Uno dei temi più caldi di questo periodo storico è senz’altro quello della parità di genere. Dal femminismo alle lotte per i diritti delle donne e LGBT si assiste sempre più ad una vera e propria rivoluzione che, fortunatamente, sta portando gran parte della popolazione verso un pensieri e idee più aperti nei confronti delle categorie più discriminate. Prendendo come riferimento la musica italiana, è innegabile come, dal punto di vista degli inviti ai festival, degli streaming e dei contratti con le maggiori case discografiche della penisola, le donne abbiano generalmente più difficoltà rispetto agli uomini, in un panorama musicale nel quale, soprattutto per ragioni culturali, in molte fanno fatica ad imporsi.
Parlando più strettamente di musica, un’altra importante caratteristica della musica italiana (ma non solo) è l’assoluta disparità che esiste nell’ambito della libertà di espressione artistica. Per farla breve, la maggior parte dei testi delle canzoni che contiene riferimenti all’amore, al sesso, alla quotidianità si basa su parametri e vocaboli prettamente afferenti a un linguaggio e a una cultura, se vogliamo, “maschilista”. Il caso di Madame, ormai nota rapper e cantante dal talento straordinario, è stato preso in relazione al suo ultimo singolo Clito, uscito su tutte le piattaforme il 6 novembre di quest’anno.
Risulta evidente come il tentativo di sdoganare termini, linguaggi ed espressioni appartenenti alla sfera femminile sia sempre più riuscito, soprattutto da parte di un’artista che ha solamente 18 anni. Ciononostante, ha già collaborato ad alcuni dei pezzi e degli album dei colleghi più importanti della scena. Primo su tutti Marracash (nel brano MADAME – L’Anima), ma anche Ghali, Mecna, Elodie e persino con i Negramaro, unico featuring dell’ultimo album Contatto del gruppo.
Clito e il maschilismo nella musica italiana
Perché Clito è importante? In primo luogo, per il titolo. Se la scena musicale italiana è piena di riferimenti sessuali più o meno espliciti che fanno riferimento alla sfera sessuale maschile, Madame capovolge tutto. Ed è proprio questo che fa riflettere: se il titolo avesse fatto un’allusione alla sessualità maschile non avrebbe suscitato lo stesso interesse, né sarebbe stata percepita come una provocazione. In secondo luogo, per il percorso di Madame. Dopo le varie collaborazioni con i colleghi uomini e il grande successo riscosso grazie a quella aggiunta di femminilità che mancava nell’hip hop italiano, Madame si è da tempo messa in proprio e sta raggiungendo lo status di rapper donna all’interno di un contesto fortemente polarizzato verso la figura maschile.
Parlando di rap femminile, in un’intervista per Rockit.it – in cui le veniva chiesto se fosse giusto affermare che la sua musica possa essere ascoltata più facilmente da donne – Madame ha risposto così:
Ci saranno tantissime ragazze cui manca il coraggio d’esporsi. Anzi, ci sono un sacco di Madame non ancora esplose in tutt’Italia. Parte della colpa è proprio del pregiudizio: una ragazza che non è spinta a fare rap, di sicuro, preferirà cimentarsi col pop romantico. Io sono sempre stata un po’ maschiaccio, ho avuto la fortuna di diventare la sorellina minore di tanti rapper importanti, questo mi ha aiutato, ora che anche il rapper femminile si sta diffondendo, a non essere stereotipata, a evolvere uno stile mio.
Ha poi parlato dell’esposizione del corpo femminile:
Trovo ridicolo chi giudica un’artista perché sceglie di mostrare il suo corpo. Ovviamente, se supportata da una valida proposta musicale. Quest’atteggiamento mi dà fastidio, siamo nel 2020.
Non parliamo di rap femminile, parliamo di rap
Quello che viene fuori ascoltando Madame esula dal dibattito sul rap femminile in Italia. La sua musica non è qualcosa di riconducibile, è anzi un tuffo verso un’esperienza tutta nuova, che in qualche modo scriverà la storia del genere in Italia. Se siamo qua a tessere le lodi della cantante della provincia vicentina è anche grazie all’aiuto di un’altra donna che ha già scritto la storia del rap italiano. Stiamo parlando di Paola Zukar (manager di pezzi grossi come Fabri Fibra, Marracash e Clementino), che dal 2019 inizia a puntare sulla giovane rapper veneta e la inserisce nel suo giro di artisti.
È fondamentale sottolineare come Madame abbia iniziato a farsi conoscere grazie all’aiuto dell’etichetta Arcade Army, nota grazie agli youtuber Arcade Boyz. Il duo ha accompagnato la giovane rapper nei primi passi della sua carriera, che sembra destinata a prendere il volo per l’autrice di Sciccherie e Clito.
Non resta che vedere come si evolverà la carriera di Francesca Galeano (vero nome di Madame). Speriamo che possa realmente rappresentare un punto di svolta non solo per il genere hip hop, ma per tutta la scena musicale italiana. In particolare quella urban, per portare alla ribalta il concetto di rivoluzione linguistica, sociale e culturale espresso in precedenza. E speriamo anche che il fenomeno delle ragazze che si avvicinano al rap e a una cultura street possa continuare a espandersi, e che generi come l’hip hop non siano più unicamente maschili.