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I Ku.dA e quel pop etnico che non guasta mai

È estremamente affascinante quando una canzone ti parla dritta all’anima, ti entra in testa e non ne esce più. E non perché sia particolarmente orecchiabile o abbia un testo semplice fa ricordare, ma proprio perché quel sound lo ricercavi da una vita e finalmente l’hai trovato, hai scoperto te stesso in musica. In una semplice canzone rivedi i tuoi pensieri, i tuoi ricordi, le tue paure. I Ku.dA, specialmente con i loro ultimi singoli, stanno riuscendo perfettamente a rispecchiare le anime di decine e decine di ascoltatori.

Di chi stiamo parlando?

Mai disdegnare la musica italiana, soprattutto se si tratta di questo promettente duo di Novara. È un progetto di Chris Peda Castelletti e Luca Kusch Pasquino, che nasce nel 2013. Hanno alle spalle un solo album (Kudalesimo, 2017), ma anche una presenza scenica che farebbe invidia a chiunque.

Non è un caso, infatti, che questi ragazzi abbiano avuto un percorso nella musica live non indifferente. Il Pan Del Diavolo, i Wild Marmalade, i Blood And Glass e i Sum 41 sono solo alcuni degli artisti con cui i Ku.dA hanno avuto il piacere di condividere il palco – mantenendo sempre un alto livello di qualità nei live.

Non mancano premi vinti per il loro talento, così come delle apparizioni per i grandi schermi su X Factor. Il duo novarese, insomma, ha tutte le carte in tavola per andare sempre meglio, e i loro ultimi singoli lo dimostrano perfettamente.

Tra amore e stregoni

Il ritorno dei Ku.dA viene annunciato nel 2019, con la sensuale ToshtaC’è sempre il loro indistinguibile, affascinante sound, ma la maturazione del duo nelle tonalità e nella produzione è quasi palpabile. Con questo brano l’hype per il nuovo disco arriva irrimediabilmente fino alle stelle, nonostante quest’ultimo debba uscire due anni dopo – febbraio 2021.

Nel frattempo, però (e per fortuna), i fan non sono rimasti a bocca asciutta. Poche settimane fa esce per Ma.Ra.Cash Records Warlock, forse punto massimo della fusione tra i generi che più rispecchiano i Ku.dA: il funk, il rock psichedelico e l’elettronica. Un mix che fa tutto tranne che annoiare, insomma.

Molto particolare è il background dietro al brano: è un rituale simbolico diventato musica, ispiratosi liberamente a un rito di trasformazione e crescita praticato in Sud America, grazie all’aiuto di individui riconosciuti come “stregoni”. Warlock si addentra proprio in questo mondo, raccontando di una persona che perde la propria amata e cerca quindi di incontrarla nuovamente chiedendo aiuto a uno stregone.

I’ve changed, I love it.

I’ve drunk you in a cup

Now I’m changed, I’m glorious.

Quando però il nostro protagonista scopre questo mondo trascendentale, la sua mente è completamente turbata: è così che cancellerà ogni ricordo legato alla persona amata, mentre la sua anima  – e i suoi pensieri – diventeranno tenebra.

Nuovi arrivi: Diopside

Manca poco al prossimo gioiellino dei Ku.dA, in uscita il 23 ottobre 2020. Il suo titolo è Diopsidein riferimento a un minerale multiforme e multicolore. La scelta di questo nome si spiega con il fatto che il diopside sia da sempre simbolo di purificazione e creatività, temi fondamentali di questo brano. Questi elementi, però, ruotano intorno a ciò che si può considerare il topos più utilizzato e famoso di tutti i tempi: l’amore.

Diopside infatti parla di come un sentimento del genere riesca a farci soffrire ma contemporaneamente purificarci e renderci persone migliori, uccidendoci e al contempo facendoci risorgere. Diopside racconta di come non sia affatto sbagliato avere paura dei cambiamenti, anzi. Ci ricorda che una pausa per respirare e rinascere è sempre necessaria, e che niente e nessuno può impedirci di farlo.

FONTI

Materiale gentilmente offerto da Costello’s

CREDITS

Copertina e immagini gentilmente offerte da Costello’s

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