Marino Capitanio, classe 1983, è un Visual Artist, Designer e Art Director dello studio Super Symmetry di Amsterdam. Ha esordito nel mondo del digitale da adolescente, dilettandosi con la programmazione di computer. In seguito ha deciso di approfondire le sue conoscenze e di frequentare il corso di Design e comunicazione al Politecnico di Milano.
Come artista si dedica all’esplorazione delle regioni ignote delle emozioni umane. Il suo fine è quello di esprimere un’idea in modo originale, attraverso video, Graphic design e Performance live. Orienta la propria ricerca e sperimentazione verso prototipi di narrazione interattivi e design computazionale.
Il debutto con i Deproducers
Tra le sue collaborazioni più rilevanti si distinguono i progetti con i Deproducers. Tra questi c’è Botanica, appartenente ad un ciclo di conferenze musicali, dopo Planetario, e basata sull’idea di concepire la scienza come poesia.
Il tutto avviene attraverso la riproduzione dal vivo di una colonna sonora, accompagnatrice delle straordinarie scoperte sulla vita segreta delle piante svelate dal neurobiologo Stefano Mancuso. La performance è sincronizzata con delle proiezioni di mondi sonoripulsanti realizzati dall’artista, capaci sia di potenziare la comunicazione dello scienziato, che di catturare il pubblico.
Alla conquista della genetica
Dall’incontro con la Fondazione A.i.r.c per la ricerca sul cancro, la musica dei Deproducers e il filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani nasce il progetto Dna. Si tratta di uno spettacolo psichedelico e super pop che ripercorre la storia della molecola della vita, dalla formazione delle prime cellule alla comparsa dell’Homo sapiens, fino alle nuove conquiste della genetica.
Come un viaggio a teatro, propone uno spettacolo della durata di circa 70 minuti, composto da diversi capitoli dedicati ciascuno a uno specifico tema. La destinazione finale consta nel dimostrare l’importanza della ricerca scientifica attraverso associazioni emotive e politiche. Queste diventano perciò accessibili mediante la musica dei Deproducers e le proiezioni sincronizzate create da Capitanio.
È dunque una storia che insegna l’unità nella diversità, poiché sul piano biologico non esistono razze. E il messaggio finale riguarda la serendipità della scienza, ossia l’importanza della ricerca di base, grazie alla quale è possibile partire da un grande quesito concepito dall’istinto, senza però sapere quale sarà la meta finale.
Il lancio “Subsonico”
Con il suo intervento al nono album inedito, Mentale Strumentale, dei Subsonica, invece, è riuscito a creare qualcosa di diverso. Ha fatto ciò a partire dalla copertina, nella quale ha scelto di rappresentare un processore subsonico, strumento esagonale immaginario, utilizzato idealmente per la realizzazione del disco.
Su questo ogni membro della band ha il suo plug di connessione, un percorso di dieci visual autogenerativi, uno per ogni brano, che tramutandosi andranno a comporre il ponte di una nave spaziale. Viene dunque concepito come una passeggiata nei meandri siderali dello spazio. Dalla fase di lancio della navicella, Decollo – Voce Off, al Rientro in atmosfera, questo progetto è riuscito a far emergere in modo inconsueto l’estro e la genialità del maestro.
La follia del Don Chisciotte
Significativo è stato anche il co-working con Jovanotti nel Don Chisciotte Tour del 2018. Durante questo, come in una vera ballroom composta da lampadari, luci laser, totem colorati e ponti girevoli, Capitanio ha trasposto le tracce musicali del cantante in surreali suggestioni visive. In questo modo ha trasmesso quel senso di illusione e distorsione della realtà tale da portare il pubblico a unirsi alla follia del Don Chisciotte.
Un esperimento fuori dall’ordinario quindi che, sfruttando la forza dell’immaginazione, ha cercato di opporsi alla cupezza attraverso il romanticismo. Così si rivolge a tutti gli illusi, i reietti, i pazzi per amore e visionari che considerano la loro vita come un sogno.
“Libera la tua voce”
Recentemente, invece, ad accaparrarsi il genio creativo del Visual Artist milanese è stata la rivista Grazia. Con la rivista l’artista ha firmato la copertina del numero 38 di Settembre, dedicato alla libertà di espressione, tolleranza e inclusività. Stavolta Capitanio è ricorso ai filtri AR di Instagram per la realtà aumentata. Attraverso questi ha creato una pagina bidimensionale che, se attivata, attraverso l’inquadratura della copertina con la camera frontale dello smartphone aperto sulla pagina Instagram di Grazia, utilizza gli elementi grafici presenti.
Le bocche e i fumetti, quindi, diventano spunto per raccontare le numerose testimonianze sulla libertà di espressione presenti nel magazine. Questo speciale filtro “Libera la tua voce” ha offerto sia ai lettori che agli utenti Instagram l’opportunità di condividere questo progetto digitale. In questo modo si sfida lo status quo su ciò che è considerato bello o normale, combattendo per il cambiamento.
La sua “genuina ossessione per la narrazione visiva”, definita così dallo stesso Marino, ha condotto quindi l’artista verso collaborazioni e progetti di diverse direzioni artistiche. Queste, attraverso un singolare percorso di tendenze visive reinterpretate con strumenti innovativi, hanno conseguito dei risultati inaspettati, sorprendenti e inevitabilmente unici.
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