Jimmy Nelson fa il fotografo da parecchio tempo. La sua peculiarità è il voler raccontare le storie di popoli sconosciuti, con tradizioni e culture che vengono totalmente ignorati. Sin da piccolo c’è sempre stato in lui uno spirito nomade e avventuroso. Poi, circa quattro anni fa, Jimmy è partito per un grande viaggio, perché crede davvero che su questo pianeta ci siano popoli stupendi. Come dice lui: “Volevo mettere questi popoli su un piedistallo. Volevo metterli su un piedistallo come se non fossero mai stati visti prima.”
I soggetti fotografici
Quindi, il fotografo ha scelto circa 35 gruppi, tra tribù e popoli indigeni diversi, secondo criteri puramente estetici. Jimmy non è un antropologo, non ha una gran conoscenza della materia, ma tutto ciò lo appassiona davvero. Ha voluto scegliere i popoli più interessanti della Terra nei luoghi più belli in cui vivono, per poi metterli insieme e presentarli a tutti noi.
Circa un anno fa, Jimmy ha pubblicato le prime foto ed è accaduto qualcosa di straordinariamente esaltante. Tutto il mondo è corso a guardarle in una strana esperienza, perché tutti si chiedevano chi fossero quelle persone. Jimmy è il fotografo perfetto per ritrarle. Ha viaggiato tantissimo, girando tutto il mondo. Aveva la sensazione di essere spinto a una velocità estrema per diventare qualcuno, quello che in futuro sarebbe stato Jimmy l’artista.
Gli Huli
Gli Huli sono tra i popoli più incredibilmente straordinari su questo pianeta secondo Jimmy. Sono fieri. Vivono sugli altopiani della Papua Nuova Guinea. Non ne restano molti e sono chiamati Huli wigmen. Così Jimmy, dopo settimane e mesi a parlare con loro, voleva metterli su un piedistallo e così ha detto: “Voi avete qualcosa che molte persone non hanno mai visto. Vivete in una natura splendida.”
Tra i tanti rituali di questa popolazione, uno dei più importanti è la rasatura. Quando sono adolescenti, nel passaggio per diventare adulti, devono rasarsi il capo e poi continuare ogni singolo giorno, per il resto della vita. Con i capelli tagliati possono realizzare così una creazione molto personale. È la loro opera d’arte, la creazione Huli.
C’è un altro gruppo chiamato i Kalang. Vivono nella valle accanto, ma parlano una lingua totalmente diversa, sono molto diversi e portano un copricapo fatto interamente di scarabei, bellissimi piccoli scarabei verde smeraldo. Un copricapo può contenerne fino a 5.000 o 6.000. Insomma, passano la vita a raccogliere scarabei per costruire copricapi.
I Chukchi
Ma a Jimmy tutto ciò non bastava e così ha deciso di fare qualcosa di ancora più grande. È andato in una zona del mondo chiamata Chukotka. Tecnicamente, il Chukotka è quanto più lontano si possa andare rimanendo sulla Terra. È a 13 ore di volo da Mosca. Bisogna prima andare a Mosca e poi, da lì, c’è un volo diretto delle suddette ore. Sempre che poi ci si arrivi.
E quando si atterra, nel Chukotka ci sono i Chukchi. Ora, i Chukchi sono gli ultimi indigeni Inuit della Siberia. Quando Jimmy è arrivato, dopo un mese di viaggio attraverso i ghiacci, e finalmente li ha trovati, non gli hanno permesso di fotografarli. Gli dissero proprio:
Non puoi fotografarci, devi aspettare. Devi aspettare di conoscerci. Devi aspettare di capirci. Devi aspettare di vedere come interagiamo gli uni con gli altri.
Qual è il senso di tutto ciò?
Questi popoli hanno insegnato a Jimmy che siamo ciò che siamo grazie ai nostri genitori, ai nostri nonni, ai nostri bisnonni, e così via. Ma soprattutto, gli hanno insegnato quanto sia importante rispettare gli altri e, prima di giudicare, conoscere chi abbiamo davanti a noi.
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