Tavo

Tutto cominciò da Theia: l’intervista a TAVO

Conosciuto come Francesco Taverna, TAVO è un cantautore originario della “grigia Alessandria”, come la definirà. Il 5 maggio è uscito il suo nuovo EP, Theia: sei tracce in grado di proiettarci in un viaggio spaziale grazie al racconto di storie di sentimenti intimi e autobiografici, di smarrimenti e amori sbagliati.

Noi de «Lo Sbuffo» lo abbiamo avuto il piacere di porgli qualche domanda.

L’intervista

TavoDalla collisione tra la Terra e il gigante Theia nacque il nostro affascinante satellite. È da qui che hai tratto ispirazione per il titolo dell’EP e il concept dello stesso. La Luna è sempre stata in grado di ispirare e incuriosire poeti, filosofi e cantanti: da cosa pensi che derivi questa nostra curiosità?

Credo che la Luna rappresenti due cose: il fascino della costante irraggiungibilità e il satellite che durante la notte, il momento in cui siamo soli con i nostri pensieri più intimi, ci tiene in qualche modo compagnia, facendoci sentire un po’ meno soli.

Spesso chi osserva la Luna è ritenuto essere un sognatore o un inguaribile nostalgico. Ti reputi tale?

Per fare il lavoro che faccio – che oggi come oggi è un vero e proprio atto di fede – devo esserlo!

Veniamo a Theia. Molti artisti si ritirano per lunghi periodi prima di dirsi soddisfatti e pronti per condividere della nuova musica. È stato così anche per te?

Sì, ho lavorato ben due anni a questo EP, ma non solo: in programma c’è un disco vero e proprio. La musica per me nasce da un periodo di sintesi delle cose, per avere una sintesi questo tempo è necessario. Quando ci si trova nel mezzo delle situazioni è difficile scrivere canzoni.

In Il tempo di ballare parli della “grigia Alessandria“, tua città natale. Nei tuoi testi sono evidenti alcune note autobiografiche, possiamo allora dire che le canzoni sono il frutto delle tue esperienze?

Esattamente. Nelle mie canzoni racconto della mia vita, ma anche di quella di persone che ne hanno o ne fanno tutt’ora parte.

Un caso particolare è quello di Annabelle, canzone che sta riscuotendo maggior apprezzamento fra il pubblico. Vuoi raccontarci del sorprendente ritrovamento che ha scaturito la tua curiosità e quindi il brano?

Annabelle nasce dal ritrovamento di una lettera del 1850, nella quale un certo Ennio e una certa Maddalena si scrivono. Leggendola si scopre che i due sono in realtà amanti. Per un attimo ho creduto di aver trovato un tesoro, ma in realtà non vale nulla economicamente parlando. Aldilà di questo sarebbe una fortuna trovare sempre l’ispirazione nell’intercapedine del muro, proprio come ho trovato questa lettera.

Annabelle racconta di un amore finito o forse mai sbocciato e lascia ampio spazio alla nostra immaginazione, finendo con l’affezionarsi agli amanti protagonisti. Cosa pensi che ti abbia lasciato questa storia?

Mi ha colpito quanto, aldilà della forma, il contenuto della lettera sia molto attuale. Si può perciò dire che Annabelle parla dei sentimenti che viaggiano immutati ed immutabili nel tempo.

Veniamo ora alla tua musica. Chi è TAVO e come nasce il tuo progetto?

All’anagrafe mi chiamo Francesco Taverna. TAVO deriva dal mio cognome, fin dalla prima elementare tutti hanno iniziato a chiamarmi così. Mi è sempre piaciuto e dal momento che per me non c’è mai stato un reale confine tra persona e personaggio, ho deciso di tenere TAVO.
Vivo nella grigia Alessandria che spesso è sfondo ai miei testi, ho iniziato a suonare a 12 anni solo come chitarrista in vari gruppi. Con uno in particolare ho fatto una lunga e importante gavetta che mi ha portato su quasi 400 palchi. Nel 2016 ho incontrato la Noize Hills Records, mia attuale etichetta discografica… E dopo mille peripezie, eccomi qua!

Hai già avuto modo di esibirti in diversi live. Come ti senti sul palco? E soprattutto, cosa vuoi trasmettere con le tue serate?

I live sono la cosa che più amo di questo mestiere. Il palco e la gente davanti sono un riscontro concreto di ciò che scrivo: ecco perché questi per me sono la cosa più importante. In sala prove sono quasi un dittatore ma lo faccio a fin di bene, ogni concerto per quanto mi riguarda va studiato bene perché è uno spettacolo a 360°!

Che ruolo ha la musica nella tua vita? È amica con cui dialogare e che sa comprendere o complice di cui servirsi per esigenza personale?

In realtà entrambi. Per quanto riguarda la stesura di un brano sicuramente aiuta, così come a volte può aiutare uno psicologo. Su tutto ciò che ne deriva però è anche giusto camparci, cosa piuttosto utopistica visto che da sempre questo ambiente è scarsamente tutelato e ancora più scarsamente retribuito.

Qual è la canzone di cui vai più fiero?

Credo Il tempo di ballare. L’ho dedicata a mia madre con la quale non ho avuto modo di godermi il tempo come avrei voluto. È stata una scelta, per così dire, “logistica” quella di crescere con i nonni. Ad oggi, comunque, ho un ottimo rapporto con lei e credo che questa canzone racchiuda in tre minuti tutto quello che avrei dovuto e voluto dirle in 27 anni.

Gli eventi live sono stati sospesi per ovvie ragioni contingenti. Speriamo che questo non fermi i tuoi progetti per il futuro: cosa ha in serbo TAVO per i suoi ascoltatori?

Suonare, suonare, suonare… ecco cosa vorrei. Vorrei poter riprendere con il tour che, ahimè, ho dovuto congelare. Era il primo anno con una vera propria produzione alle spalle per me, per questo iniziato nel migliore dei modi, con una data nella quale c’erano anche i Sick Tamburo. Insomma, un sogno… Ora stiamo ultimando il disco vero e proprio che probabilmente uscirà quest’autunno.

Con la speranza che TAVO possa portare nuovamente la sua musica sul palco, per adesso lo ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato e non possiamo che fargli un grande in bocca al lupo!

FONTI

Materiale gentilmente offerto da Red&Blue Music Relations

CREDITS

Copertina e immagine gentilmente offerte da Red&Blue Music Relations

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