Quante volte capita di accendere il televisore e assistere a una carrellata infinita, indistinta e ridondante di annunci pubblicitari che quasi si imparano a memoria, ma senza davvero sapere cosa pubblicizzano? La pubblicità è la colonna portante dell’economia globale, senza la pubblicità non esisterebbe la concorrenza e tanto meno il mercato, la pubblicità si è resa, in un certo senso, il nuovo canale di interazione e comunicazione tra individuo e mondo.
Ma su cosa si basa la pubblicità?
L’esperta di marketing Gaby Barrios mostra, attraverso una serie di esempi, come il settore del marketing sfrutti nella maggior parte dei casi la coppia oppositiva uomo-donna come categorie affermate per stabilire il target dei prodotti da vendere. In senso pratico ciò equivale a dire che, ad eccezione dei prodotti destinati al preciso pubblico femminile o maschile, la promozione commerciale cerca di separare nettamente la merce offerta in base al sesso del compratore.
Gli esempi di questo si trovano ovunque, semplicemente guardando la televisione, ascoltando la radio, leggendo le riviste. Barrios infatti porta a sostegno della sua tesi vari casi tutti molto diversi, ma che si ricollegano perfettamente l’uno all’altro grazie a quest’ottica di gender-based marketing: dal cibo alle bevande alcoliche, dagli istituti finanziari allo sport. In tutte queste situazioni la domanda che ci si dovrebbe porre infatti non è chi compra un determinato prodotto, ma perché lo fa.
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Quale può essere allora un nuovo approccio alla crescita? Innanzitutto si guardi oltre la persona, si ricerchino gli interessi, le cose in comune, le motivazioni di chi compra certi prodotti e cosa potrebbe rendere quest’ultimi più appetibili agli occhi di un consumatore. Si cancellino i vecchi preconcetti di coppie oppositive e si esalti invece l’unione, la commistione, l’incontro fra diversi che permetta di rendere uguali. Si scopra cosa finora è mancato al pubblico maschile e femminile e si cerchi di compensare le mancanze, e magari, chissà, si incoraggi l’uno a prendere spunto dall’altro e viceversa. Che si scelga questa strada per il proprio senso del dovere sociale o per il proprio conto in banca, poco importa. Il risultato sarà comunque un miglioramento in entrambi i casi.