io e te

“Io e te”: imparare ad ascoltarsi per diventare adulti

Quella dell’adolescenza è una delle fasi più complesse nella vita di ciascuno di noi: non più bambini, ma ancora troppo piccoli per essere considerati adulti e indipendenti, ci si trova a fare i conti con se stessi, con il proprio corpo che cambia, e con la difficile sfida di entrare a far parte della società. Niccolò Ammaniti, nel suo romanzo Io e te edito da Einaudi nel 2010, riesce a racchiudere questa delicata complessità in poco più di cento pagine e nello spazio narrativo di una cantina.

Lorenzo, protagonista e narratore in prima persona di queste pagine, è un ragazzo di 14 anni. Attraverso i suoi pensieri e il racconto delle sue giornate, sembra di tornare indietro nel tempo e ripercorrere i momenti e le emozioni che probabilmente ciascuno di noi ha provato a quell’età: i minuti trascorsi a osservarsi e analizzarsi di fronte a uno specchio, la paura degli altri, il desiderio di essere accettati e, contemporaneamente, la sensazione di essere inevitabilmente diversi e incompresi. Effettivamente, Lorenzo non è un ragazzo come gli altri: tramite il suo racconto scopriamo dei suoi problemi a socializzare con i suoi coetanei sin dall’infanzia e del disturbo diagnosticatogli, un disturbo narcisistico della personalità che costituisce un vero e proprio muro tra sé e il mondo esterno.

La lotta per essere accettati nella società, tipica di questa fase della vita, dunque, è doppiamente difficile per il protagonista di Io e te, che arriva a provare l’unico desiderio di mimetizzarsi, di essere ritenuto “normale”. Per realizzare tale scopo Lorenzo elabora una tattica: impara, piano piano, a imitare i comportamenti dei suoi compagni di scuola, li osserva e apprende il metodo per assomigliare a tutti i suoi coetanei, sparendo così, inosservato, nella massa uniforme.

Da qualche parte, ai tropici, vive una mosca che imita le vespe. Ha l’addome a strisce gialle e nere, le antenne e gli occhi sporgenti e ha anche un pungiglione finto. Non fa niente, è buona. Ma, vestita come una vespa, gli uccelli, le lucertole, persino gli uomini la temono. Può entrare tranquilla nei vespai, uno dei luoghi più pericolosi e vigilati al mondo, e nessuno la riconosce.

Avevo sbagliato tutto.

Ecco cosa dovevo fare.

Imitare i più pericolosi.

La strategia mimetica attuata dal narratore, tuttavia, è estremamente faticosa e finisce, secondo le parole dello stesso Lorenzo, per aumentare la distanza che lo separa dai suoi coetanei. Il ragazzo vive quotidianamente all’interno di una farsa nella quale è costretto a recitare un ruolo a lui inadatto. Lo fa semplicemente perché vuole essere lasciato in pace e sfuggire allo sguardo giudicante delle persone che lo circondano. Lo fa, inoltre, nel tentativo di non far soffrire i propri genitori. È questa una tematica importante nel breve romanzo di Ammaniti: crescere significa anche scoprirsi responsabili verso i propri cari, imparare il concetto di “prendersi cura”.

Proprio attorno al bisogno di proteggere le persone amate, in effetti, ruota l’azione di Io e te. È per non deludere la propria madre che Lorenzo si inventa di essere stato invitato per una settimana bianca in montagna assieme ad alcuni compagni di scuola. Questa bugia permette ai suoi genitori di aggrapparsi alla speranza che il loro figlio sia “normale” e capace di inserirsi in un gruppo di amici. Lorenzo dunque decide di nascondersi per una settimana nella cantina del suo palazzo, solo per non distruggere quell’illusione di normalità nutrita dai suoi genitori.

Ma la settimana di completa solitudine programmata dal protagonista non andrà come previsto. A fare capolino nella cantina umida di Lorenzo rompendo la sua solitudine sopraggiunge infatti Olivia, la sua sorellastra ventunenne. La ragazza, tossicodipendente e in gravi difficoltà economiche, è in cerca di un luogo dove passare la notte e Lorenzo, suo malgrado, si trova costretto a dividere il suo rifugio con lei. È questa l’occasione per un vero scambio, un dialogo – forse il primo – che l’adolescente instaura con l’esterno. E così, il tentativo di nascondersi dalla vita reale si capovolge, trasformandosi in una sorta di rito di passaggio alla vita adulta.

Proprio come Lorenzo, anche Olivia è una giovane ragazza incapace di adattarsi al mondo circostante e di abbandonarsi al flusso incessante delle abitudini che costituiscono una vita ordinaria e serena. Da una simile posizione di emarginazione, i due fratelli si scoprono simili e riescono per questo a rivelarsi l’un l’altro senza la necessità di recitare una parte. Ecco insomma che, di fronte alle sofferenze della sorella in preda a violente crisi di astinenza, qualcosa si accende nell’animo del protagonista di Io e te, che per la prima volta si scopre capace di guardare oltre se stesso e di prendersi autenticamente cura di un’altra persona. Avviene quindi un paradosso: al riparo dal mondo nello spazio angusto di una cantina, Lorenzo impara finalmente a non nascondersi e a non fuggire dagli altri, compiendo un primo importante passo nella propria crescita personale.

In Io e te, insomma, Ammaniti affronta alcune tematiche dolorose e complesse, legate alla giovinezza, al rapporto con l’altro e alla difficoltà di comunicare in modo autentico. L’incontro tra Lorenzo e Olivia, in questo senso, ha qualcosa di unico proprio perché spogliato di ogni convenzione sociale, di ogni ipocrisia e, al contrario, mostrato nella sua cruda essenza. È una sincerità che Ammaniti riserva anche alla propria narrazione, priva di orpelli o inutili abbellimenti, spogliata dei sentimentalismi e persino dell’illusione che un incontro tra due esseri umani, per quanto autentico e caratterizzato dall’affetto incondizionato, possa bastare per salvare una vita infelice.

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FONTI

N. Ammaniti, Io e te, Torino, Einaudi, 2010

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