Più volte, nella storia della musica, abbiamo potuto vedere come le collaborazioni possano valorizzare gli artisti che ne fanno parte, soprattutto se di generi diversi: un caso esemplare è quello dei vari featuring tra Daniele Silvestri e Rancore, come Argentovivo e Il mio nemico invisibile. I due hanno fatto ritorno in un collettivo molto più arricchito, a cui hanno partecipato anche Rodrigo D’Erasmo, Joan as a Police Woman, Mace, Venerus, Enrico Gabrielli, Fabio Rondanini, Antonio Filippelli, Daniele “ilmafio” Tortora, Gabriele Lazzarotti e Alain Johannes. Tanti artisti, tante influenze, un solo nome: Lost in the Desert.
“Uno per tutti, tutti per uno”
Lost in the Desert, brano uscito il 12 maggio scorso, nasce come sostegno ai lavoratori del mondo dello spettacolo, soprattutto in un momento simile. I nostri artisti del cuore (e chi vi lavora dietro) hanno fatto davvero di tutto per rimanere con noi e sostenerci durante la quarantena, ma è innegabile che molti operatori nel campo siano stati danneggiati dalla mancanza di concerti e festival. Chi, andando a un concerto, non ha mai sentito il cantante ringraziare di tutto cuore le persone che lo hanno aiutato a dare vita alla serata, come i tecnici? Eppure chi li sta davvero ringraziando e sostenendo, in un momento così delicato?
A tal proposito, Daniele Silvestri ha dichiarato:
C’è un’enorme quantità di persone, di lavoratori più o meno precari, più o meno in regola, che rischiano di non uscire più dal baratro in cui stanno entrando. […] Per noi non sono una categoria qualsiasi. Non sono numeri. Sono volti e nomi di fratelli, che da sempre dedicano – e vi dedicano – tante ore-energie-sudore-studio per permettere a qualcun altro di raccontare storie, suonare, ballare, disegnare mondi, regalare gioie e stupori, sogni e magie, bugie e verità. Moltissimi di questi fratelli ora non hanno più niente a cui aggrapparsi. Alcuni sono semplicemente disperati. Rimasti privi di lavoro e privi di tutele, sentono di non esistere. È arrivato il momento di restituire.
Parole toccanti e sincere, che esprimono il messaggio che Lost in the Desert vuole trasmettere: se prima erano gli operatori a dare il loro meglio, adesso sono gli artisti a doversi impegnare in una lotta comune e ringraziare chi finora ha reso il loro lavoro (e sogno) possibile. Il ricavato del brano sarà infatti devoluto al fondo COVID-19 MUSIC RELIEF, creato proprio per aiutare i lavoratori dello spettacolo in difficoltà.
La canzone
Lost in the Desert è un’offerta di aiuto, ma non da parte di un qualcuno che prova pietà o si crede superiore perché si trova in condizioni migliori (come potrebbe presupporre qualunque seguace della filosofia di Nietzsche), anzi. Il 2020 ha travolto tutti, ha colpito l’intero mondo musicale a prescindere dalla sua gerarchia, e ha lasciato pesanti conseguenze. È vero, come anche Silvestri afferma c’è chi è stato più colpito e chi meno, ma siamo tutti sulla stessa barca. Il testo di Lost in the Desert ha un punto di vista umile, che si pone sullo stesso piano di chi ha sofferto di più, lo comprende e gli sta vicino. Il protagonista non si pone come un buon samaritano, ma come qualcuno che ha sofferto in egual maniera. È per questo che vuole ricordare che è proprio in momenti come questi che bisogna sapersi aiutare a vicenda, e ripagare chi ha saputo farlo nei nostri confronti ogni giorno.
Restare vivo serve a poco o niente
Se sono privo di un’idea importante
Da condividere con chi si sente
Come me.
Materiale gentilmente fornito da Fleisch Agency
Copertina gentilmente fornita da Fleisch Agency