Sembra difficile che la fragilità possa essere considerata un tabù. Non si tratta di un reato o di quelli secolarmente definiti “crimini contro natura”. Tuttavia, solo recentemente si sta innalzando l’arte dell’essere fragili. Con ciò, non si indica autocommiserazione o il mero compatimento. La fragilità odierna equivale a mostrarsi per come si è. Rivelare i propri sentimenti, calare la maschera e non temere di essere mortali, non invincibili. Di questa ritrovata umanità, L’Avvocato dei Santi ha composto un “inno”, Niente da perdere.
Chi c’è dietro L’Avvocato dei Santi
La figura de L’Avvocato dei Santi nasce dall’estro di Mattia Mari. Classe 1988, Mattia si è avvicinato molto presto alla musica scegliendo “per istinto” la batteria come suo strumento musicale. Inizia a prendere lezioni solo durante l’adolescenza, approfondendo anche lo studio da autodidatta di una serie sconfinata di altri strumenti, tra cui chitarra e pianoforte. I suoi artisti di riferimento principali sono i grandi cantautori della tradizione italiana. Da Lucio Battisti a Ivan Graziani e Fabrizio De André, tutte personalità che hanno sempre coniugato la scrittura articolata di testi alla composizione ricercata della musica. Secondo L’Avvocato dei Santi, oggi c’è all’attivo una sola band capace di creare il giusto equilibrio tra parole e note, ovvero La Rappresentante di Lista. Da questo gruppo, il cantante e polistrumentista romano trae l’urgenza di comunicare un messaggio con la propria voce.
Negli anni, la sua versatilità l’ha portato a collaborare con vari esponenti della musica indipendente italiana. Innanzitutto, spiccano i Belladonna, band rock noir per cui Mari suona la batteria. Seguono poi i Giuda dove si trova l’artista romano al basso. Entrambe queste band rappresentano due delle realtà musicali più attive all’estero. Queste esperienze sono fondamentali per L’Avvocato dei Santi, che arriva ora alla scrittura dei propri brani in italiano, contenuti nell’album d’esordio al momento in lavorazione.
La carriera da solista
Con la firma di L’Avvocato dei Santi, sono usciti al momento tre singoli. Uscito nella primavera 2019, L’erba voglio non esiste è il brano d’esordio solista di Mari. Già dal primo ascolto sorprendono le atmosfere intimiste, che portano il pezzo al confine tra il rock più classico e l’indie ben più contemporaneo. La seconda canzone uscita a suo nome è, in realtà, una cover della sua band fonte d’ispirazione, La Rappresentante di Lista. Si tratta di Guardateci tutti, dove ancora una volta la voce del cantautore appare profonda e ricca di sfumature. Le sonorità rimangono cupe e introspettive, come se s’iniziasse un viaggio nella propria interiorità per la durata del brano.
Grazie alla sua carriera solista, Rumore l’ha definito “un incrocio tra Battisti e i Led Zeppelin“, mentre da Rockon.it “Il cantautore più raro della scena”. Il 24 marzo 2020 è uscito Niente da perdere, nuovo singolo de L’Avvocato dei Santi che anticipa il suo primo album completo d’esordio, atteso per il prossimo inverno.
Il racconto moderno di Niente da perdere
Per questo suo brano inedito, L’Avvocato dei Santi ha scelto di narrare un tema del nostro presente. Si tratta del crollo di certezze e della scoperta che i pilastri fondanti dell’esistenza possano venire a mancare all’improvviso. Prima o poi, la vita obbliga chiunque a calare la maschera con cui si affronta la quotidianità e di trovarsi a faccia a faccia con la realtà. Così si conosce forse per la prima volta il vero “io” e non ha più paura di mostrare i propri sentimenti.
Trovarsi finalmente vivi e veri, senza bisogno o voglia alcuna di nascondere i propri sentimenti. Tutto quello che ci succede ci trasforma, e capita di diventare senza accorgersene qualcosa che non si è. È di questo che parla Niente da perdere, del momento in cui ci si ritrova di fronte a qualcuno e ci si rende conto della verità, come di fronte ad uno specchio. A quel punto si lascia spazio al nostro essere fragili e reali, e si chiede di essere accettati per quello che siamo.
A livello di sound, Niente da perdere riprende le atmosfere già anticipate da L’erba voglio non esiste e Guardateci tutti. Le sonorità prevalenti sono oscure e quasi distorte. Il ritmo viene tenuto prima solo dal pianoforte a cui poi si accoda la polifonia degli altri strumenti. Dopo la partenza lente e intimista, il brano sembra “arrancare” e si sviluppa in un continuo crescendo musicale e vocale, raggiungendo il suo climax con la voce di Mari amplificata e poco definita.
La crescita complicata della canzone e lo struggimento verso la conoscenza di sé e della propria fragilità sono state rese anche nel videoclip. La protagonista appare inizialmente sommersa dalla sabbia, contro cui lotta per poter risalire in superficie. La sua rinascita la porta a prendere coscienza della realtà che la circonda, arrivando persino a sfidarla con la sicurezza di chi, appunto, non ha più niente da perdere.
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Copertina gentilmente fornita da Conza