Che si possa parlare di una delle più grandi crisi globali, paragonabile a quella della prima metà del Novecento, è ormai ovvio. Ogni settore, partendo dal sanitario è vinto da questa emergenza. E il settore energetico non resta incolume. Tra il più noto dei problemi abbiamo la caduta del prezzo del petrolio, sempre in discesa dai primi di marzo. Chi l’avrebbe mai detto?
È stato proprio il calo della domanda energetica ad aver fatto pensare che la situazione di emergenza nelle prime settimane di quarantena sarebbe stata un’opportunità per la terra. Un momento di respiro e di pausa dalle incessanti emissioni globali di CO2. Mentre qualcosa glorifica il calo della domanda del petrolio, c’è chi teme che il danno possa raggiungere però il settore delle rinnovabili. Già il 14 marzo, Faith Birol, Direttore dell’ International Energy Agency ha infatti frenato i festeggiamenti.
Non c’è nulla da festeggiare in un probabile declino delle emissioni indotto dalla crisi economica, poiché in assenza delle giuste politiche e di misure strutturali questo declino non sarà sostenibile.
Perché non c’è nulla da festeggiare, le previsioni sono nefaste, il mercato del petrolio sta subendo duri colpi causa il blocco degli spostamenti. Quanto sta succedendo sta minacciando la stabilità di un’industria che è ancora centrale per il funzionamento dell’economia globale.
La diminuzione della domanda sta minando le risorse finanziarie e la capacità della stessa industria petrolifera di sviluppare tecnologie necessarie per le transizioni di energia pulita in tutto il mondo. C’è da ricordarlo, sono molte le aziende, come ad esempio Eni, che da anni sono impegnate nella ricerca di tecnologie per una transizione sostenibile.
Infatti, le implicazioni della pandemia per i sistemi energetici sono rilevanti, in particolare se si analizza la questione sotto l’ottica del Trilemma dell’Energia. Quest’ultimo indica quelli che debbono essere i pilastri di una politica energetica sostenibile, quali sicurezza energetica, l’equità energetica e la sostenibilità ambientale. Ed è la sicurezza ad essere minata in questi tempi di crisi, risultando sempre più indispensabili sistemi energetici resilienti. Si conferma dunque il ruolo centrale dell’elettricità e la necessità che i sistemi attuali restino affidabili. Come ricorda Francesco La Camera, Direttore Generale dell’IRENA:
Sebbene la traiettoria sia positiva, è necessario fare di più per mettere l’energia globale su un percorso di sviluppo sostenibile e mitigazione del clima – entrambi i quali offrono significativi vantaggi economici. In questo momento difficile, ci viene ricordato l’importanza di costruire la resilienza nelle nostre economie. In quello che deve essere il decennio di azione, sono necessarie politiche abilitanti per aumentare gli investimenti e accelerare l’adozione delle energie rinnovabili.
La riduzione della domanda di energia ha infatti avuto effetti non solo nel settore delle fonti fossili, ma delle rinnovabili. In linea con quanto previsto dalla Bloomberg New Energy Finance (BNEF) fin dalle prime settimane di marzo, la domanda di energia solare sta subendo un ridimensionamento tale da passare da 121-152 GW a 108-143 GW. Un’involuzione prevedibile visto che il 16% della domanda di energia solare proviene dalla Cina, il cui lockdown ha avuto effetti imponenti, come si vede dal confronto con i dati pubblicati dall’IRENA dell’anno scorso: le rinnovabili sono aumentate del 7,6 %, di cui circa il 54% è in Asia.
Secondo l’istituto Ihs Markit, l’impatto del Coronavirus sulla crescita della domanda energetica globale sarà tale da aumentare la concorrenza tra le tecnologie di generazione, quali: carbone, gas, nucleare e rinnovabili. Infatti, bisognerà iniziare a chiedersi se il prezzo competitivo delle risorse fossili possa incidere sulla transizione energetica.
Ma come sarà possibile affrontare una simile competizione di prezzo?
Secondo il già citato istituto Ihs Markit la concorrenza futura sarà condotta da sette tendenze fondate su tre driver interconnessi, quali la politica, gli avanzamenti tecnologici e le nuove strategie commerciali e i flussi di entrate, il tutto accompagnato dal COVID-19.
- Sovvenzioni mutevoli;
- Riforme del mercato;
- Miglioramento dei costi;
- Tecnologie emergenti;
- Nuovi attori del mercato;
- Strategie di adattamento delle utility;
- Shock Covid-19.
Secondo gli studi, il consumo di elettricità aumenterà di quasi il 50% entro il 2050. L’ultimo Report dell’IRENA dichiara che le energie rinnovabili dovranno costituire l’86% della produzione di energia totale, ma sarà possibile? Secondo la loro prospettiva, l’elettricità rinnovabile, abbinata a una profonda elettrificazione, potrebbe ridurre le emissioni di CO2 del 60%. Ma affinché le previsioni diventino reali, Francesco La Camera, in un suo intervento pubblicato sul sito dell’IRENA, ricorda:
The moment has come to reduce or redirect fossil-fuel subsidies towards clean energy without added social disruption.
Research and innovation are vital to keep improving the technologies and reduce the costs for sustainable energy.