Arrow Collar Man. Il segreto dell’uomo perfetto

La bellezza è una manifestazione del genio. In realtà è più elevata del genio, perché non ha bisogno di spiegazioni. È una delle grandi cose del mondo, come la luce del sole o la primavera, o come il riflesso nell’acqua cupa di quella conchiglia argentea che chiamiamo luna.

Oscar Wilde

Tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo gli Stati Uniti si assicurarono un posto tra le grandi potenze mondiali. L’ascesa della nazione richiese la nascita di un “uomo nuovo” che incarnasse le virtù e le aspirazioni del ceto dominante. Questo modello venne cercato tra gli attori del cinema muto e nelle arti visive. L’esempio più celebre venne però dal mondo dell’illustrazione. Non ci si deve stupire; al tempo le fotografie non erano così comuni per pubblicità e riviste.

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Colui che diede un volto e un corpo all’ideale americano fu Joseph Christian Leyendecker. Dopo l’infanzia vissuta in Germania, Joe si affermò in America come illustratore, insieme al fratello Frank. Dal 1900 entrambi i fratelli cominciarono a collaborare con importanti aziende manifatturiere. Per la Cluett Peabody & Company Joe produsse una delle campagne pubblicitarie più riuscite di sempre: per promuovere i solini (colletti staccati dalla camicia) della marca Arrow, Leyendecker creò un personaggio ricorrente, che verrà chiamato The Arrow Collar Man.

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Alto, spalle larghe, zigomi pronunciati, mascella squadrata, naso dritto e labbra carnose. Ecco il profilo dell’uomo ideale per gli americani, o almeno per l’élite WASP (acronimo per Bianco Anglo-Sassone Protestante). L’Arrow Collar Man era mostrato in tutte le attività che si addicevano a un giovane uomo della media e alta borghesia. Atletico e prestante esibiva il suo valore negli sport più vari, dal tennis al rugby, dall’equitazione al golf. Elegante e posato, si mostrava in società al fianco di bellissime donne, ma non perdeva di vista gli obiettivi più importanti, come l’educazione.

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Questo idolo borghese venne presto usato per pubblicizzare anche altri marchi di abbigliamento maschile. In breve tempo divenne il modello a cui arrivare, non diversamente dalla Gibson Girl. Le donne se ne innamoravano follemente, arrivando a scrivergli delle lettere, tra cui proposte di matrimonio. Si stima che nel 1920 il fittizio Casanova abbia ricevuto 17000 lettere, più di quelle inviate nello stesso anno a Rodolfo Valentino. 

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Ma l’Arrow Collar Man non era relegato esclusivamente al mondo dell’immaginazione: il modello in carne ed ossa esisteva nella persona di Charles Beach. Joe lo incontrò quando il giovane canadese aveva solo diciassette anni e lo prese come modello per le sue illustrazioni. Per quarantanove anni Beach funse da modello, assistente e manager di Joe, oltre a essere il suo amante. Charles vestì i panni del soldato, del marinaio e dell’atleta. Non fu l’unico modello di  Leyendecker, ma fu sicuramente il più ricorrente. 

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Nella gran parte delle illustrazioni Leyendecker dipinse scene di omosocialità, in cui spesso si avverte un’attrazione di sguardi tra due uomini. Per più di trent’anni Joe mise sotto gli occhi degli Stati Uniti il proprio amante, celebrandone la perfezione fisica e assurgendolo a paradigma di virilità. In un clima come quello dell’America contemporanea suscita una certa ironia compiacente il pensiero che l’ideale di uomo bianco americano sia stato creato da un immigrato omosessuale su modello dell’uomo che amava. 

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