Decreti sicurezza: cos’è cambiato?

I decreti sicurezza, voluti fortemente dall’ex ministro dell’interno Matteo Salvini e approvati tra il 2018 e il 2019, sono finalmente stati cambiati.

Dopo mesi di trattativa tra il Movimento 5 stelle e il Partito Democratico infatti, si è finalmente arrivati a un accordo per cambiare i decreti sicurezza riguardanti l’immigrazione . Una parte dell’opinione pubblica e moltissime associazioni per i diritti umani, come Amnesty International, hanno spinto molto in questa direzione, ma perché?

Un cambiamento tanto atteso:

Moltissime sono state le organizzazioni che si battevano per un cambio radicale, se non la loro totale cancellazione, dei decreti sicurezza. Tra tutte, Amnesty International si è distinta per il suo impegno.

L’associazione per i diritti umani sosteneva infatti che i decreti sicurezza limitassero ampiamente il sistema di accoglienza. Non permettevano inoltre un adeguato sistema di protezione umanitaria; a peggiorare questo problema si sono aggiunti i tagli ai finanziamenti. Gli ex decreti sicurezza, contrariamente al loro nome, aumentavano i ghetti, la povertà e appunto l’insicurezza: i clandestini erano esposti a un maggiore rischio di sfruttamento lavorativo e di criminalità.

Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia, aveva infatti affermato:

Le misure previste hanno un impatto devastante sulla vita delle persone presenti sul territorio italiano, togliendo loro un’identità, trasformandole in fantasmi privandole di alloggio o di cure mediche. Oltre a non rappresentare la soluzione di alcun problema sono semplicemente disumane: sono necessarie modifiche sostanziali del decreto che riconoscano il diritto a una vita dignitosa e all’esercizio reale dei diritti fondamentali garantiti dai principi costituzionali e internazionali.

Lo scorso 5 ottobre i decreti sicurezza sono finalmente stati cambiati.

Cos’è cambiato:

Prima di tutto, c’è una grossa novità per quanto riguarda l’operato delle ONG. Negli ex decreti sicurezza le ONG accusate di violare le leggi italiane sull’immigrazione, non potevano entrare nelle acque territoriali italiane ed erano sottoposte a pesanti sanzioni amministrative, oltre alla confisca della nave. La confisca della nave e le sanzioni amministrative sono ora state eliminate, le ONG possono inoltre entrare nelle acque italiane, ma solo previa comunicazione alle autorità italiane e al Paese di provenienza. Nel caso in cui venissie meno la richiesta di autorizzazione, le ONG potrebbero essere multate fino a un massimo di 50.000 euro.

Si ridefinisce anche il sistema di accoglienza con il ripristino della protezione umanitaria. Grazie alle nuove disposizioni è infatti vietato espellere il migrante clandestino nel caso in cui questo rappresenti un pericolo per la sua incolumità. Questa clausola è ovviamente volta a prevenire il rischio di tortura e di trattamenti disumani o degradanti. La persona interessata avrà così un permesso di soggiorno per protezione speciale. I permessi di soggiorno verranno emessi non solo per ragioni umanitarie, ma anche per calamità, residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza, per attività sportiva, per lavori artistici, per motivi religiosi e infine per assistenza minori.

Inoltre, è stata ripristinata la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe comunale ed ottenere una carta d’identità valida per tre anni.

I nuovi decreti sicurezza non si occupano però solo di immigrazione illegale. Dopo l’ultimo episodio di violenza che ha portato alla morte di Willy Monteiro Duarte, un ragazzo di 21 anni ucciso dalla furia di quattro ragazzi per aver difeso un amico in difficoltà, il governo ha ritenuto opportuno inasprire le pene per il reato di rissa e daspo fuori dai locali pubblici. Infine, per chi aiuta e agevola i detenuti nel reparto di alta sicurezza 41bis è prevista una pena fino a sette anni di carcere.

Un grande traguardo:

Il cambiamento dei decreti sicurezza è un grande traguardo per il governo e per tutte le associazioni che si occupano di diritti umani. I nuovi decreti sono sicuramente simbolo di umanità e empatia verso chi scappa da condizioni disagiate, molti sono stati i politici che si sono espressi in questo senso.

Teresa Bellanova, la ministra delle Politiche Agricole, ha scritto su Twitter:

Abbiamo messo fine all’inciviltà dei Decreti in-sicurezza di Matteo Salvini ripristinando condizioni di civiltà giuridica e giustizia sociale.

Anche il leader del Partito Democratico Nicola Zingaretti si è espresso:

I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista.

I primi passi verso un’Italia più inclusiva sono stati fatti, ma è solo l’inizio. Le principali organizzazioni per i diritti umani infatti non vogliono dimenticare gli accordi dell’Italia con gli scafisti libici per poter trattenere i migranti nei centri di tortura in Libia. La strada è quindi ancora lunga ma questa è stata sicuramente una ventata di cambiamento che ha dato molta speranza.

 

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