Vent’anni: un inno alla libertà per le nuove generazioni

Io c’ho vent’anni
Perciò non ti stupire se dal niente faccio drammi
Ho paura di lasciare al mondo soltanto denaro
Che il mio nome scompaia tra quelli di tutti gli altri
Ma c’ho solo vent’anni
E già chiedo perdono per gli sbagli che ho commesso
Ma la strada è più dura quando stai puntando al cielo
Quindi scegli le cose che son davvero importanti
Scegli amore o diamanti, demoni o santi.

Hanno rabbia, sogni e passioni della giovinezza, ma, soprattutto, i Maneskin sanno bene cosa vogliono. Da un’intervista su YouTube (che potete vedere integralmente cliccando qui):

Abbiamo le idee molto chiare su quello che vogliamo essere, su quello che vogliamo fare e su quello che è il nostro sound.

La band romana, esplosa grazie alla partecipazione al programma X Factor nel 2017, dopo molti grandi successi e un periodo passato a Londra, torna alla carica con il nuovo singolo intitolato Vent’anni. Un pezzo rock, dalle tinte forti, una lettera aperta alle nuove generazioni, cantanta con energia e vitalità. Uscito il 30 ottobre 2020, si presenta come l’inizio di nuovi progetti e di una nuova fase artistica. Un brano che è anche un manifesto

per accorciare il gap generazionale, portando alla luce emozioni e sensazioni che sono universali e possono accumunare tutte le generazioni.

Un pezzo con delle chitarre rock che richiamano gli anni Settanta, in un disco dove l’esperienza live e la forza degli strumenti si fa sentire.

E’ raro trovare gruppi di ragazzi giovani che si mettono a suonare la chitarra e fanno una band. Ormai è tutto più improntato sulla musica elettronica, sulla produzione e via dicendo.

Siamo stati molto influenzati dagli anni Ottanta e come gruppo cerchiamo di tornare a un suono analogico, diverso da quello che va oggi di moda.

Ha spiegato nelle interviste Victoria.

Il gruppo pensa in grande e lo ha dimostrato tramite una suggestionante performance live – ma senza pubblico a causa del covid – dove per la prima volta è stata suonata Vent’anni, tra i palazzi imperiali sul Palatino di Roma, la loro città.

La campagna promozionale per il singolo è firmata dal fotografo Oliviero Toscani, che ha ritratto i quattro ragazzi nudi e stretti in un abbraccio. Un inno alla diversità, un modo per dire a tutti di liberarsi dagli impedimenti e dalle sovrastrutture, così da essere autentici e senza veli.

Volevamo rappresentare l’amore privo di sovrastrutture e pregiudizi. La libertà sessuale e del proprio corpo, per essere se stessi.

Un inno alla libertà contro la cultura dell’odio, che racchiude il pensiero di questa band così giovane e già così strepitosa, che sa di avere ancora molta strada di fronte a sé.

Abbiamo voglia di fare qualcosa che vada oltre il profitto, non vogliamo essere di passaggio, ma fare qualcosa di significativo in questa vita. Lasciare il segno.


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