Conosciamo tutti la storia di Artù. Del ragazzo puro di cuore divenuto Re. Del suo fido consigliere Mago Merlino e della leggendaria spada Excalibur. I secoli hanno consegnato ai posteri canzoni, poemi e racconti della vita a Camelot. E la storia più recente ha regalato libri, film e sceneggiati per narrare le gesta dei celebri cavalieri della tavola rotonda. Merlin, serie televisiva inglese trasmessa da BBC one dal 20 settembre 2008 al 24 dicembre 2012, si inserisce con originalità all’interno di questa lunga e gloriosa tradizione.
Nessun giovane, per quanto straordinario, può conoscere il proprio destino. Non può prevedere che parte avrà nella grande storia che sta per essere narrata. Come tutti, deve vivere per imparare. E così sarà per il giovane mago che sta arrivando alle porte di Camelot. Un ragazzo che nel tempo darà vita ad una leggenda. Il suo nome… Merlino.
Le due facce della stessa medaglia
I creatori della serie hanno infatti deciso di operare una coraggiosa rivisitazione del mito, ricalcando alcuni elementi chiave della leggenda e al contempo romanzando e rielaborandone altri, al fine di catturare al meglio l’attenzione del pubblico.
Il binomio Artù-Merlino si veste così di nuovi e freschi abiti. Il saggio Re ed il suo anziano consigliere lasciano spazio a due giovani ragazzi inesperti, profondamente legati da un destino ineluttabile, facce opposte e complementari della stessa medaglia.
La nascita del mito
La serie si apre sul panorama di una Camelot diversa dal comune immaginario, retta dal duro governo di Uther Pendragon (Anthony Head), padre di Artù e nemico dichiarato di qualsiasi arte magica.
Una Camelot teatro del primo fondamentale incontro fra un giovane mago Merlino, proveniente da un villaggio vicino in cerca di fortuna, e un principe Artù ancora ventenne. Un incontro destinato a trasformare la vita di entrambi, a segnare le storia del regno e farne materia di leggenda. Merlin disegna dunque la parabola iniziale del leggendario duo, descrivendo la trasformazione di un rapporto in continua evoluzione e ben caratterizzato.
Principe e servitore
Bradley James regala al pubblico un principe Artù di grande presenza scenica e spessore psicologico, rappresentando un giovane Pendragon ancora inesperto, impulsivo e spesso arrogante sebbene dotato di assoluto valore e coraggio. Un ragazzo dal grande futuro e dall‘indubbia predisposizione, ma ancora lontano dalla saggezza e dall’esperienza che i miti tendono ad attribuirgli. Un ragazzo e un uomo dalla grande nobiltà d’animo, la cui storia è però indissolubilmente legata a quella del suo strambo servitore Merlino.
Magistralmente interpretato da un ottimo Colin Morgan, il personaggio di mago Merlino subisce il medesimo processo di umanizzazione operato su Artù. Merlino è coraggioso, sveglio e molto intelligente, ma ricalca alla perfezione l’inesperienza giovanile del suo principe. Costretto a tenere nascosto quasi a chiunque il suo dono magico, il giovane stregone viene aiutato e sostenuto dal saggio medico di corte Gaius (Richard Wilson). Guidato in un percorso di conoscenza e padronanza dei suoi poteri, Merlino apprende così un uso equilibrato e giusto della magia, svincolato dal personale interesse e rivolto alla salvaguardia di Camelot.
Merlino: Avevo la gola così secca che non riuscivo a parlare…
Artù: L’unica cosa buona della siccità!
Angeli e demoni
Tra momenti comici, passaggi drammatici e grandi avventure, il profondo rapporto d’amicizia e rispetto che si instaura fra il principe e il suo servitore è indubbiamente il fulcro attorno a cui ruota il grande successo della serie. Una serie che nel corso di cinque stagioni ha poi potuto liberamente pescare dalla leggenda, portando sul piccolo schermo numerosi personaggi del mito.
Merlin racconta della bella Ginevra (Angel Coulby) e dell’amore impossibile che la lega ad Artù; narra della strega Morgana (Katie McGrath) e della sua caduta nelle tenebre del male; non manca di descrivere le numerose gesta dei valorosi cavalieri di Camelot, tra cui il fedele Lyon e il simpatico Galvano, l‘erculeo Parsifal e il nobile Lancillotto.
Combattimenti all’ultimo sangue, giostre medievali, creature leggendarie e nemici d’ogni sorta. Sono questi e molti altri gli ingredienti di successo di una serie che nel corso degli anni ha saputo guadagnare una buona fetta di pubblico internazionale, diffondendosi dalla Gran Bretagna in altri 112 paesi di tutto il Mondo. Una serie fatta di alti e bassi, ma testimone di una indubbia crescita negli anni. Una crescita su più livelli che ha coinvolto il comparto tecnico-fotografico e registrato performance attoriali di tutto rispetto.
A fronte di difetti naturali quanto propedeutici al costante miglioramento, Merlin riesce a prosperare nella sua ovvia imperfezione, elaborando un arco narrativo coinvolgente e offrendo ai suoi spettatori la possibilità di empatizzare alla grande con i suoi indimenticabili personaggi.
Un progetto che ha il merito di essersi accostato senza timore alla leggenda di Re Artù, proponendo innovazioni vincenti e trasformazioni mirate; un progetto convincente che, senza snaturare il mito, riesce a rileggerlo in chiave moderna e a disegnare le avventure di Camelot osservandole da una nuova ed affascinante prospettiva.
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