essere bravi in matematica

Essere bravi in matematica è anche questione di geni

Essere bravi in matematica non è sempre così scontato. Quante volte, davanti a un’espressione logaritmica, a uno studio di funzione o un’esercizio di trigonometria, si ha come l’impressione di perdere l’orientamento, di far fatica ad “uscirne”, tentando di navigare a vista in via di una risoluzione. L’abilità matematica è qualcosa di complesso, può venire allenata, ma in parte dipende anche da una certa indole o predisposizione. In particolare, secondo uno studio tedesco, potrebbe dipendere in piccola parte dalla presenza di un gene specifico. Ma ovviamente, “l’essere predisposti” non è tutto.

Essere bravi in matematica: il fattore genetico

Secondo uno studio condotto presso il  Department of Neuropsychology del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Leipzig, in Germania e pubblicato anche su Focus.it, “l’essere bravi in matematica” dipende in buona parte da fattori genetici, volti a sviluppar tutte quelle abilità matematiche legate al calcolo, ai numeri e alle risoluzioni. Fin da bambini, secondo gli scienziati, il principale indiziato sarebbe un gene chiamato ROBO1, le cui varianti sono legate allo sviluppo della materia grigia nella corteccia parietale destra, la regione del cervello dedicata a far di conto.

essere bravi in matematica

Gli scienziati hanno misurato il volume della materia grigia nel cervello di alcuni bambini. Si trattava di bambini tra i tre e i sei anni di età, che non avevano ancora ricevuto alcun tipo di istruzione matematica. Hanno quindi analizzato il genoma di questi bambini identificando le varie espressioni del gene ROBO1. Hanno trovato una precisa correlazione tra le varianti del gene e la quantità di materia grigia. Negli anni successivi i ricercatori hanno seguito i bambini nei loro percorsi scolastici, hanno raccolto i loro voti in matematica e hanno cercato eventuali correlazioni con le analisi fatte in passato.

Essere bravi in matematica: i fattori ambientali

Secondo quanto pubblicato dal team di scienziati su Plos Biology ci sarebbe un nesso tra variante del gene ROBO1, quantità di materia grigia e perfomance in matematica dei bambini: sembra che circa il 20% della capacità di maneggiare i numeri sia ascrivibile a fattori genetici. Va sottolineato come i risultati dello studio non possano essere considerati definitivi. Alcuni neuroscienziati fanno notare come nella ricerca tedesca non si tenga sufficientemente conto dei fattori ambientali. Tali fattori potrebbero aver influito sulle capacità matematiche dei bambini. Inoltre, se anche queste correlazioni fossero provate in future ricerche, altri quattro quinti delle abilità matematiche sarebbero riconducibili ad altri fattori.

Essere bravi in matematica: l’allenamento

Se “essere bravi in matematica” non dipende solo dal gene, è utile porre attenzione anche sull’allenamento. Utile e vitale quanto quello fisico. Logica, capacità di calcolo, memoria e attenzione sono tutte capacità essenziali che si possono sviluppare e potenziare, grazie a precise pratiche. Il calcolo mentale rapido ad esempio è un esercizio efficace per mantenere in forza il cervello. Calcolatrici e computer tendono invece ad atrofizzarlo.

essere bravi in matematica

Se si amplia lo sguardo verso il digitale e gli smartphone, l’ecosistema di Android, come quello di Apple, è ricco di applicazioni specifiche. App pensate per divertire, intrattenere e allenare la mente. Sono in genere applicazioni semplici e fondate su regole logiche, algoritmi, formule ripetitive e interfacce applicative pensate per intrattenere in modo divertente e simpatico l’utente e al tempo stesso per far lavorare la sua mente. Una mente che così, anche grazie a tecnologie ludiche, può continuare ad apprendere e a sviluppare nuove connessioni e sinapsi che potrebbero trovare applicazione utile in futuro in ambiti diversi da quello giocoso e rilassato di una applicazione ludica disponibile su uno smartphone o tablet.

Una di queste è ad esempio Lumosity, un’ applicazione che si presenta nella forma di tre giochi diversi, ognuno di essi finalizzati a obiettivi diversi quali lo sviluppo e l’allenamento della capacità di memorizzazione e di mantenere alta l’attenzione, la risoluzione di problemi, la rapidità di pensiero e elaborazione cognitiva e la flessibilità di pensiero. I giochi obbligano a giocare contro il tempo e sono stati programmati per un esercitazione periodica e continua. Una sessione di gioco al giorno può migliorare le capacità mentali del giocatore/utente. I miglioramenti possono essere tracciati e monitorati oltre che comparati con i risultati ottenuti da altri giocatori.

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