Come la subcultura punk fu influenzata dalle creazioni di Vivienne Westwood e Malcolm Mclaren.
Vivienne Westwood si è presentata, per ben due volte, al cospetto della regina Elisabetta senza biancheria intima: questo suo temperamento sovversivo è rimasto costante per tutta la sua vita, influenzandone anche la produzione artistica. Nonostante si sia distaccata da questa subcultura, il termine più adatto per descriverla è, appunto, punk.
Abbandonata la Harrow School of Art ed dopo aver lavorato come insegnante, conobbe Malcolm McLaren – futuro manager dei Sex Pistols, ponendo fine al suo matrimonio precedente, scelta particolarmente audace per l’epoca. Nel 1971, presso il 430 di King’s Road, fondano uno dei luoghi leggendari di Londra: in un’epoca dominata dallo stile hippie, Vivienne Westwood ed il suo nuovo compagno, aprirono Let it rock, un negozio d’abbigliamento, che proponeva uno stile alternativo dedicato ai Teddy Boys. La stilista esprimeva il suo carattere ribelle attraverso la moda, creando capi strappati e ricuciti, applicandoci poi lamette, spille da balia o ossa di pollo candeggiate.
Il negozio cambiò nome più volte, passando da Let it rock a Too fast to live too young to die, segnando il periodo in cui Vivienne disegnava t-shirts con messaggi provocatori contro le leggi per la tutela del pudore. Si arriva così, nel 1974, al brand Sex, con lo slogan “rubberwear for the office”. Questo fu d’ispirazione a Malcolm, che l’anno successivo scelse il nome Sex Pistols per la band di cui divenne l’agente. Scelse alcuni futuri membri del gruppo proprio all’interno del suo negozio; ad esempio, John Lydon, notato per la scritta a penna “Odio i Pink Floyd” posta sul cappellino che indossava.
Il negozio fu un centro di ritrovo per diversi musicisti emergenti, divenuti poi leggende: si potevano trovare Billy Idol, Iggy Pop e Alice Cooper che rovistavano nelle ceste di vestiti creati da Vivienne. Le pareti del nuovo negozio erano dipinte con graffiti ispirati al manifesto SCUM. All’interno venivano venduti capi d’abbigliamento legati al mondo fetish e punk, attirando i primi fan dei Sex Pistols. Il vestiario fu un elemento fondamentale per questa subcultura: veniva considerato come una risorsa di eversione della società. Mentre Malcolm si immerse nell’avventura della band, la compagna si impegnava in una rivoluzione sessuale, con lo scopo di distruggere il conformismo, proprio attraverso la moda. I suoi modelli, studiati nel dettaglio e confezionati con materiali di qualità, non erano adatti a tutti i portafogli; infatti la stessa Vivienne consigliava, a chi non poteva permetterseli, di creali da sé.
La Cowboys t-shirt, una maglietta con la stampa di due cowboys nudi dalla vita in giù, è uno dei capi più iconici prodotti in questi anni. Alan Jones, un commesso del negozio, quando per la indossò la prima volta, fu arrestato per atti osceni: l’immagine era eccessivamente provocatoria. Negli anni successivi, il capo andò fuori produzione, ma a partire dagli anni Novanta la stampa riemerse in diverse versioni. Quella creata nel 1977, riportava una svastica nazista, un’immagine invertita di Cristo crocefisso e la scritta “DESTROY”; attraverso questa composizione Vivienne Westwood voleva contrastare le vecchie generazioni, con i loro valori e i loro tabù. Ad oggi lo stesso motto si ripropone per denunciare il sistema finanziario attuale, volto alla distruzione del pianeta.
https://www.instagram.com/p/BfFzHMKn_sl/
A cavallo tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta tutto cambiò: i Sex Pistols si sciolsero, il negozio venne ribattezzato con il nome World’s End e Vivienne prese le distanze dal movimento punk, passando al New Romantic. La sua prima collezione, Pirate, non fu ispirata alle sub-culture giovanili, ma alla storia del costume ottocentesco, mixandolo all’immaginario legato ai nativi americani e ai pirati. Le sue creazioni avevano l’obiettivo di contrastare la moda hippie e hipster, che in quel momento risultava predominante in tutto il mondo occidentale. Nonostante questo distacco, Vivienne Westwood, insieme al compagno Malcolm McLaren, apportarono un contributo ed una risonanza fondamentale alla cultura punk.
Il suo animo trasgressivo non è mai cambiato: oggi utilizza la moda per prendere posizione riguardo alcuni temi caldi, come il disarmo nucleare e i diritti civili. L’attenzione al cambiamento climatico è l’ultimo problema su cui ha espresso la sua opinione, dando sostegno alla giovanissima attivista Greta Thunberg. Nonostante la sua età avanzata, rimane un’istituzione nel mondo della moda, un’icona di stile e un simbolo di attivismo.
FONTI: