ occasione perfetta per cercare di aprire un nuovo mondo e mostrare prospettive diverse partendo dai capisaldi della letteratura.
Una delle peculiarità di Monstrumana, che lo rende più di un semplice podcast letterario, è il rimando a teorie sociologiche, filosofiche ed estetiche, prese in considerazione nel trattare categorie come quelle del brutto, dell’orrore e del grottesco. Quali sono quelle che consideri fondamentali come chiavi di lettura e da dove consiglieresti ai lettori di partire per approfondire?
F: Io e Gaetano abbiamo modalità di analisi abbastanza diverse: Gaetano lavora moltissimo in aderenza al testo, oltre ad essere immerso nella narrativa in quanto scrittore. Lui si concentra prettamente sul concetto di grottesco e sublime. Quanto a quest’ultima categoria, consiglia la lettura di Edmund Burke. Io invece lavoro tantissimo con il contesto: il testo non esiste in un vuoto. Rientro nella corrente del New Historicism, guardo tantissimo a tutto ciò che sta intorno a un testo dal punto di vista della cultura, del costume, delle pratiche. Consiglio a tutti di leggere Stephen Greenblatt, in particolare il suo libro “Will In The World“, in cui parla delle opere shakespeariane raccontando il contesto che le circonda, con un mix molto godibile di storia e letteratura.
In Monstrumana si affacciano anche discipline più recenti come la queer theory o l’inserimento di tematiche femministe: c’è un equilibrio specifico da raggiungere nel far dialogare passato e presente, tempo del racconto e tempo dell’interpretazione?
F: Il testo è molto spostato nel tempo rispetto al nostro punto di vista, a cui corrisponde uno scostamento di percezione e contesto storico e culturale. In Monstrumana cerchiamo sempre di includere entrambe le prospettive: utilizziamo teorie e studi moderni, ma senza dimenticare le spiegazioni sul perché una determinata rappresentazione sia fatta così e ovviamente senza tentare di giustificarla. Bisogna giocare su questo equilibrio per evitare di ricadere in letture anacronistiche o letture che non aggiungono nulla alla conversazione contemporanea. Artefatti culturali vecchi di secoli ci parlano ancora tanto nonostante la loro età, bisogna trovare la lingua giusta per parlarne.
Passando invece alla parte più tecnica della realizzazione di un podcast: che attrezzature richiede? Quanto tempo dedicate, in proporzione, alla ricerca e al montaggio di una puntata?
F: Da un punto di vista tecnico entrambi abbiamo un microfono per registrare; Gaetano ha coperture per attutire la pronuncia di determinate lettere e migliorare la qualità audio, mentre io mi arrangio con attrezzature casalinghe. Gaetano si occupa del montaggio e delle musiche con un software specializzato. I tempi di preparazione di una puntata sono biblici: c’è il tempo fisico di rilettura dei testi di riferimento, dopo il quale inizia la ricerca vera e propria. Ci indichiamo a vicenda le tematiche di cui occuparci, accavallandoci in realtà di rado; dopodiché ci buttiamo nella ricerca leggendo libri e articoli accademici. Monstrumana è completamente scripted, c’è tutta una fase di editing e correzione delle parti che precede il montaggio e richiede molto più tempo. Le puntate infatti escono raramente, ogni un mese e mezzo. Il format che abbiamo scelto è quello della divulgazione a tutti gli effetti, che garantisce non solo l’intrattenimento ma anche la puntualità dei temi trattati dal punto di vista dell’analisi critica e letteraria rispetto alla semplice conversazione.
Questa puntualità nell’analisi non esclude tuttavia che il podcast sia piacevole da ascoltare: cosa significa fare divulgazione umanistica attraverso questo mezzo innovativo?
F: La nostra volontà è dare più informazioni possibile senza annoiare chi ci ascolta. La letteratura dell’Ottocento, in fondo, ha uno scopo molto più popolare rispetto al ruolo che adesso occupa nel canone letterario. Nel divulgare invece è importante tenere a mente il ruolo e il pubblico che avevano in origine. Questo podcast è un modo per portare il nostro bagaglio di conoscenze accademiche a chi non è in questo mondo: rielaboriamo saggi e articoli specialistici che altrimenti difficilmente arriverebbero a un pubblico generalista. La divulgazione si fa tanto nelle scienze, purtroppo molto meno nelle materie umanistiche. Fare divulgazione è una continua negoziazione tra il proprio bagaglio culturale e la forma da rendere accessibile al pubblico.
Per concludere, riesci già a darci anticipazioni sulla prossima puntata di Monstrumana?
F: Abbiamo in programma di espanderci oltre al canone europeo: già con alcune puntate abbiamo esplorato altri tempi e luoghi, ma gli ascoltatori possono aspettarsi ulteriori aperture verso orizzonti nuovi. Nel complesso, abbiamo intenzione di dare una visione d’insieme più inclusiva della letteratura.
Monstrumana è disponibile sui principali siti di streaming come Spotify e Spreaker, oltre che sul canale YouTube di Gaetano Pagano.
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