Se qualcosa di buono ha prodotto il lockdown, è stato sicuramente nel campo dell’informazione. Durante i tre mesi di quarantena, a livello mondiale si è registrato un aumento esorbitante di abbonati a testate e siti di informazione digitale. Il Subscription Impact Report realizzato da Zuora, società che si occupa di piattaforme di abbonamento, dimostra che da marzo a maggio la percentuale di nuovi iscritti ha raggiunto il 110%: l’emergenza sanitaria ha fatto emergere la richiesta di professionalità in vari campi, non per ultimo quello del giornalismo e dei media. Basta fake news o informazione di scarsa qualità.
Purtroppo, già da giugno la curva dei subscribers ha cominciato a scendere, e oggi solo due aziende su dieci hanno uno stato di salute superiore a quello in cui versavano prima della pandemia. Gli editori, però, non si sono lasciati scoraggiare e hanno colto l’occasione: in tutte le maggiori testate mondiali sono partite iniziative e strategie volte a trattenere la maggioranza dei lettori acquisiti di recente: un obiettivo che, qualora riuscisse pienamente, permetterebbe al giornalismo di svincolarsi dagli inserzionisti pubblicitari per mantenere le proprie piattaforme online.
Il <<Wall Street Journal>> ha raggiunto i 3 milioni di abbonati, e la sua strategia si potrebbe definire “offerta progressiva”: un sistema di intelligenza artificiale analizza il comportamento dei lettori e valuta la loro propensione a pagare per l’accesso all’informazione, e di conseguenza regola il numero di articoli di lettura gratuita da proporre prima che appaia la richiesta di sottoscrizione. Loro obiettivo primario è conoscere il pubblico, con un’attenzione particolare per i giovani che da poco hanno cominciato a informarsi sulla testata.
Il <<Financial Times>>, al contrario, sembra piuttosto preoccupato della concorrenza costituita da Netflix e Spotify, i giganti dell’intrattenimento online. Il suo direttore commerciale, David Buttle, spiega che “c’è un limite nel numero di servizi a pagamento che un individuo decide di sottoscrivere e tutto si gioca sul valore aggiunto contenuto in quei servizi“.
Il <<New York Times>> ha attratto più di mezzo milione di lettori paganti dalla fine del 2019, il che ha permesso al giornale di rimanere una delle poche testate statunitensi a non effettuare tagli al personale e, al contrario, a proseguire attivamente le assunzioni. La strategia vincente del <<New York Times>>, insieme ad altri giornali come il <<New Yorker>>, è stata pubblicare ogni notizia, aggiornamento e informazione sull’emergenza Covid in maniera del tutto gratuita. Questo avrebbe attratto più lettori che, dopo aver iniziato a leggere liberamente gli articoli sulla pandemia, avrebbe desiderato aver accesso ad altre aree del giornale, anche a pagamento.
Non tutto però è perduto per il giornalismo, che ha ancora una strada per consolidare i lettori acquisiti di recente e far loro riguadagnare fiducia nella stampa: sempre secondo il Subscription Impact Report di Zuora le testate dovrebbero eseguire alcuni aggiustamenti sui prezzi degli abbonamenti, promozioni e offerte per venire incontro ai loro consumatori. “La chiave“, si legge, “è fare ciò che serve per costruire lealtà e conservare gli abbonati. Le imprese che si focalizzano sull’audience in primis, e solo dopo sulla pubblicità, saranno meglio equipaggiate per gestire le conseguenze della pandemia“.