Il Signore degli Anelli: best moments (1° parte)

A quasi vent’anni dall’uscita del primo film della trilogia, la saga cinematografica de Il Signore degli Anelli non smette di emozionare. Il mondo di Tolkien, la Terra di Mezzo, i suoi fantastici abitanti; elementi indimenticabili che hanno permesso al regista Peter Jackson di collezionare ben 17 statuette d’oro dell’Academy. Un mondo favoloso trasposto sul grande schermo; la grandiosità dell’epica elaborata dalla settima arte.

Pellicole di tale spessore rendono difficile una selezione di sequenze che si distinguano per carica emotiva e spettacolarità visiva. Tuttavia, abbiamo provato a stilare una classifica dei 5 migliori momenti di ciascun film. Partiamo ovviamente dall’inizio di questo lungo e travagliato viaggio; dal primo capitolo di una magnifica storia: La Compagnia dell’Anello.

5) Tanti auguri Bilbo Baggins

Al quinto posto di questa classifica troviamo una delle sequenze iniziali della pellicola: il centoundicesimo compleanno dello Hobbit Bilbo Baggins. Dopo averci introdotto nella Terra di Mezzo e averci fatto assaporare la bellezza idilliaco-pastorale della Contea, Peter Jackson si addentra nel clima di festa che circonda il personaggio di Bilbo. Il compleanno del saggio Baggins è un vero e proprio gioiello; balli, musiche folkloristiche, birra, erba pipa, fuochi d’artificio. Un’esperienza visiva accattivante e coinvolgente, preambolo allegro e necessario ai primi reali attimi di tensione. Il discorso di Bilbo ai parenti infatti, seppur condito dall’ironia di un complicato e assurdo scioglilingua, rivela la stanchezza di un personaggio ormai alla fine del proprio viaggio. La sparizione improvvisa, colpo di teatro volto a sorprendere il pubblico, preannuncia il definitivo allontanamento dello Hobbit dalla Contea e introduce al pubblico l’elemento fulcro dell’intera saga: l’unico Anello.

Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell’affetto che meritate.

4) Collevento

Al quarto posto, un gradino più su, ecco l’oscurità. L’incontro-scontro a Collevento tra i quattro Hobbit e i Nazgul rappresenta uno dei momenti più bui del film. La sequenza in questione, collocata nemmeno a metà pellicola, rappresenta il primo vero confronto tra le forze del bene e quelle del male. Lasciata Brea e guidati da Aragorn, Frodo, Sam, Merry e Pipino sono infatti costretti ad affrontare i nove cavalieri neri inviati per recuperare l’Anello. Nonostante il coraggio e il buon cuore che guida gli Hobbit, solo l’intervento di Grampasso riesce a sventare i piani dell’Oscuro Signore e a trarre in salvo i mezzuomini. Giunto con un attimo di ritardo, l’erede di Isildur non può però impedire a uno dei cavalieri neri di trafiggere Frodo al petto. Un colpo quasi mortale; una ferita oscura che, pur parzialmente rimarginata dalla magia elfica, è cicatrice eterna, destinata a segnare per sempre la vita di Frodo Baggins.

3) La compagnia dell’anello

Sul gradino più basso del podio la sequenza che dà il nome al film. Immersi nel quieto e favoloso panorama di Gran Burrone, Frodo e i suoi amici stanno per cominciare il loro vero viaggio, anche se ancora nessuno di loro ne è a conoscenza. La riunione che Re Elrond indice per stabilire cosa fare dell’unico Anello è il punto di svolta della saga. Il momento destinato a cambiare le sorti delle vite di molti. La presa di consapevolezza da parte di Frodo che sarà lui a doversi addossare il peso più grande. A prendere sulle spalle il destino della Terra di Mezzo e segnarlo con il fuoco del Monte Fato.
È però soprattutto il momento dell’unione, del multiplo che si fa uno, del coraggio dei singoli asservito al bene comune. Il momento in cui uomini, nani ed elfi dimenticano ciò che li ha sempre divisi a favore di ciò che, da qui in avanti, li unirà per sempre. È la nascita della Compagnia.

File:Il Signore degli Anelli 060.JPG - Wikipedia

2) Tu non puoi passare!

Inutile girarci intorno. La frase pronunciata da Gandalf all’interno delle miniere di Moria è probabilmente la più iconica della saga e per questo motivo si guadagna a pieno titolo il secondo posto in classifica. Chiunque, anche chi non ha visto o apprezza Il Signore degli Anelli, conosce il grido del potente stregone. Un grido consegnato alla leggenda, frutto della magnifica interpretazione di un incredibile Ian McKellen.
Sfuggita all’assalto degli orchi, la Compagnia cerca una via di fuga dalla trappola di Moria. Il ponte di Khazad-dum rappresenta l’unica via percorribile. Qui, in mezzo alle imponenti costruzioni naniche, ha luogo uno degli scontri più epici della pellicola. Gandalf sfida il Balrog. Lo stregone grigio affronta la mitica creatura oscura. Bene e male. Luce e buio. Il saggio Gandalf, guida esperta della Compagnia, sceglie di rimanere indietro e, messi in salvo gli amici, cade nelle profondità della terra, abbandonando i compagni di viaggio e sacrificandosi per loro.

1) Mio Capitano, mio Re

Al primo posto di questa classifica non potevamo non inserire una delle sequenze finali del film. Gli ultimi attimi di vita del prode Boromir rappresentano infatti uno dei momenti di maggiore intensità emotiva della pellicola.
Quando la compagnia sta per dividersi, quando Frodo e Sam sono in procinto di incamminarsi per Mordor, un nuovo attacco degli orchi mette in pericolo le vite dei membri della Compagnia.
Coraggio, onore, bontà d’animo. Sono i sentimenti che guidano il cuore di Boromir, guerriero valoroso, strenuo combattente. Sentimenti che guidano la sua spada a difendere i compagni, prima di cadere sotto i colpi delle frecce nemiche. Gli istanti che precedono la sua dipartita dipingono un grande uomo. Un uomo che ha ritrovato la forza nel momento della perdizione; un uomo che sfrutta i suoi ultimi respiri per sigillare la sua lealtà ad Aragorn. Lealtà ad un fratello, suo capitano e suo Re.
Le mani dell’amico, a chiudere le palpebre di Boromir, rappresentano l’ultimo glorioso saluto. Il doloroso addio ad un uomo buono. Il doloroso addio al generoso figlio di Gondor.

Il nostro popolo… Il nostro popolo… Io ti avrei seguito, fratello mio. Mio Capitano. Mio Re.

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Wikipedia.org

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