Tickets To My Downfall, quarto album in studio del rapper e attore americano Machine Gun Kelly, uscito il 25 Settembre, segna una svolta nella carriera dell’artista di Cleveland e, forse, anche la rinascita di un genere ormai troppo di nicchia, se non estinto, che ha infiammato l’adolescenza dei giovani di fine anni Ottanta e inizi anni Novanta: il pop punk.
Il pop punk nasce negli anni Settanta negli Stati Uniti e in Inghilterra dalla fusione delle sonorità pop e punk rock, prediligendo riff semplici, orecchiabili e trascinanti. Ha invece vissuto il suo periodo di massima diffusione a cavallo della seconda metà degli anni Novanta e della prima metà degli anni 2000. Tra i maggiori esponenti di questo genere troviamo i Green Day, i Sum41 e i Blink182 – il cui batterista, Travis Barker, è protagonista in prima linea della rinascita del genere in collaborazione con Machine Gun Kelly.
La transizione verso il pop punk
Machine Gun Kelly – nome d’arte di Colson Baker – nel corso della quarantena non ha affatto lasciato a bocca asciutta i propri fans. Pubblicando numerose cover di pezzi storici del pop punk e rilasciando nuovi brani, ha provato a rilanciare questo genere, nonostante la consolidata carriera da rapper. Kells, chiamato così dai propri fans, è reduce da un biennio 2018-19 burrascoso, dove la sua reputazione ha subito un forte attacco in seguito al beef con il rapper più iconico al mondo, Eminem, portandolo a subire molto odio dalla fanbase media del rap mainstream.
Nonostante ciò, con la pubblicazione degli ultimi due album in studio, Hotel Diablo e Tickets To My Downfall, ha vissuto una rinascita. Facendo molto leva sulle sonorità punk, già presenti in parte anche nei suoi primi lavori, le mescola con il rap nel primo album e si immerge totalmente nel pop punk nel secondo. Già all’interno di Hotel diablo possiamo assistere a un segnale di questa transizione con il brano I think I’m OKAY, che sancisce la prima collaborazione tra Machine Gun Kelly, Travis Barker e la giovane promessa pop punk britannica YUNGLBUD. Nel pezzo, complice la presenza di Barker, ci si proietta all’interno di un tempo passato, tra la fine dei Novanta e l’inizio degli anni 2000. Un intenso tuffo nel passato, che ricorda le high schools americane e i film con stereotipi sulla gioventù americana come American Pie.
Tickets To My Downfall
Il trio, in particolare Kells e Barker, ha subito fatto infiammare i fan nostalgici dei Blink, i quali hanno chiesto a gran voce un’ulteriore collaborazione. Possiamo solo immaginare la loro soddisfazione: Tickets To My Downfall porta ai giovani che non hanno vissuto l’era dei Blink quell’esplosione di energia che ha segnato l’adolescenza dei ragazzi dei primi anni Novanta e che, complice l’esplosione del genere rap e del fenomeno trap, è andata scemando soprattutto a partire dal 2010.
L’album, prodotto interamente sotto la direzione artistica di Travis Barker, rappresenta al meglio il mondo pop punk, trattando argomenti tipici del genere. Primi fra tutti la gioventù e i suoi problemi come l’amore, l’insicurezza nei riguardi del futuro e il senso di ribellione – testimoniato anche esteticamente, con outfit provocatori e l’utilizzo dello smalto nero da parte degli artisti. Il tutto è completato dalla modernizzazione del suono, con l’utilizzo, in particolare, dei pattern di hi-hats tipici della trap (ogni due step e dal suono metallico), che si sposano alla perfezione con questo genere.
Anche nelle collaborazioni, la scelta degli artisti da affiancare nei pezzi è stata molto mirata, facendo affidamento a giovani che affondano le loro radici delle proprie sonorità nei riff di chitarra tipici del rock – quali Trippie Redd, Iann Dior, blackbear e YUNGLBLUD. Il risultato finale è un prodotto che trae spunto dal passato, ma che è adatto al presente e al futuro, e che potrà dare una spinta definitiva alla rinascita del genere e arrivare alle orecchie dei giovani d’oggi.
È la fine della carriera da rapper di Machine Gun Kelly?
Possiamo parlare quindi di una nuova vita artistica di Machine Gun Kelly? Non proprio, dato che il rapper ha affermato di voler continuare ambedue le correnti artistiche.
Quello che possiamo affermare con certezza è che Tickets to my Downfall segna un grande ritorno in auge del genere pop punk nel mondo musicale mainstream. Cosa, tra l’altro, confermata dai numeri elevati ottenuti a un mese dalla pubblicazione (spiccano i singoli my ex’s best friend con 94 milioni di stream e bloody valentine con 72 milioni), con l’auspicio che nuovi artisti, o artisti già affermati, possano contribuire a mantenere questo genere in evidenza nel mondo musicale odierno.