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“Suits”: finisce il legal drama di Manhattan

Finisce così, nel 2019, tra il silenzio generale, una delle serie cult del decennio scorso. Dopo nove stagioni e altrettanti anni, Suits chiude il sipario. Per chi non la conoscesse, è una legal drama ideata da Aaron Korsh. La storia è incentrata sulle vicende di un noto studio legale, il cui nome cambia numerose volte nel corso della serie, ma al giorno zero è Pearson Specter.

Mike Ross e Harvey Spector: il duo ben riuscito

La serenità dello studio viene interrotta dall’arrivo di Mike Ross (Patrick J. Adams), aspirante avvocato: carismatico e sempre sul pezzo ma che nasconde un segreto che graverà sullo studio: pratica la professione senza laurea. I suoi punti forti da avvocato e da protagonista sono le doti spiccate di problem solving e la sua memoria eidetica in stile Rain Man. È in grado di memorizzare esattamente qualunque cosa legga anche solo per una volta. È estremamente filantropo e molto emotivo.

Harvey Specter (Gabriel Macht) suo mentore è il migliore avvocato di New York. Non perde nessun conflitto legale, è un personaggio magnetico e dal sarcasmo sottile. È una persona sicura di sè, con un carattere estremamente definito che vive un complesso di onnipotenza nella sua professione. È ben caratterizzato, dalle sue passioni per abiti sartoriali, cimeli sportivi e citazioni di film, fino al rapporto con le donne, specie quello complicato con la madre e quello definibile padre-amico con Mike.

Il primo incontro con Mike è rocambolesco. Il ragazzo piomba nell’ufficio di Harvey inseguito dalla polizia e rovescia una valigetta contenete marijuana sul pavimento. Da qui evolve quello che è una delle coppie meglio riuscite nella televisione. I due sono complementari in molte cose, simili in altre. Col tempo Mike assorbe sfaccettature del carattere di Harvey, diventa altolocato e sicuro dei suoi mezzi. Harvey acquisisce da Mike la predisposizione ad aiutare il prossimo e prova un forte affetto, cosa che da uomo cinico lo coglie spesso impreparato.

Gli altri personaggi

Tanti altri personaggi presenti nello studio faranno parte delle vicende con i loro caratteri molto ben delineati, dei quali con tempo è impossibile non appassionarsi.

Il cast di suits

Louis Litt (Rick Hoffman) giurista d’impresa esperto in finanza, è un ammiratore di Harvey. Ha difficoltà a relazionarsi ed è amante dei fanghi, del teatro e delle bevande alle prugne. Nel corso della serie cambia molto affrontando le sue difficoltà nel rapportarsi, grazie soprattutto al suo psichiatra, il dottor Lipschitz.

Rachel Zane (Meghan Markle) è la donna di cui Mike si innamora. È figlia di un importante avvocato di New York ma vuole tracciare la propria strada. A lungo non riesce a passare il test per entrare ad Harvard e vedere gli altri realizzarsi come avvocati la logora. Abbandona la serie nella 7 stagione per vicende ben note.

Donna Paulsen (Sarah Rafferty) è la segretaria di Harvey, ma per lui significa molto di più. È la chiave di volta della sua vita, il tassello del quale non può privarsi perché lo conosce perfettamente. I due vivono anche una storia d’amore complicata. È impeccabile come segretaria, forte come donna, ed è a conoscenza di ogni cosa che succeda nello studio.

Suits e il maschilismo dei piani alti

In Suits viene mostrato, spesso con bieco realismo, la presenza del maschilismo nei piani alti del settore legale. La totalità delle segretarie sono donne, talvolta vengono prese meno in considerazione da personaggi marginali ed è marcato il concetto di quanto sia più difficile raggiungere i piani alti per una donna. Esiste e nasconderlo non avrebbe reso giustizia. Ma il tema viene trattato con rivalsa sociale. Il ruolo delle donne è fondamentale. I personaggi femminili sono forti: non solo sono gli aghi della bilancia nelle situazioni più accese, ma sono capaci di prendere in mano quelle più complesse. Alcune donne sfruttano la propria sensualità come un’arma per ottenere risultati ma non sono ridotte a questo, sono personaggi approfonditi a dovere.

Lo stile di Suits: tra eleganza e legal drama

In ogni stagione tutti i personaggi affrontano diverse difficoltà, a volte anche comprensibilmente romanzate. Lo sviluppo e la risoluzione di queste sono uno dei punti di forza della serie. Spesso un personaggio riversa i propri problemi come un domino su quello successivo. Tutto ciò genera scontri, intrecci di trama e tutto sembra procedere verso un’ inerzia negativa, per poi risollevarsi con lavoro di squadre, idee da colpo di scena, all’ultimo minuto e al limite della legalità. E quando neanche questo funziona qualcuno dei personaggi è pronto a immolarsi per salvare gli altri, coinvolgendo il lato emotivo dello spettatore, che nel corso degli anni non può non affezionarsi ad essi.

A partire dal titolo (Suits: come abiti, completi) la serie si identifica soprattutto per il suo stile: rappresenta spaccati di vita mondana e di successo, dei retroscena per raggiungerlo, le difficoltà nel mantenerlo, ma anche di tutti i suoi benefici. Trasmette un’idea di persone riuscite attraverso quelli che sono gli standard di vita elevati dei personaggi. Il lusso è il contesto in cui si cala e caratterizza.

Gli errori di trama in Suits

La serie termina nel silenzio generale. Non per perdita di stile: infatti è coerente fino alla fine, ma l’interesse cala drasticamente dopo due eventi chiave. Le motivazioni sono chiare ai più e riguardano entrambe il personaggio di Mike. Una volta processato per fronde contro lo Stato, i fatti sono di ordine pubblico, il suo non è più un segreto, elemento che aveva riscoperto un ruolo centrale nella storia. Nel finale della settima stagione lasciano la serie Mike e Rachel, con un espediente tutto sommato riuscito. La scelta di continuare per altre due stagioni senza uno dei due protagonisti è però incomprensibile oltre alle mere ragioni di marketing. 

Katrina (Amanda Schull), Alex Williams (Dulé Hill) e Samantha Wheeler (Katherine Heigl) sono i nuovi personaggi delle ultime due stagioni. L’introduzione dei nuovi protagonisti, seppur ben caratterizzati, rappresenta l’ultimo tentativo di rinnovare una serie alla quale è stato solo prolungato il giusto epilogo.

Pearson: lo spinoff di Suits

A grande richiesta è iniziato lo spin off di Suits: Pearson. Jessica Pearson è l’ultimo dei personaggi di cui parlare perché il meglio viene alla fine. È una donna, nera, che ha dovuto scalare Manhattan negli anni Ottanta. Da leader dello studio per le prime stagioni esce di scena per permettere ad Harvey e gli altri di trovare la loro strada, mentre lei cerca la propria a Chicago. Ed è proprio nella città ventosa che è ambientata Pearson. La cui prima stagione è convincente ed è più gradevole che guardare le ormai diluite ultime due stagioni di Suits.

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