Passeggiando tra le strade di Londra, se si osserva con sguardo attento, si possono notare molte piccole curiosità che caratterizzano la capitale del Regno Unito. Ad esempio, uscendo dal lato nord orientale del bellissimo Hyde Park, vicino a Marble Arch e Oxford Street, si potrà vedere, specialmente se è domenica mattina, un oratore che espone animatamente la propria tesi.
È il cosiddetto speaker’s corner, un angolo dove chiunque può prendere parola senza timore e dibattere di politica, di temi sociali o di diritti; insomma, di qualsiasi argomento, purché mantenga il rispetto per gli altri. In italiano è definito “angolo degli oratori” e si tratta di un grande omaggio alla libertà di pensiero e di parola. Molti degli abituali oratori sono persone comuni, che si presentano senza essere annunciate e possono parlare apertamente e scambiarsi opinioni con i presenti che si fermano ad ascoltare.
Tuttavia, la storia dello speaker’s corner è ben più antica: vicino all’area dove si trova attualmente sorgeva infatti il patibolo di Tyburn, creato nel 1196 e smantellato soltanto nel 1783. Nel corso dei secoli, più di 50.000 persone furono giustiziate in questo luogo. Tutti i condannati avevano un diritto particolare: potevano pronunciare liberamente un discorso, nel quale spesso criticavano le autorità statali o ecclesiastiche, oppure semplicemente affermavano con convinzione la loro innocenza.
Per questa ragione, le esecuzioni di Tyburn attiravano le folle, incuriosite dalle ultime parole dei condannati. Addirittura i più ricchi, affascinati dai discorsi dei prigionieri, potevano comprare un biglietto per assistere alle impiccagioni su delle piattaforme di legno. Le esecuzioni si trasformarono così in un’occasione di spettacolo, finché le autorità decisero di riportare l’applicazione della pena capitale presso il carcere di Newgate, perché la massa di persone presenti era diventata sempre più irrequieta e difficile da gestire.
Da metà Ottocento si cominciò a venire proprio in questa zona per tenere dimostrazioni pubbliche e dibattiti. Secondo alcune fonti, a dare inizio alla consuetudine di Hyde Park fu, nel 1855, la protesta contro il Sunday Trading Bill, una legge che impediva di comprare e vendere di domenica, l’unico giorno libero per molti lavoratori, specialmente operai. Marx aveva definito tali contestazioni “l’inizio della rivoluzione in Inghilterra”. Secondo altri, il primo a protestare in questo luogo fu un carpentiere che iniziò a tenere un discorso di fronte ai presenti, lamentandosi dell’alto prezzo del pane.
Quel che è certo è che, nei decenni seguenti, molte manifestazioni si sono tenute nella zona di Hyde Park, facendo nascere una sorta di tradizione. È però nel 1872 che un atto del parlamento decreta quest’area del parco libera da censura: ognuno può radunarsi e discutere senza alcun impedimento da parte del governo. Per tale ragione, qui si tennero discorsi di personaggi di grande calibro, quali Karl Marx, Vladimir Lenin e George Orwell. Quest’ultimo, parlando dello speaker’s corner londinese, lo definì una delle piccole meraviglie del mondo (“one of the minor wonders of the world”) e affermò di aver ascoltato in quel luogo
Indian nationalists, temperance reformers, Communists, Trotskyists, the Socialist Party of Great Britain (SPGB), the Catholic Evidence Society, freethinkers, vegetarians, Mormons, the Salvation Army, the Church Army, and a large variety of plain lunatics.
Successivamente, tra il 1906 e il 1914, furono le suffragette ad occupare quest’area per le loro manifestazioni in favore del voto delle donne. Costoro continuarono a protestare nonostante gli interventi brutali della polizia e le mosse politiche in loro sfavore, come il divieto, nel 1913, dell’unione sociale e politica delle donne nel parco. In tempi più recenti, si sono svolte diverse manifestazioni pacifiste; tra queste spicca, nel febbraio 2003, un corteo stimato tra i 750.000 e i 2 milioni di partecipanti che protestavano contro l’intervento militare in Iraq.
Il 14 ottobre 2020 si sono celebrati i 165 anni dello speaker’s corner londinese (intendendo la “nascita” dell’angolo nel 1855). C’è chi interpreta questo luogo come il miglior esempio di freedom of speech e chi, invece, teme l’eccessiva libertà di questi discorsi, i quali a volte vengono tenuti da estremisti oppure da persone che incitano all’odio. Un maggiore controllo implicherebbe però minore libertà. Ancora non c’è soluzione a questa diatriba: forse sarebbe il caso di discuterne ad Hyde Park.
[one_half_last] CREDITS
Immagine 2 [/one_half_last]