Una macchina può fare il lavoro di cinquanta uomini ordinari, ma nessuna macchina può fare il lavoro di un uomo straordinario.
– Elbert Green Hubbard
Oggi più che mai i giovani puntano a specializzarsi il più possibile per avere curriculum ricchi e ottime preparazioni. Purtroppo, questo non basta. Le aziende, che si stanno modernizzando sempre di più attraverso l’introduzione di robot e intelligenze artificiali (IA), sono alla costante ricerca delle famigerate soft skill. Analizziamo insieme cosa sono e perché sono così importanti.
Protagonista l’innovazione. Ma senza dimenticare l’essere umano
Con queste parole è stato descritto l’intervento del CEO e fondatore della Dale Carnegie Italia, Sergio Borra, alla decima edizione del festival del lavoro, svoltasi a Milano dal 20 al 22 giugno 2019. L′amministratore delegato ha presentato i risultati di uno studio condotto da cui sono stati prodotti due testi, uno proprio sulle ricercate soft skill.
È ormai indiscutibile, i robot stanno comparendo in tutti i settori: dal marketing alla finanza, passando per risorse umane e persino management e gestione! Per far sì che tutto vada per il verso giusto è compito dei leader e dei manager far nascere un rapporto di collaborazione tra queste menti tecnologiche e le menti umane dell’azienda. Molte persone sono convinte infatti che i robot possano per certi versi “rubare” il lavoro e far aumentare così il tasso di disoccupazione; ecco il motivo per cui bisogna puntare su quelle caratteristiche che i robot (per il momento) non possono ancora eguagliare. Prima tra tutte la capacità di adattarsi ai continui cambiamenti aziendali.
Come ha riportato Sergio Borra durante il suo intervento “In un mondo interamente connesso la connessione più importante rimane quella umana”. I dati presentati nei paper prodotti sono basati su analisi online svolte nei primi mesi del 2019 in undici Paesi, tra cui l’Italia. 3.568 persone hanno rilasciato interviste: il 38% figure ai vertici delle loro aziende, il 23% manager e il 39% collaboratori di aziende più o meno grandi. Da tutti, le soft skill sono state considerate essenziali nelle aziende che hanno deciso di adottare le tecnologie artificiali. A livello globale, le caratteristiche maggiormente richieste sono pensiero critico (56%) e leadership (45%).
LinkedIn si schiera dalla parte delle competenze trasversali
Il principale sito web per la ricerca del lavoro e per la creazione di network e contatti aziendali ha sostenuto agli inizi dell’anno come le soft skill siano diventate addirittura più importanti della programmazione e, in un mondo in cui i robot stanno facendo il loro ingresso in maniera dirompente all’interno del mercato del lavoro, la cosa lascia molto sorpresi.
L’amministratore delegato di LinkedIn, Jeff Weiner, ha dichiarato che le qualità più ricercate dai datori di lavoro oggi sono “Una buona comunicazione orale, capacità di team building e leadership”. Questo perché, “Nonostante l’IA stia facendo passi da gigante, siamo ancora lontani dal poter rimpiazzare l’empatia e la comunicazione umana”. Secondo l’amministratore dovrebbe essere un “Incentivo per sviluppare al meglio queste abilità trasversali, spesso trascurate rispetto alle hard skill”.
Hard Skill ieri…
Sono le competenze tecniche necessarie all’azienda per poter andare avanti. In questo campo rientrano la conoscenza di lingue straniere, il livello degli studi raggiunto, la conoscenza di macchinari particolari e gli attestati conseguiti relativi a specifiche competenze. Possono essere inserite nel proprio curriculum e sono giustificate dagli studi compiuti o dagli attestati e dall’esperienza pregressa raggiunta. Per alcuni ruoli sono essenziali e la mancanza di una o più specifiche hard skill può costarvi l’assunzione.
Tra queste, le più richieste: il saper parlare una o più lingue (in un mondo interconnesso come il nostro è ormai diventato un must l’inglese ed una seconda lingua straniera è caldamente consigliata!), il conoscere i principali sistemi di cloud e le basi della programmazione. Fino a pochi anni fa erano gli unici requisiti richiesti per potersi candidare per un posto di lavoro, ma oggi praticamente in ogni annuncio almeno una soft skill viene richiesta esplicitamente!
… e Soft Skill oggi
Sono abilità trasversali che possono essere utili in ogni situazione e in ogni tipo di attività, competenze meno “tangibili” che possono essere ottenute attraverso l’esperienza (ad esempio la sopportazione dello stress) oppure possono riguardare capacità e qualità personali (ad esempio la fiducia in se stessi). Non è però vero che queste debbano per forza essere una qualità innata!
In un’intervista a Valeria Cagnina, giovanissima ragazza nata nel 2001, tra le cinquanta donne più influenti in ambito Tech in Italia, è stato affermato che ad oggi non sono le hard skill il problema per le aziende, bensì le soft skill!
Le hard skill oggi sono facili da apprendere: bastano un computer e una connessione, non serve altro. Le maggiori università del mondo mettono a disposizione corsi gratuiti di altissimo livello e basta una mail per connettersi a chiunque abbia le skill che si vogliono apprendere […] Il problema sono le soft skill […] Non si imparano a scuola, ma sono fondamentali.
La giovane a soli sedici anni ha deciso quindi di intraprendere un progetto di educazione attraverso la robotica, sua grande passione, e ad oggi gestisce la sua scuola di formazione per le soft skill, la OFPassion.
Le più richieste
Nell’ultimo anno sono cinque le soft skill più richieste dalle aziende:
Persuasione: abbiamo l’idea, il progetto e tutto il necessario: ora ci serve solo capire come venderlo e proporlo al pubblico;
Creatività: i robot sono perfettamente in grado di lavorare su idee e progetti vecchi, ma per idearne di nuovi è necessario il processo creativo che solo l’uomo può apportare;
Team Building: collaborare tra uomini e macchine, ma anche tra gruppi di lavoro è essenziale. Il Team Building è da sempre una qualità richiesta;
Adattabilità : in un mondo in costante movimento è necessario sapersi adattare ad ogni cambiamento, in fretta;
Capacità organizzative e gestione del tempo: organizzarsi è la regola d’oro per ogni lavoro, sia per poter portare a termini i propri compiti nel miglior modo possibile ed entro le scadenze, sia per poter gestire anche la propria vita privata e non esaurirsi prima del tempo!
Altre soft skill che hanno rilevanza sono:
Autonomia: nessuno vuole seguire una persona passo dopo passo oltre il tempo necessario;
Resistenza allo stress: in periodi particolarmente carichi di lavoro qualcuno che riesca a mantenere i nervi saldi è sempre utile;
Problem Solving: c’è bisogno di qualcuno che trovi sempre idee nuove e creative, ma anche di qualcuno che sia in grado di risolvere i problemi del caso;
Empatia: sapersi mettere nei panni degli altri ed ascoltarli è da sempre una delle qualità migliori per poter stabilire una buona comunicazione interpersonale;
Leadership: è formato da tanti tasselli, non è solo “chi comanda”, ma è qualcuno in grado di assumersi i propri rischi, dotato di grande responsabilità e soprattutto deve essere un gran motivatore e saper gratificare i propri lavoratori.