Classe 1989, Svevo Susa nasce e cresce a Roma, ma terminati i suoi studi universitari si sposta prima a Parigi e poi a Londra. È proprio nella capitale del Regno Unito dove inizia la sua avventura musicale, insieme al produttore Chris Hall dei Downtown Studios. In seguito all’esperienza estera, Svevo torna nel Belpaese e comincia una collaborazione con Alessandro Forte. Il 23 giugno 2020 esce Luoghi sacri, singolo che anticipa il concept EP previsto per il prossimo autunno. Si tratta di una canzone apparentemente “cupa”, ma che cela il racconto di un incontro dettato quasi del destino, dove istinto primordiale e magnetismo diventano un tutt’uno.
Noi de «Lo Sbuffo» gli abbiamo fatto qualche domanda sul suo nuovo brano e sulla sua carriera.
L’intervista
Per te, chi è Svevo Susa?
Un tipo strano, ossessionato dalle parole e dalla loro forma, che cerca di scrivere inni profani.
Sei nato e vissuto a Roma, però hai anche trascorso diverso tempo a Parigi e Londra. Queste due città, entrambe ricche di stimoli, ti hanno influenzato sulla tua ricerca musicale? Se sì, in che modo?
A Parigi devo il fraseggio, le parole, le atmosfere, la tradizione popolare, Edith Piaf, la malinconia di un’eterna pastorale elettronica. A Londra devo una gastrite importante.
Molto spesso oggi si preferisce scrivere e cantare in inglese, mentre tu sei rimasto “fedele” alla lingua italiana nonostante le esperienze all’estero. Perché?
I singoli rilasciati nel 2019 sono alcuni tra i primi pezzi che ho scritto in italiano. Sono rimasto così tanti anni a Londra perché ho sempre e solo scritto in inglese (con un progetto di pura elettronica che aveva il nome di Passiflora INC). Non credo riuscirei a tornare all’inglese, ad oggi. L’italiano è perfetto per il genere di musica che sto facendo.
Quali sono i tuoi punti di riferimento nel panorama musicale, sia italiano che internazionale?
Alcuni dei pezzi che hanno segnato la mia storia personale sono stati scritti da Leonard Cohen, Björk, Nina Simone, Lana del Rey, Blondie, Luigi Tenco e Ivano Fossati.
Com’è nata la tua collaborazione con Alessandro Forte?
Ho conosciuto Alessandro appena tornato a Roma, frequentando gli studi di Pepperpot. Musicalmente abbiamo origini e gusti decisamente diversi ma siamo riusciti a trovare un incastro perfetto per la costruzione delle tracce. Ogni singola traccia che arriva in studio è in versione acustica (pianoforte e chitarra, in genere) e nonostante io abbia in testa un prototipo di versione definitiva, è Alessandro che riesce a metterla nero su bianco.
Nei tuoi brani, compreso Luoghi Sacri, spiccano sonorità particolarmente cupe ma al tempo stesso evocative. Come nascono?
Non c’è un procedimento specifico nella scelta delle sonorità, dipende dal narratore e dalla storia che si vuole raccontare. Nella mia testa, Luoghi Sacri non poteva che essere così.
In Luoghi Sacri canti di un incontro, simile a una scoperta e a una folgorazione, a cui non si può rimanere indifferente. Secondo te, come si possono riconoscere quegli incontri destinati a cambiarti la vita?
Aaaah, li riconosci senza bisogno di domandarti nulla perché non è un incontro, è un cortocircuito, uno schianto, una folgore. Non c’è intenzione di costruzione, non c’è una pianificazione razionale di conoscenza, c’è solo il corpo come lo hai sentito poche volte in vita tua. Hai capito cosa intendo? Farina d’ossa e sangue che potrebbe sciogliere il cemento.
Qual è per te un “luogo sacro”?
Qualsiasi spazio fisico o emotivo dove si dimentichi il concetto di tempo e di normalità del quotidiano.
Rispetto a Giocattolo, uno dei tuoi primi singoli, in che modo ti senti cresciuto, musicalmente parlando?
Giocattolo è la seconda canzone che ho scritto in italiano ed è stato un esercizio stilistico per comprendere che tipo di fraseggio fosse giusto per la mia voce e le mie intenzioni. Mi piace molto. E soprattutto, come dicevo, mi è servita a creare il sound del prossimo EP.
Quali sono i programmi di Svevo Susa per il futuro?
Iniezioni d’estate e molto, molto vento, prima dell’uscita dell’EP in autunno. Mi ero preso qualche mese senza scrivere nulla, per raccogliere pensieri e sensazioni ma è una tortura! Quindi ne approfitterò per buttare giù qualche ritornello e qualche strofa… Grazie ragazzi, a presto!
Materiale gentilmente offerto da Melograno
Copertina e immagine gentilmente offerte da Melograno