La musica, oltre a intrattenere, è un modo eccellente per migliorarsi ed esorcizzare i propri pensieri più oscuri (come vi abbiamo già accennato qui). Ce lo dimostra anche Luca Milani – in arte Qualunque – che nei suoi pezzi si lascia andare a dei flussi di coscienza in cui tutti, in fondo, possiamo identificare le nostre riflessioni ed emozioni più nascoste. Per conoscere meglio Luca e cosa si nasconde dietro i suoi lavori, lo abbiamo intervistato.
L’intervista
Qualunque è un nome alquanto particolare. C’è però qualcosa per cui vorresti fossi distinto, ricordato, per non essere un cantante “qualunque”?
Forse faccio musica anche per essere ricordato. Non ne sono certo, ma ho la sensazione che per un buon 30% sia così. Come si dice, lasciare un segno.
In Mozzicone parli di “demoni dentro” e di come non ne parli. Non pensi però che tu lo stia già facendo, con la tua musica? Quanto è difficile portare i propri sentimenti più oscuri e fragili in una canzone?
Lo scopo di tutto il mio progetto musicale ruota attorno a questo. Dire e parlare di cose che nella mia quotidianità tendenzialmente nascondevo (ora non più). Esorcizzare quei “demoni dentro” dei quali spesso non si parla per vergogna o per paura di non essere compresi. All’inizio era difficilissimo fare questa cosa, infatti mi vergognavo da morire quando amici, parenti o colleghi ascoltavano le mie canzoni. Oggi invece accetto i miei demoni e ci faccio anche amicizia.
Sono passati tre anni da Il primo lunedì dell’anno, è evidente la tua evoluzione musicale. Se potessi cambiare qualsiasi cosa del Qualunque del 2017, cosa sceglieresti?
Gli direi di crederci un po’ di più forse. Solo questo. Ai tempi ero veramente giù di morale.
In Siberia dici “Amico mio, la vita è questa e quel che resta è quello che si dice in giro di noi”: cosa pensi si dica in giro di te? Quando hai preso la decisione di intraprendere la carriera musicale, come hanno reagito le persone vicine a te?
Grandi che avete ripescato il mio pezzo preferito del mio primo disco! Sono sincero, non so di preciso cosa si dica in giro di me. Penso che tendenzialmente io stia simpatico ai più, senza infamia né lode. Io ho scelto che nella vita avrei fatto il musicista a 15 anni, tutte le persone mi hanno sempre conosciuto sapendo questo di me, a parte i soliti commenti comprensibilissimi riguardanti la scelta di un futuro più stabile non ho particolari storie da raccontare sull’argomento.
Nei tuoi pezzi ci sono alcuni riferimenti a un tuo possibile ateismo (“non c’è Dio, forse manco gli alieni” in La pioggia sul divano, o “le coincidenze fanno credere in Dio e derivati”). Non vogliamo indagare sulle tue credenze, quanto più chiederti: il non credere a una realtà ultraterrena potrebbe averti influenzato nella stesura dei pezzi?
La vera domanda è “chi è/cos’è Dio?”. Domanda alla quale ovviamente non so rispondervi, la verità è che la morte mi fa una paura fottuta. Non solo questo influenza i miei pezzi ma tutta la mia vita ipocondriaca. Anche il discorso che facevamo prima sul “lasciare un segno” dipende da questo: oggi sono qui, domani forse no.
Mozzicone è stata scritta subito dopo la tua prima seduta con la psicologa. Quanto pensi sia importante rivolgersi a una figura professionale del genere? Ancora oggi, purtroppo, andare dallo psicologo non è sempre visto di buon occhio.
Fondamentale. Pensavo di avere tutto sotto controllo e di poter gestire i miei problemi autonomamente. Poi il buio, ho passato un periodo TERRIBILE. Un giorno non sapendo più come affrontare i demoni ho scelto di chiamare un professionista (una psicologa non un esorcista ahah). Non sapevo se sarebbe servito ma era l’unica cosa che mi restava da provare, da lì è cambiato tutto. La verità è che i demoni erano diventati talmente grandi da dirmi che potevo andare avanti così a vivere una vita di compromessi. La cosa assurda è che quando stai male ai demoni gli credi. Per rispondere alla tua domanda, quanto è importante rivolgersi ad una figura professionale, dico che per me è stato fondamentale.
Riguardando tutto il tuo percorso musicale fino ad oggi, qual è la cosa di cui puoi dire di essere più fiero?
Nel 2018 feci un tour nei salotti dei miei fan. Esperienza incredibile. La cosa migliore mai fatta fino ad ora nella mia vita.
Sempre a proposito del tuo ultimo singolo, affermi che tratta di una persona che hai ricercato ovunque, e di tutte le cose che avresti voluto dirle. Pensi di essere riuscito a farlo, con Mozzicone?
Probabilmente no.
Guardandolo bene, sull’artwork della copertina di Mozzicone c’è la scritta “contro l’apatia”. Quanto è pericolosa, secondo te, questa condizione? Speri di riuscire a combatterla con la tua musica?
Intanto ringraziamo Veronica Moglia per la splendida copertina, l’apatia è una merda. Quanto parlavo di un periodo terribile mi riferivo proprio ad un periodo di apatia particolarmente prolungato. Dopo mesi senza provare nulla non ti restano molte soluzioni. O per lo meno non le vedi. Se con una mia canzone dovessi aiutare a sconfiggere l’apatia di qualcuno mi sentirei onorato. Sarebbe una delle cose più preziose ottenibili nella mia vita.
È in arrivo un tuo EP, Farmaci. Cosa ci dobbiamo aspettare dai tuoi prossimi pezzi? Continuerai sulla linea di Mozzicone, tornerai al passato o scopriremo ancora più lati e sonorità di Qualunque?
?
Non sappiamo dunque cosa ci riserva Luca per il futuro: quello che possiamo dire con sicurezza, però, è che gli auguriamo di continuare a riuscire a esprimersi fino in fondo nella sua musica. In questo modo, chissà, magari riuscirà ad aiutare i suoi ascoltatori a sentirsi meno soli, compresi, e a diventare sempre più un cantante non “qualunque”.
Materiale gentilmente fornito da Costello’s
Copertina e immagini gentilmente fornite da Costello’s