Si avvicina alla musica da molto piccolo, tant’è che inizia la sua carriera live alla tenera età di quattordici anni. Il lessico che utilizza è volutamente tagliente e diretto, accompagnato da sonorità alternative hip-hop e rap rock. Stiamo parlando dell’artista viterbese Icastico.
Durante la sua carriera, ha avuto la possibilità di aprire il concerto della The Original Blues Brothers Band al Blubar Festival del 2018 e di condividere il palco con artisti come Tony Esposito. Collabora con molti autori della scena laziale e arriva a conquistare riconoscimenti come il Premio della critica Sanremo Rock 2018 e SottoToni Festival 2017. Il 1 novembre 2019 esordisce con il singolo Cristo!, dalla natura provocatoria – come l’artista stesso, d’altronde. Il 6 maggio 2020 ha pubblicato il singolo Alcolico! e a breve è prevista l’uscita dell’album. Noi de «Lo Sbuffo» abbiamo avuto l’occasione di intervistarlo.
L’intervista
Mi piace l’idea di inserire le mie liriche in un contesto narrativo ambientato in un universo parallelo popolato da personaggi che esasperano le componenti tragiche nel nostro tempo. È il caso della signorina casa chiesa e cocaina e di SadoMario, che sono protagonisti in questa fase della storia che sto raccontando. Proprio questa copertina è la presentazione ufficiale di Sadomario al pubblico (aveva già fatto la sua prima comparsa nel videoclip di Cristo!), che sarà anche uno dei protagonisti del prossimo videoclip in uscita a settembre. Sadomario è “il principe della monnezza” che, talmente nutrito ed immerso nel suo pattume emotivo, siede tutto fiero sul suo trono di rifiuti. Inconsapevolmente fiero di essere ridicolo.
Hai affermato che questo brano è “l’inno all’inevitabilità dell’autodistruzione”. Pensi sia davvero qualcosa di inevitabile?
Passiamo la nostra vita a subire aspettative che in nessun modo possiamo soddisfare. Sia che ci rinunciamo diventando antisociali, sia che ci dedichiamo anima e corpo a questo obiettivo irrealizzabile, siamo destinati al fallimento. Non sono molte le persone che trovano la realizzazione e la felicità nel “qui e adesso”, la maggior parte di noi vive imprigionata nel passato o proiettata nel futuro. Se non è inevitabile è, come minimo, altamente probabile.
Bamba parla delle dipendenze distruttive. Perché, tra tutte le dipendenze che elenchi, hai scelto proprio Bamba come titolo? Ritieni che sia l’emblema dell’autosabotaggio?
Per permettere ad alcune testate di censurarmi! (scherzo)
Nella sua forma più neutra “provocare” significa causare qualcosa (un fatto, un sentimento). Credo che lo scopo dell’arte sia questo. Essere alla base di un’emozione che porta all’azione. Ho scelto quel titolo un po’ per provocare, un po’ perché ha un potere simbolico molto forte. In più essendo le altre cose socialmente accettate (ad esempio le sigarette), richiamano immagini quotidiane che non sarebbero state in linea con il mio intento.
Come vuoi essere ricordato dal panorama musicale?
Come l’artista che ha dato il bacio della morte al revival anni 80. Se succede smetto immediatamente!
Icastico significa “immediato” o “rappresentativo”. È questo l’intento ultimo della tua musica? Arrivare in maniera immediata all’ascoltatore?
Si, non sono un fan dell’estetica fine a sé stessa e non mi piace sprecare mille parole per definire un concetto. A livello stilistico Icastico per me è cercare di fare l’opposto, concentrare significati e spararli come un cannone. Penso alle mie canzoni come a uno specchio, che messo davanti all’ascoltatore ne evidenzia le contraddizioni e le parti buie.
Hai uno stile molto particolare – e in Italia praticamente inedito – che definiremmo quasi rock rap. A chi ti ispiri?
Non riesco a definirmi un rapper, probabilmente perché è un genere che mi vede come ascoltatore casual. Proprio per questo riesco ad inserire la mia musica (quella che è uscita fino al momento di questa intervista), solo nel filone di Caparezza e degli ultimi Articolo 31. Che sono poi i CD che ho consumato da ragazzino. Solo dopo sono arrivati i Rage Against the Machine, gli Offspring, i Linkin Park, I System Of A Down ed i Red Hot Chili Peppers. Decisamente le cose che ho ascoltato durante la mia adolescenza mi hanno influenzato molto di più delle cose che ho ascoltato durante l’accademia di chitarra jazz a Roma.
Se potessi scegliere un qualsiasi artista o band con cui fare un featuring, chi vorresti al tuo fianco? Perché?
Tom Waits. Ma non sarei degno neanche di tenergli il microfono.
Anche l’alcol può essere una dipendenza distruttiva. Cosa volevi trasmettere con la canzone dedicata a questo tema, Alcolico? Pensi che oggi sia necessario alterarsi per sciogliersi, rispetto a quando non c’erano i social?
Credo che tutte le dipendenze siano distruttive. Il mio intento non è quello di indicare quelle più dannose. Il problema è alla radice, è il bisogno di alterarsi perché così come si è non si riesce proprio a piacersi. Il fatto di alterarsi con un filtro di Instagram o con una bottiglia di vino per me non fa differenza.
Cristo è una canzone molto provocatoria, dove si può notare ancora una volta il tuo rapporto amore-odio con l’alcol. A volte sembra che il tuo paradiso sia davvero con un cocktail in mano, mentre altre volte bere non è altro che una condanna. Come si intervallano in te questi due momenti?
Bere mi piace molto, questo mi pare sia chiaro. E continuo a farlo consapevole che, non reggendo l’alcol, a fine serata starò malissimo. Come dicevo prima sono bisogni che nascono da ragioni profonde, per questo è così difficile sottrarsi. La mia generazione (i Millennials) in più ha il peso di non esistere e non contare nulla a livello economico e politico. Ci hanno convinto che se lo avessimo voluto avremmo potuto ottenere qualsiasi cosa. Abbiamo fatto studi, corsi su corsi, stage, lavori disumani, per poi ritrovarci con il nulla più assoluto sulle mani. Idealmente vorrei che “Icastico” fosse una delle cose da aggiungere alla lista che faccio su Bamba: “Alcol caffeina sigarette sesso Facebook Icastico…”
Hai in programma un album. Puoi anticiparci qualcosa?
No, non ha senso a questo punto del mio progetto ed in questo momento storico! Siamo passati dal concept album al concept Artist. Il legame tra le canzoni in questo momento è legato all’artista ed alla sua comunicazione. A settembre uscirà il videoclip di Bamba, abbiamo fatto una cosa fuori di testa, non vedo l’ora di farvelo vedere!
Quasi adulti
Dietro ai testi caotici e complessi di Icastico c’è una vera e propria riflessione generazionale. I Millenials non sono altro che la generazione del quasi: quasi adulti, quasi pronti, quasi accettati nel mondo lavorativo. Questo sentimento di inadeguatezza è molto forte, in quanto questa generazione si sente sempre lasciata nell’angolino e non viene presa sul serio, nonostante sia molto più preparata a livello accademico delle precedenti. Non resta quindi che ritagliarsi un piccolo spazio dove si pensa di riuscire a esprimersi e a emergere. Inoltre, il tema delle dipendenze è un evergreen, e Icastico è molto bravo a far trasparire cosa si prova quando si entra in quei vortici distruttivi di autosabotaggio, di cui tutti noi, in un modo o nell’altro, abbiamo visto gli effetti. Speriamo che l’album esca presto, nel frattempo vi consigliamo di ascoltare i singoli già usciti. Il ragazzo ha grandi potenzialità.
Materiale gentilmente offerto da Ufficio stampa Arianna Del Ponte
Materiale gentilmente offerto da Ufficio stampa Arianna Del Ponte