Economia
Il confronto è stato duro anche sull’economia: Trump ha vantato il successo degli Usa nel periodo pre-pandemia, mentre Biden si è soffermato di più sulla situazione attuale. Il presidente uscente ha cercato di accreditarsi insistendo sul fatto che la ripresa sta procedendo molto meglio di quanto tutti si aspettassero. Il suo rivale invece ha evidenziato come Trump sarà il primo presidente Usa a lasciare l’incarico con meno posti di lavoro di quando aveva iniziato. Questa affermazione, carica di implicazioni, è effettivamente vera ma i dati attendibili risalgono solo fino ad un massimo di sessantasette anni fa.
Se per Trump si tratta di una fase a V nell’economia, ovvero caduta con conseguente rapida risalita, Biden ha invece scelto la lettera K per descrivere l’attuale situazione economica. Infatti, secondo l’ex vicepresidente sono stati proprio i ricchi come Trump (anche Biden stesso è milionario) a uscire rafforzati dalla crisi economica, a differenza della “working class”.
The Donald si è poi lanciato in un’arringa contro i governatori democratici e i loro “shutdown” troppo rigorosi. A suo parere infatti, queste decisioni estreme hanno causato un aumento dell’alcolismo, del consumo di droga e persino dei divorzi.
Subito dopo, c’è stato il passaggio obbligato della serata: la dichiarazione dei redditi di Trump, il quale ha affermato di aver pagato milioni di dollari in tasse federali nel 2016 e 2017 (cosa in contrasto con le indagini del New York Times). Ha inoltre affermato che da privato ha spesso incaricato i suoi dipendenti di cercare scappatoie legali per pagare meno tasse possibili perché “così fan tutte”. Al che, Biden ha affermato di voler eliminare queste scappatoie, create, a suo dire, proprio dal presidente Trump.
Interrogato sul suo piano economico, Biden ha risposto esponendo le sue ampie strategie di spesa. Ha poi affermato, in seguito alla domanda diretta del presentatore, che intende aumentare le tasse per i ricchi. In particolare, punta a portare la Corporate Tax (che colpisce le grandi aziende come Amazon e Apple) dal 21% al 28%.
Violenze razziali negli Usa
Dopo una parentesi sulla vicenda ucraina di Hunter Biden, figlio di Joe Biden, il dibattito si è mosso su un terreno scivoloso: le tensioni razziali e le proteste degli ultimi mesi. Il primo ad essere interrogato è stato l’ex vicepresidente che non ha avuto difficoltà nel trovare esempi di comportamento inadeguato da parte del Presidente Usa. Tra questi, il più memorabile è stata l’affermazione “c’erano ottime persone in entrambi gli schieramenti”, riferendosi anche agli estremisti di destra durante gli scontri di Charlottesville.
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Trump invece ha fatto leva sul celebre e durissimo Crime Bill del 1994 passato dall’amministrazione Clinton, col supporto di tutti i democratici. Si trattava di una legge, emanata in un periodo in cui la criminalità era in aumento, volta ad aumentare le risorse per al costruzione delle carceri e ad indurire le pene, specialemente per i recidivi. Il presidente ha poi attribuito impropriamente l’espressione “super predatori”, riferita agli afroamericani, al suo avversario mentre era stata la first lady Hillary Clinton a pronunciarla.
Biden ha riconosciuto l’esistenza di un sistema iniquo nei confronti delle minoranze nere e latine, negando però di voler togliere fondi alle forze dell’ordine. Nonostante le provocazioni di Trump, ha affermato di voler anzi aumentare i fondi in vista di una riforma (a cui collabora con Sanders). Ha inoltre accusato Trump di aver ridotto i fondi per la polizia, cosa effettivamente accaduta, durante il suo mandato, a dispetto delle sue farneticazioni.
La performance di Trump si è distinta per non aver saputo dare risposte alle domande del presentatore. Interrogato sul perché avesse tagliato i fondi ai programmi di sensibilizzazione alla questione razziale, ha affermato che i contenuti erano razzisti. Infatti, a parere di The Donald, davano un’immagine negativa e sbagliata degli Usa. Per il resto del dibattito ha poi insistito sul supporto che sta ricevendo dalle organizzazioni di polizia e sull’importanza del ristabilire “law and order” in un Paese piagato dagli estremisti di sinistra. Come ciliegina sulla torta, si è rifiutato di condannare i suprematisti bianchi, affermando che il problema principale sono i gruppi di estrema sinistra come Antifa.
Cambiamento climatico
Anche il confronto sul clima è stato incandescente, come i boschi incendiati della West Coast. Proprio dagli incendi della California è partito Chris Wallace, ponendo il problema del cambiamento climatico. Trump ha cercato di tenersi stretti i suoi seguaci scettici ma anche di raccogliere qualche consenso tra coloro che al cambiamento climatico ci credono. Ha affermato infatti che in un certo senso le emissioni non sono buone per l’ambiente. Per il resto, si è limitato a vaghi desideri di acque cristalline e aria pulita, criticando gli altri Stati come India, Cina e Russia, accusati di inquinare troppo.
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Biden ha invece in un primo momento attaccato la scelta d Trump di uscire dagli accordi del clima di Parigi e di annullare la tassa sulle emissioni di carbone di Obama. Successivamente, si è dedicato a spiegare il suo piano per una svolta verde, affermando di non supportare il troppo radicale Green New Deal di Sanders. Certamente, quest’ultima affermazione avrà suscitato malumori tra i più radicali (seguaci di AOC, Sanders e Warren). Biden sa bene però che il loro voto lo ha già, mentre deve assicurarsi quello dei moderati di centro o addirittura dei conservatori delusi.
Il piano di Biden risulta comunque molto ambizioso, più di quello di molti Paesi europei, tra cui anche l’Italia, che si riempiono la bocca di termini come “svolta verde” senza poi combinare nulla. Tuttavia, resta da vedere se tutte queste promesse diverranno poi realtà oppure servono solo ad adescare elettori spaventati dal cambiamento climatico.
Il voto per posta
Infine, il dibattito si è chiuso sulla questione del voto per posta, aspramente criticato da Trump. Il presidente Usa infatti si è detto convinto che il rischio di frode elettorale sia altissimo e ha affermato che potrebbe non riconoscere il risultato delle elezioni. A sostegno della sua tesi, ha portato un paio di esempi di cronaca che hanno visto al centro dei casi di schede elettorali cestinate o invalidate.
Biden invece ha cercato di rassicurare il proprio elettorato sul voto per posta, spingendolo ad usufruirne. Infatti, la pandemia certamente dissuaderà molti dal recarsi alle urne e quindi diventerà fondamentale il voto per posta così come il voto anticipato in presenza.
Questo metodo di votazione, come sottolineato dal presentatore, porterà inevitabilmente ad una situazione di stallo. Fino al tre novembre infatti queste schede non potranno essere scrutinate e perciò il risultato ufficiale potrebbe arrivare con giorni o addirittura settimane di ritardo.
Un dibattito confuso
All’indomani del dibattito, media e social media sono stati invasi da articoli e post relativi agli eventi della sera prima. Certamente, si è trattato di un dibattito a dir poco caotico dove Trump ha mostrato la sua indole più infantile. Se da un lato il presidente Usa ha fatto uso della sua grande abilità provocatoria, dall’altro è stato eccessivamente rumoroso. I continui interventi nei discorsi del presentatore e del suo rivale hanno effettivamente reso molto difficile cogliere i contenuti del dibattito (ammesso che ce ne fossero).
Stupisce invece che ci sia chi ancora si stupisce dal fatto che Trump si rifiuti di condannare apertamente una parte del suo elettorato (i suprematisti bianchi). Come tutti si aspettavano, ha poi indirettamente fatto capire che potrebbe non riconoscere il risultato delle elezioni. Quest’ultima posizione, unita alle sue dichiarazioni sul supporto enorme di cui gode tra le forze dell’ordine, evoca scenari sudamericani.
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Sebbene Fox News sia convinta che Trump abbia annientato Biden, la realtà dei fatti è un poco diversa. Se è vero che la prestazione di Biden non è stata entusiasmante, la sua capacità di rivolgersi direttamente agli elettori con lo sguardo fisso nella telecamera ha sicuramente sortito un effetto positivo. Inoltre, nonostante abbia chiaramente negato il suo supporto ai due cavalli di battaglia di Sanders: Medicare for All e il Green New Deal, il suo piano non si discosta neppure troppo. Del resto, le posizioni di Biden non saranno mai come quelle di Sanders poiché rappresentano due istanze politiche diverse.
Molte critiche sono state mosse anche al presentatore Chris Wallace. I democratici gli hanno rimproverato di essere stato incapace di impedire le continue interruzioni di Trump, i conservatori invece un atteggiamento troppo amichevole nei confronti di Biden.
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