Decostruzionista, dallo stile contraddittorio e avanguardistico: Ann Demeulemeester è la seconda componente, dopo Dries Van Noten, del gruppo dei “Sei di Anversa”, un collettivo di designer nato nel 1981 e con l’obiettivo di affermarsi nel mondo della moda.
Nella storia di Ann si ritrova uno degli anelli di congiunzione tra moda e arte: nasce e cresce a Kortrijk, nella regione settentrionale del Belgio, circondata dai famosissimi dipinti della scuola fiamminga. Infatti tra il XV e il XVII secolo, tra i Paesi Bassi ed il Belgio si era sviluppato un linguaggio artistico nuovo, diffuso dai fratelli Hubert e Jan van Eyck e divenuto famoso in tutto il mondo occidentale. Grazie a questa eredità culturale, Ann Demeulemeester si appassiona alla ritrattistica, frequentando per tre anni una scuola d’arte. Nei suoi dipinti però poneva particolare attenzione alla corporeità e agli abiti dei suoi soggetti: rapidamente cresce in lei la passione per il mondo della moda, che l’ha portata ad iscriversi al corso di fashion design dell’Accademia Reale di Belle Arti ad Anversa.
Nel 1886, cinque anni dopo aver conseguito il diploma, si lancia nell’avventura dei Sei di Anversa, partendo per Londra; la critica però era già innamorata di lei: nel 1882 vince la prima edizione del Gouden Spoel, un premio assegnato da una giuria internazionale di industriali, stilisti e giornalisti al designer più promettente dell’anno.
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Dopo aver lavorato come designer freelance, decide di fondare il suo marchio, insieme al marito fotografo Patrick Robyn, e lanciare la sua linea nel 1985, debuttando nel mercato della moda. La prima collezione non è stata però un successo: presentata otto anni dopo, in un’anonima galleria d’arte parigina, era stata paragonata ad un corteo funebre. Ann, consapevole del fatto che la filosofia dietro il suo brand non poteva essere compresa a fondo da coloro che guardavano la moda sotto un’ottica di business, non si è data per vinta; assume così Anne Chapelle, una consulente specializzata che, rispettando l’identità del marchio, è riuscita a risollevare la casa di moda, fino ad arrivare al lancio della linea maschile nel 1996.
L’intenzione dietro alle creazioni di Ann Demeulemeester era infatti molto lontana dalle logiche di marketing che muovono gran parte dei brand di moda; il suo approccio può essere definito quasi scientifico, in quanto cerca di risolvere in modo analitico alcuni problemi dell’abbigliamento, senza necessariamente lanciare nuove tendenze. Un esempio può essere rintracciato nelle scarpe alte nate alla fine degli anni ’90: in quel periodo i designer proponevano solo due modelli, uno basso di ispirazione maschile e uno a tacco alto. Dopo uno studio approfondito e più di tenta tentativi falliti, la designer è riuscita a proporre una scarpa comoda, alta e stabile.
Ann e il punk
Dietro alle creazioni della designer si cela una forte ispirazione alla musica punk e a tutto il suo immaginario, in particolare a quello di Patti Smith. Aveva solo sedici anni quando, camminando per le vie di Anversa, viene catturata dalla copertina di un suo album, Horses: la semplicità dello scatto di Robert Mapplethorpe, che aveva ritratto in una camicia bianca l’artista, sconosciuta fino a quel momento alla designer, l’aveva conquistata. Acquistando quel disco si prometteva di conoscere di persona Patti Smith; infatti, durante gli anni in Accademia, le ha confezionato e spedito tre camicie bianche, dando avvio a quella che oggi è una decennale amicizia, o come la definisce Patti, una sorellanza:
Eventually, we did find each other, and we became friends—no, sisters. We are sisters.
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L’ispirazione all’immaginario punk non si lega all’eccesso e all’eccentricità alla Sex Pistols, ma allo stile dei loro precursori: Nick Cave, The Velvet Underground, The Doors. I gruppi proto-punk erano accomunati da un’estetica glam, artistica e ricercata, differente da quella sovversiva proposta dalla paladina del punk successivo Vivienne Westwood.
Le sue collezioni sono quindi un mix di suggestioni punk, goth e decostruzioniste, riprendendo i designer giapponesi Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto nei tagli asimmetrici e nelle composizioni genderless e monocromatiche. Il risultato è qualcosa di avanguardistico, più vicino ad un’opera d’arte più che ad un capo d’abbigliamento.
L’addio al mondo della moda
Nel novembre del 2013, Ann Demeulemeester ha deciso di abbandonare le scene attraverso una lettera scritta a mano:
Ann Demeulemeester è un marchio ormai adulto, che con la sua identità e la sua eredità potrà continuare a crescere anche senza di me. Credo nell’azienda e nelle persone che hanno lavorato duramente con me. Abbiamo preparato questo passo insieme e loro si sentono pronti per portare il marchio nel futuro.
Sébastien Meunier, designer francese e collaboratore di Ann dal 2010, è stato scelto come direttore creativo del brand, debuttando a Parigi con la collezione Fall/Winter 2014.
Nonostante abbia abbandonato quel mondo, la sua personale visione della moda, carica di influenze legate al mondo della musica e dell’arte, permane anche nelle collezioni odierne, che mantengono quell’estetica gothic-punk tanto ricercata da Ann Demeulemeester.
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